È arrivato il pronunciamento dei giudici della Corte di Cassazione a mettere la parola ‘fine’ all’operazione denominata ‘Grande raccordo criminale’. I giudici della Suprema Corte hanno confermato le condanne a carico dei 18 imputati, ben 122 anni, e tra questi anche il socio di Diabolik – all’anagrafe Fabrizio Piscitelli – , l’imprenditore Fabrizio Fabietti. Quest’ultimo, insieme al suo compare e amico, Diabolik, ucciso 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti, vendevano lo stupefacente sul territorio laziale.
L’operazione della Guardia di Finanza che ha portato agli arresti
L’operazione della Guardia di Finanza che aveva portato alla luce il commercio di droga, risale al 2019. Da Roma, base dello spaccio, lo stupefacente veniva immesso sul mercato grazie a ‘decine di acquirenti, i quali riforniscono le varie piazze dello spaccio’, ricorda Repubblica facendo riferimento alla documentazione sulla quale si basava il capo di imputazione iniziale.
Commercio di droga fatto anche di pestaggi ed estorsioni
In questo giro d’affari da capogiro, si innestavano anche pestaggi ed estorsioni. Una realtà nata a Ponte Milvio che aveva trovato terreno fertile, grazie a legami con famiglie mafiose e anche sfruttando le conoscenze nella curva Nord. Per un giro di droga che proveniva da Africa e Sud America.
Le intercettazioni alla base delle indagini che hanno portato a stringere il cerchio sulle menti e sui sodali dell’organizzazione. Le risultanze investigative avevano fatto emergere la violenza con cui veniva gestito il mercato di cocaina e hashish. Avevano assoldato un gruppo di picchiatori incaricati di intervenire in caso non ci fosse stato il pagamento dei debiti. Una minaccia che, secondo i giudici, creava una ‘condizione di assoggettamento, timore e omertà’. Un clima di paura nell’ambito della riscossione dei crediti che ha reso il gruppo ancora più ‘potente’, facendogli conquistare l’egemonia nel mercato degli stupefacenti a Roma. Un sistema che, probabilmente, è stata la causa stessa dell’omicidio di Diabolik , mentre per gli altri la ragione degli arresti nell’ambito dell’operazione delle Fiamme Gialle