Home » News Roma » Ancora bollette pazze: i romani esasperati tornano alla stufetta

Ancora bollette pazze: i romani esasperati tornano alla stufetta

Pubblicato il
stufe

Lo ricorderemo come il mese della transizione, questo gennaio 2023. E non solo perché, come tutti gli altri che lo hanno preceduto, segna il passaggio dal vecchio al nuovo anno. L’anno in corso è anche quello della transizione ecologica mancata, delle promesse non mantenute.

E mentre negli altri Paesi della UE il ricorso alle energie rinnovabili è in un continuo crescendo, l’Italia fatica visibilmente a tenere il passo, restando ancorata – suo malgrado forse – ai vecchi sistemi di erogazione del gas e dell’energia elettrica. Con gravi conseguenze e disagi per tutti. Le aziende private che gestiscono l’erogazione delle nostre utenze continuano a recapitare bollette stratosferiche. E chi non può pagare si vede, senza alcun preavviso, bloccare i contatori. Così, da un giorno all’altro, preferibilmente nel weekend, quando contattare i call-center per chiedere spiegazioni, è ovviamente impossibile.

L’assalto ai negozi di elettrodomestici

Stanchi di tentare inutilmente di far valere le proprie ragioni, esausti per gli abusi e i soprusi sopportati fino ad oggi con rassegnazione, incerti sul futuro e sugli esiti dei nuovi accordi stipulati dal Governo con il nord Africa, i romani, scettici e provati dalle basse temperature di questi giorni, assaltano i magazzini di elettronica ma soprattutto i discount di casalinghi alla ricerca di soluzioni vecchie e nuove per sopravvivere al grande freddo.

Termosifoni elettrici e ad olio, stufe di ogni genere: ventilate, a gas, alogene, a pellet e persino a legna hanno cominciato a sostituirsi all’uso delle caldaie. Mentre in cucina i fornelli a piastra e a induzione prendono il posto della tradizionale cucina a gas. E per l’acqua calda il grande ritorno allo scaldabagno a muro segna – per chi non ha la fortuna di vivere in uno di quei condomini in cui siano già stati impiantati pannelli fotovoltaici – la svolta decisiva.

“Stiamo esaurendo le scorte – ammette il Responsabile di filiale di uno dei più gettonati discount di articoli di arredamento e casalinghi – Presto dovremo rifornirci di nuovo”. 

La beffa del 110% e i giorni della Merla

“Siamo nella … merla fino al collo – dice un anziano signora in fila alla cassa del supermercato con una stufetta sotto il braccio. Prova a sdrammatizzare. E abbozza un sorriso, reso ancor più amaro dalla certezza che il costruttore dell’appartamento in cui vive in affitto non accetterà mai di adeguarsi ai tempi. “Sa cosa mi ha risposto? E’ tutta una truffa. Ecco cosa mi ha risposto. Perché i rimborsi non arrivano mai!” esclama l’uomo.

E pare non si sbagli. Nel 2020, stando agli ultimi dati raccolti, sono soltanto 1.700 le pratiche portate avanti in totale nel nostro Paese, con 200 milioni di euro di lavori previsti, ovvero circa lo 0,4% del giro d’affari nel settore edilizia, stimato da Ance in 42 miliardi di euro. E nonostante la “crescita esponenziale straordinaria” rivendicata dal governo – a seguito di un aumento del 376% di interventi ammessi a detrazione negli ultimi due mesi, con il numero di nuovi cantieri passati nello stesso periodo da 537 a 2.960 – “in realtà finora abbiamo visto solo la punta dell’iceberg, dal momento che siamo all’inizio del percorso”. È quanto puntualizza l’ingegnere Fabio Vidotto, tra i massimi esperti in Italia e fondatore del network di professionisti DetrazioniFacili.it, convinto che siamo purtroppo partiti, come sempre, in ritardo. E che la burocrazia resti ancora oggi per noi italiani l’ostacolo più difficile da superare. E mentre la domanda cresce vertiginosamente, crescono al contempo e speculazioni. L’offera  della scorsa settimana a 73 euro prevedeva un piano cottura a due fornelli. Oggi, allo stesso prezzo, viene offerto un piano cottura con un solo fornello. La stessa cosa succede anche con le stufe, a dimostrazione dell’aumento dei prezzi anche quando ci sono le cosiddette offerte speciali. 

Impostazioni privacy