Bonus facciate, aperta un’inchiesta nella Capitale: 31 persone indagate a Roma per truffe sugli incentivi. I numeri del raggiro.
Il nuovo anno fiscale non cambia determinate situazioni. La Capitale è ancora una volta lente d’ingrandimento sul malaffare collettivo, stavolta a finire nel mirino sono i bonus. Per la precisione il Bonus facciate: provvedimento discusso nello scorso autunno per via della possibile abolizione anticipata. L’incentivo era stato stanziato dal Governo Draghi subito dopo la pandemia per consentire lavori di ristrutturazione alle abitazioni ed edifici presenti sul territorio.
Un’idea – disse l’allora Presidente del Consiglio – per far girare nuovamente l’economia e dare una sferzata all’edilizia che risultava essere un po’ ferma dopo la pandemia. Da allora è passato altro tempo, è cambiato un Governo, il COVID-19 sembra essere sotto controllo, quel che è sfuggito di mano è la gestione degli incentivi. A renderlo noto è la Procura della Repubblica di Roma che dispone il sequestro preventivo di oltre 51 milioni di euro frutto di una frode nell’ambito del tanto discusso bonus.
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Bonus facciate, truffa nella Capitale: 31 persone indagate
Nell’ambito di quest’inchiesta, che va avanti da mesi fra accertamenti e prove di meccanismi ben oliati, sarebbero coinvolte 31 persone: le accuse sono indebita percezione di erogazioni pubbliche, truffa a danno dello Stato, riciclaggio e autoriciclaggio. 37 società coinvolte che avrebbero avuto lo scopo di monetizzare parte dei crediti ricevuti tramite intermediari con sportelli finanziari presenti sul territorio. Nella fattispecie 4 sono le imprese romane, il resto appartiene a realtà calabre che però avrebbero avuto ramificazioni anche nel Lazio. L’operazione, tuttavia, mostra come tale dinamica sia presente su tutto il territorio nazionale.
La Capitale rappresenta una tendenza che andrebbe avanti da diversi mesi: il Bonus facciate ha aiutato molte persone, ma esiste anche l’altra faccia della medaglia. Un lato oscuro che balza agli occhi grazie all’operato congiunto di Guardia di Finanza e Procura della Repubblica, in un filo rosso che collega Roma a Reggio Calabria con vista sul resto d’Italia.