Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa di CasaPound Italia.
“Mesi fa durante una riqualificazione a via Zara, nel campo adiacente lo stadio comunale, ci siamo imbattuti in un vasto insediamento abusivo abitato da stranieri all’interno del canneto, denunciammo questa situazione senza aver nessuna risoluzione o risposta da parte del comune”. Inizia così la nota di Andrea Cincotta referente di CasaPound Italia di Pomezia.
“Oggi siamo stati contattati da alcuni residenti della zona e siamo tornati sul posto per verificare la situazione attuale che anziché essere migliorata, vista la denuncia fatta da parte nostra ed i numerosi esposti da parte dei cittadini che vivono nel quadrante in riferimento, si trova invece sempre più in uno stato allarmante d’abbandono. Abbiamo trovato il doppio degli insediamenti ed un’altra realtà alle spalle delle stadio comunale. Stiamo parlando dell’ex piscina olimpionica comunale di 50 metri – continua la nota – inaugurata ed abbandonata da anni per il totale disinteressamento da parte delle vecchie amministrazioni e forse per favorire le piscine private che circondano la zona. È impensabile che l’unica piscina comunale della città viva in uno stato di abbandono e degrado e che all’interno degli spogliatoi, oltre che ad essere utilizzati come discarica, ci siano diversi insediamenti abusivi, il tutto a pochi passi da una zona di passaggio per bambini e famiglie viste le numerose abitazioni e lo stadio comunale ancora in attivo. Ci chiediamo perché invece dell’abbandono, il comune non abbia provveduto alla riqualificazione e ristrutturazione della struttura mettendola a disposizione dei cittadini. Noi ci auspichiamo – conclude la nota – e chiediamo all’amministrazione comunale che si applichi subito per la messa in sicurezza della zona occupandosi della bonifica eliminando ogni traccia di degrado, di macerie e di insediamenti abusivi per ridare un senso di decoro alla città e di dignità agli abitanti che vivono il quartiere, stufi di tutte queste situazioni assurde di degrado che sono costrette a vivere quotidianamente.”