I cittadini di Pomezia diffidano il Comune a riaprire il borgo di Pratica di Mare. Questa è l’iniziativa esposta nel convegno conclusosi pochi minuti fa all’Hotel Enea per informare la popolazione su quanto sta accadendo nello storico borgo cittadino.
Dopo la chiusura, borgo devastato
Il convegno, promosso da Stanislao Morganti e dal consigliere comunale Roberto Mambelli, ha visto i contributi del biologo botanico Russini e dell’avvocato Giovanni Di Battista. I punti che i promotori sollevano da tempo di fronte all’attenzione pubblica, anche tramite la pagina “Salviamo l’antico borgo di Pratica di Mare dalla speculazione privata”, sono stati ripresi e approfonditi. In particolare, numerose le prove a sostegno dello storico utilizzo pubblico del Borgo, che avrebbe dovuto impedire al Comune di Pomezia la sua chiusura con il famigerato cancello, da mesi posto a guardia dell’ingresso. Viene contestata dunque la delibera con cui la società Nova Lavinium ha potuto avviare i lavori di recupero del borgo, lavori che hanno anche portato alla distruzione del patrimonio vegetale di Pratica di Mare. Russini ha infatti spiegato, dopo un’attenta analisi, che i platani abbattuti senza alcuna autorizzazione non erano affatto malati di cancro. Sembra mancare la relazione tecnica necessaria per intervenire su alberi monumentali come erano i platani di Pratica, dall’alto valore storico e affettivo. Sulla questione dei platani, inoltre, l’azione del Comune è contestabile per diversi motivi.
La diffida: il borgo deve essere riaperto
Il Comune di Pomezia, infatti, pur avendo verificato già il 16 ottobre 2017 l’abbattimento degli alberi, ha provveduto a una nota interna solo il 12 dicembre. Perché aspettare due mesi per rendere ufficiale la situazione? E perché, chiede l’avvocato Di Battista, si è aspettato il 13 febbraio 2018 per ordinare il ripristino dei platani – come se potessero essere ripristinati degli alberi dal così alto valore storico? L’atteggiamento poco attento, e a tratti contraddittorio, ha portato dunque alla preparazione di una diffida contro il Comune di Pomezia. Sulla base di un comprovato uso pubblico del borgo, diritto consolidato in capo alla comunità, il Comune deve garantire ai cittadini l’accesso all’area. In tutela di questo diritto della collettività, il cancello che da oltre un anno chiude il Borgo deve essere rimosso. L’atto, si legge nel documento, è “dovuto”: vale a dire che, in caso di ulteriore inerzia, i cittadini procederanno presso le competenti autorità giudiziarie. L’azione serve a riportare in primo piano i diritti dei cittadini, che sarebbero stati oscurati da malcelati interessi privati con conseguenze irreversibili sulla bellezza di Pratica di Mare.