La Corte dei Conti ha calcolato un danno erariale da parte dell’Ama che ammonta a 450mila euro. Una somma che la magistratura contabile ha chiesto di restituire e a farlo dovranno essere sette ex dirigenti dell’azienda e tutto per incarichi affidati a professionisti esterni ‘inutili’ che sono andati a gravare sulle casse della società comunale, nonostante quest’ultima avesse potuto contare su componenti del suo organico in grado di svolgere il medesimo lavoro.
Gli incarichi professionali esterni anche a prezzi maggiorati
Sarebbero stati i sette ex manager a conferire incarichi, a prezzi anche maggiorati, coloro che sono chiamati a restituire gli importi calcolati in base al ruolo e alle mansioni ricoperte all’interno dell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Roma.
Le indagini sono state condotte dagli uomini della Finanza, su segnalazione dell’Anac, ed è stato accertato che le violazioni sono andate avanti dal 1998 al 2015, come riporta Il Messaggero. Sono tre gli studi professionali, in particolare, ai quali venivano affidati incarichi, ciascuno con competenze specifiche: assistenza legale, previdenza sociale e sindacale e consulenza tributaria. Prestazioni che, in alcuni casi, si sarebbero anche rinnovate, ma senza che vi fosse una reale esigenza. Tutto con un aggravamento di spesa per il Comune.
La Corte dei Conti ha accertato che si trattava di incarichi non necessari
Per quanto le amministrazioni pubbliche abbiano la possibilità, per legge, di incaricare professionisti esterni, questo deve avvenire per competenze specifiche, in caso di carenza di organico interno all’ente e senza proroghe se non estremamente necessarie. Ma sempre se non ci siano dipendenti interni che possano fornire la medesima prestazione. Ma i magistrati contabili hanno accertato che nei casi di specie, non solo non si tratta di incarichi non necessari, in quanto nell’organico aziendale esistevano figure preposte ad assolvere ai medesimi incarichi, per quanto si è trattato di lavori affidati senza motivazioni specifiche.
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