È stata carcerata in Iran il 28 settembre Alessia Piperno, la 30enne romana travel blogger, liberata il 10 novembre scorso. A distanza di due mesi esatti da quanto successo, la 30enne ha deciso di raccontare sui social alcuni momenti della sua esperienza: “Non avevamo fatto nulla per meritarci di essere rinchiusi tra quelle mura, e non posso negare che siano stati i giorni più duri della mia vita. Ho visto, subito e sentito cose, che non dimenticherò mai, e che un giorno mi daranno la forza per lottare accanto al popolo Iraniano. Al tempo, non avevo partecipato alle proteste, perché ci era stato sconsigliato, e il rumore degli spari, mi metteva paura. Adesso è diverso”.
Un ricordo che la abbandonerà mai
Ancora scioccata da quanto vissuto e forse soprattutto da quanto ha visto nei giorni di prigionia, Alessia Piperno è tornata alla sua quotidianità, ma la sua passione per i viaggi resta. Non è escluso che torni presto a viaggiare seppure porterà sempre con sé il ricordo indelebile dei giorni trascorsi in Iran e del carcere. Lei che a visitare un carcere era già stata “nei primi giorni di settembre, andai a visitare per la prima volta nella mia vita, una prigione a Teheran. Si trattava del carcere di Ebrat, ormai diventato museo, ma che una volta era utilizzato dalla polizia segreta Savak, per torturare i detenuti. Rimasi tra quelle mura per diverse ore, cercando di immaginare la paura che si viveva all’interno di quelle celle. ‘Le urla dei prigionieri si sentivano per tutta la prigione’. Così mi raccontò la mia guida. In qualche modo sembrava come se quelle grida fossero ancora scolpite nei muri e che viaggiassero tra quei corridoi. ‘Esistono ancora prigioni così in Iran?’. Domandai alla mia guida. Lui sospirò. ‘Purtroppo si, la prigione di Evin, che si trova proprio nella parte nord di Teheran’”.
Quando sentì quella risposta Alessia racconta: “Sentii i brividi corrermi su tutto il corpo, senza lontanamente immaginare che 21 giorni dopo, sarei stata anche io, una detenuta, proprio in quella prigione“. Adesso, ovviamente la vita della travel blogger è tornata alla normalità. “Sono a casa, tra la mia famiglia e i miei amici, libera sì, ma fisicamente. È la mia mente a non esserlo, perché in quell’angolo di inferno sono ancora rinchiuse le mie compagne di cella, migliaia di iraniani, e il mio amico Louis. Io sono tornata a una vita normale, esco, a volte rido, faccio progetti per il mio futuro, e dormo in un letto”.
I ringraziamenti per il sostegno ricevuto
Nonostante la routine sia tornata e nonostante si sia materialmente buttata alle spalle quanto ha vissuto in quella prigione, Alessia non dimentica nulla. “Oggi lunedì, oggi in prigione si fa la doccia. Domani è martedì, ci sono i 5 minuti d’aria”. Li ha scolpiti dentro di sè quegli interminabili giorni che, probabilmente, continueranno a restare parte della sua vita per sempre. Ma con l’occasione, nel suo post ringrazia anche tutti coloro che le hanno dato “supporto, inviato disegni e sono stati vicini alla mia famiglia, mi avete dedicato anche solo una preghiera. Riabbracciare la mia famiglia è stato più bello della libertà stessa. E ancora una volta non posso che ripetermi che si, sono fortunata, siamo fortunati, e credetemi, non è scontato, come non lo è la nostra libertà. Un abbraccio, a tutti voi”.