Una doccia ‘fredda’ e nemmeno di acqua “pulita” proveniente dalla rete pubblica, è proprio il caso di dire. Continuiamo ad occuparci del problema della mancanza di servizi primari in Via di Campo Selva a Pomezia. Dopo i nostri servizi e le segnalazioni inoltrate al Comune da parte dei cittadini nei mesi scorsi (e in particolare dal signor Vincenzo che si è fatto portavoce di questo problema per la zona) a febbraio gli uffici Comunali hanno inviato una lettera ad Acea per chiedere l’inserimento di “un tratto di rete idrica e fognaria” anche in questa parte di città nel programma degli interventi di estensione della rete idrica e fognaria da realizzare nel territorio comunale. Adesso però sono emerse ulteriori novità.
Acea, intervento (eventuale) non prima del periodo 2024-2027
Nel precedente articolo ci eravamo lasciati con il sogno nel cassetto di questa parte di cittadinanza che vive nel circa km e 700 metri che dall’incrocio con Via di Torvaianica Alta arriva al confine con Ardea: quello di poter “bere, finalmente, un bicchiere d’acqua dal rubinetto la prossima estate”. Un’espressione che farebbe perfino sorridere – considerando che siamo nel 2023 – se non fosse lo specchio di di un’amara realtà. Ebbene, da quanto si apprende non solo sicuramente anche quest’estate i cittadini la passeranno senza acqua né fogne ma, purtroppo, probabilmente anche la prossima e chissà quante altre ancora.
“Dopo la lettera del Comune di Pomezia ho scritto ad Acea per richiedere i tempi degli interventi segnalati dal Comune di Pomezia in Via Campo Selva e loro mi hanno prontamente risposto”, ci spiega il signor Vincenzo. “Purtroppo però mi hanno indicato il periodo 2024/27 come quello da considerare per l’eventuale intervento per la estensione delle rete idrica e fognaria”. Eppure, ci spiega il cittadino, l’ultima Amministrazione (era il 2021) ipotizzava di poter far inserire, richiedendolo sempre ad Acea, “l’intervento in oggetto nella programmazione del 2022 a cura della stessa società idrica”. Adesso si scopre invece che bisognerà, forse, aspettare almeno altri quattro anni. Sempre ammesso che l’intervento si faccia.
Ancora Acea: “Verificare la fattibilità e la sostenibilità tecnico-economica dell’intervento”
Sì perché nella lettera redatta da Acea che ci mostra il cittadino la possibilità che effettivamente avvenga l’estensione di acqua e fogne anche in questa porzione di città non è così scontata. E comunque non in tempi brevi come visto. Vale la pena sempre ricordare che, in assenza di questi servizi primari ed essenziali, i residenti ricorrono alla cosiddetta acqua di pozzo la quale, come ci avevano mostrato gli esiti di alcune analisi condotte privatamente presso una delle abitazioni di zona (nel 2020, ndr), presentava dei valori che superavano i parametri di legge alimentando dubbi anche per tutti gli altri suoi usi ‘paralleli’ (lavaggio personale, di stoviglie e di biancheria, irrigazione, uso elettrodomestici, rubinetteria, impianti idraulici e così via) oltre che chiaramente all’uso diretto per non essere potabile.
Ad ogni modo nel testo l’azienda spiega che “in merito alla richiesta di estensione della rete fognaria ed idrica di Pomezia includendo un tratto della Via Campo Selva, si precisa che la stessa potrà essere inserita ed approvata nel prossimo Programma di Interventi 2024-2027”. Ma – leggiamo ancora – “solamente dopo la conclusione dell’iter di approvazione sarà possibile delineare le tempistiche, la cui definizione è, ad ogni buon conto, correlata al livello di priorità/urgenza degli interventi approvati”. E arriviamo così ai pre-requisti, se così vogliamo definirli, necessari affinché l’intervento vada in porto: “Allo stato attuale Acea Ato2 S.p.A. ha richiesto al comune di Pomezia una planimetria con indicazione precisa dei tratti interessati e di conoscere il numero di abitazioni che sarebbero potenzialmente allacciabili al fine di poter verificare assieme alla STO la fattibilità e la sostenibilità tecnico-economica dell’intervento”.
La replica dei cittadini: “Rivendichiamo il nostro diritto all’acqua”
Ma i cittadini non ci stanno. Ci spiega ancora il signor Vincenzo: “Tutto ciò appare in netto contrasto con i cosiddetti Diritti inalienabili dell’uomo che, nello specifico settore del diritto all’acqua potabile, vengono considerati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come “un diritto umano essenziale per il pieno godimento della vita e degli altri diritti umani”. “La Dichiarazione, approvata il 29 luglio 2010 con 122 voti a favore, nessun voto contrario e 41 astensioni, richiama gli Stati e le Organizzazioni internazionali ad “impegnare fondi, tecnologia e altre risorse per sostenere i paesi più poveri nei loro sforzi per raggiungere l’obiettivo di garantire acqua potabile per tutti”.
L’appello al nuovo Sindaco di Pomezia
“Inoltre – prosegue il cittadino – è ripresa peraltro ampiamente e indirizzata all’interno della legislazione nazionale italiana che nella 17esima legislatura (Dossier 334) ha emanato un Disegno di Legge che evidenziava in particolar il diritto all’acqua potabile di qualità nonché ai servizi igienico-sanitari quali diritti umani essenziali al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani, come sancito dalla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite A/64/L.63/Rev. 1 del 26 luglio 2010 poc’anzi citata. Non solo. In base al comma 2 dell’articolo inoltre, l’acqua viene definita quale ‘bene comune e risorsa rinnovabile’, indispensabile per la vita dell’ecosistema e di tutti gli esseri viventi. Tutto questo per dire che noi rivendichiamo il nostro diritto all’acqua, all’acqua pubblica e potabile: è un diritto inalienabile e che per questo deve essere garantito a tutti i cittadini”. Intanto, come giornale, dal canto nostro, rivolgiamo l’appello – e quindi il compito di occuparsi di questo tema – all’Amministrazione Comunale che verrà incaricando il nuovo Sindaco di intervenire concretamente affinché si possa giungere alla risoluzione di questo surreale problema.
Pomezia: «Surreale vivere nel 2022 senza fogne e acqua potabile», la segnalazione da Via Campo Selva