Una morte terribile quella a cui è andato incontro Fabio Palotti, l’operario ascensorista della Farnesina che lo scorso 28 aprile ha perso la vita precipitando dal vano ascensore che stava riparando.
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Ascensorista morto giovedì 28 aprile: i risultati dell’autopsia
È stata eseguita oggi l’autopsia sul corpo del 39enne, la quale ha confermato che Palotti non è morto a causa della caduta dal vano ascensore bensì schiacciato dal peso dell’ ascensore sul quale stava lavorando. A darne conferma le terribili ferite rinvenite sul corpo, le quali lasciano pensare ad un terribile quanto immediata morte per schiacciamento. Lesioni che non gli hanno purtroppo lasciato scampo.
Per quanto riguarda invece l’orario gli esperti concordano nell’indicare un arco temporale compreso fra le 18.25 e le 19. Tuttavia, quest’ultimi deve essere confermata da ulteriori accertamenti.
Il giallo sulla richiesta di aiuto
Una vicenda dai contorni poco chiari che l’esito dell’autopsia — da parte dei medici legali dell’Istituto di medicina legale del policlinico Gemelli — aiuterà a rischiarare. Palotti infatti avrebbe chiesto aiuto ma i soccorsi non sono arrivati per tempo. Stando ai risultati dell’autopsia, l’operaio avrebbe gridato aiuto nel momento in cui si sarebbe reso conto di quanto stava per accadere. Proprio per questo, sfortunatamente, anche aiuti maggiormente tempestivi sarebbero stati vani.
Stando a quanto ricostruito, la richiesta di aiuto del 39enne sarebbe stata sentita da un funzionario della Farnesina il quale avrebbe allertato i Carabinieri in servizio. Tuttavia quest’ultimi nel momento in cui sono andati a verificare, tra le 18.25 e le 19, non avrebbero trovato nessuno.
Tuttavia, un dettaglio fondamentale resta ancora da chiarire rispetto alla terribile vicenda: come mai la cabina dell’ascensore si è mossa nonostante fosse bloccata proprio per via dell’intervento manutentivo in corso?