Roma, l’inquinamento supera ogni limite. I tassi nella Città Eterna superano di molto i parametri indicati: la situazione è critica.
Roma, l’ambiente è un problema. Non si parla di densità e popolazione, ma di mantenimento e sostenibilità: Legambiente fa sapere che la Capitale d’Italia è un pessimo esempio di gestione sul delicato tema. Il problema, però, non è solo etico ma anche e soprattutto concreto. A questi ritmi la Capitale rischia di rimanere inghiottita in una morsa d’inquinamento da cui poi è difficile – quasi impossibile – uscire. Servono contromisure mirate che vanno ben al di là delle politiche mostrate finora in questo ambito.
Bisogna passare dalle parole, le promesse che hanno caratterizzato ogni Amministrazione, ai fatti. L’allarme è nei numeri: si parta da un dato semplice, ma piuttosto preoccupante. Roma viaggia alla media di 63 auto presenti sul territorio per ogni 100 abitanti: significa che un concetto semplice come la mobilità sostenibile non è stato recepito dai romani. Colpa anche della confusione e dei costi che girano attorno a questi mezzi alternativi. Nuove forme di energia, però, devono entrare anche nella mobilità.
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Altrimenti la viabilità comune diventa un ricettacolo di inquinamento e anidride carbonica. Non è possibile rimandare: lo dice Legambiente attraverso un proclama audace, ma necessario: “Ci siamo rotti i polmoni”. Slogan che rende bene l’idea e la situazione – fuori tempo massimo – in cui vige la Capitale. Il limite possibile attualmente è 5 microgrammi di polveri sottili per metro cubo d’aria. Prossimamente il parametro sarà modificato ulteriormente: si scenderà a 15 microgrammi annuali per metro cubo.
Parametri che Roma non accarezza neppure. La data limite per rimettersi in sesto è settembre 2035: occorre convertire tutti gli Euro 4 ed Euro 6, senza contare la cessazione del Diesel. Tutte cose su cui la Capitale sta lavorando, ma il ritmo è assai lento. I richiami di Legambiente servono a sottolineare quanto non ci sia più tempo per tergiversare: domanda e offerta, in relazione alla mobilità sostenibile, devono trovare un punto d’incontro. Altrimenti la strada da fare resterà in salita e senza più mezzi a disposizione per affrontarla: la nuova parola d’ordine, per Gualtieri e non solo, dev’essere ambiente.