E’ durato ben tre anni il processo a carico di un uomo sulla quarantina finito sotto accusa con l’imputazione di maltrattamenti in famiglia per i quali ha scontato anche tre mesi (tra domiciliari e carcere). A spedirlo dietro le sbarre erano stati i genitori, esasperati dalla convivenza forzata con il figlio più che adulto e da un rapporto malsano fatto di continue richieste, tra cui le “pretese” di avere il caffè a letto, oppure continue somme di denaro e perfino massaggi. Una situazione culminata con la denuncia a causa dei ruoli ormai fuori controllo in casa tanto che in alcune circostanze erano dovute intervenire le forze dell’ordine.
Il caso a Guidonia
La storia, che arriva da Guidonia, era iniziata con una lite domestica piuttosto accesa con la madre che era stata spintonata dal presunto figlio padrone, alla quale era seguita la denuncia da parte dei genitori. I rapporti, come racconta oggi il Messaggero, erano piuttosto tesi in famiglia proprio perché il ragazzo non voleva andarsene malgrado avesse un lavoro e dunque fosse in grado di badare a sé stesso dal punto di vista economico. A quel punto si era aperto il procedimento a suo carico per maltrattamenti a causa delle difficoltà fatte passare ai genitori.
Il carcere poi l’assoluzione
Nel giugno scorso una seconda lite che gli era costata da un lato il carcere, poi i domiciliari da scontare in un’altra abitazione unitamente al divieto di avvicinamento alla casa dei suoi. Adesso però il Giudice ha deciso di scagionarlo dalle accuse: per il Tribunale infatti il reato non sussiste e quanto accaduto – sebbene borderline come caso – sarebbe da ricomprendere nelle dinamiche familiari, seppur burrascose.
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