Si torna alle urne il 12 e 13 febbraio, stavolta per eleggere il Presidente della Regione Lazio e il Consiglio Regionale. Ma già il 25 settembre scorso abbiamo votato in tutt’Italia per le Politiche. Due appuntamenti importanti che non mancano di avere conseguenze per le scuole, visto che solitamente i seggi vengono allestiti negli istituti scolastici.
L’allarme dei genitori, del corpo docente e dei dirigenti
Nasce l’allarme tra genitori, docenti e dirigenti per due interruzioni che arrivano in momenti cruciali dell’anno scolastico, uno a inizio dell’anno l’altro nel momento di avvio del secondo quadrimestre. Questo significa dai 2 ai quattro giorni di sospensione delle lezioni in periodi estremamente delicati per gli studenti.
Nel Lazio con le elezioni del Consiglio regionale gli istituti scolastici che vengono allestiti ad accogliere i seggi chiuderanno dal 10 febbraio per riaprire agli studenti il 14 febbraio, quattro giorni pieni di interruzione che costa caro a livello didattico.
La preoccupazione del presidente dell’associazione presidi
Roma è una di quelle città che più di altre soffre, scolasticamente parlando, l’appuntamento con le elezioni, visto che sono le scuole ad accogliere i seggi. La denuncia arriva direttamente dal presidente dell’associazione nazionale dei Presidi di Roma, Mario Rusconi che sottolinea: “Ci sono piccoli Comuni che sono riusciti a portare i seggi fuori dalle scuole. Qui a Roma sembra un’impresa impossibile, evidentemente è questo il rispetto che la politica ha per la Scuola. Potremmo usare le caserme, per limitare il numero di scuole chiuse. I disagi sono tanti: pensiamo alle scuole con la sede centrale seggio e la succursale aperta. La didattica procede a singhiozzo. Eppure si era detto che questi ragazzi, dopo la pandemia, avrebbero avuto bisogno di recuperare il tempo perduto: continuiamo a fargliene perdere altro”.
Purtroppo nonostante ci siano stati vari incontri non solo state trovate soluzioni alternative e le scuole di Roma, non tutte ovviamente, subiranno questo ulteriore battuta d’arresto, nonostante i giorni che dovrebbero essere garantiti nell’arco dell’anno agli studenti siano 200. Gli istituti romani riusciranno ad assicurare questo termine ai propri alunni?
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