Su quanto accaduto ieri in consiglio comunale a Pomezia, o meglio sulla rottura tra il sindaco e la sua maggioranza 5 Stelle, parla chiaramente l’ormai ex presidente del consiglio – e candidato sindaco per il M5S – Adriano Zuccalà.
“La decisione di porre fine a questa consiliatura è stata difficile sotto ogni punto di vista – ha dichiarato Zuccalà – Una decisione di responsabilità verso i cittadini ai quali non potevamo più garantire la collaborazione necessaria per lavorare in maniera proficua tra Consiglio, sindaco e giunta. Non siamo noi ad essere venuti meno agli accordi chiari e trasparenti del 2013. Non abbiamo “beghe di partito” e la ripicca politica non ci appartiene.
Tuttavia, il tempo è galantuomo e non c’è voluto molto a confermare quanto scritto nella nostra lettera di dimissioni. Mentre noi Consiglieri eravamo impegnati nella discussione relativa al bilancio, sindaco e giunta, con una procedura quantomeno dubbia, si sono affrettati a deliberare qualcosa di non condiviso, intuendo che ieri sarebbe stata la loro ultima possibilità di accaparrare qualche voto”.
Zuccalà si riferisce a quanto da noi anticipato ieri sera, ovvero l’approvazione di una delibera di indirizzo per il comparto A.
“Mentre noi abbiamo deciso di rimanere coerenti con gli impegni presi nei confronti della città – prosegue il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle – le strumentalizzazioni sono già partite, l’ormai premiata ditta Fucci-vecchia politica si è smascherata e lavora in piena sinergia per tentare di abbattere il consenso di quella che è la prima forza politica in città, il Movimento 5 Stelle. Ringraziamo i cittadini per il supporto ricevuto in questi anni e presto continueremo a confrontarci sul nostro programma. Ripartiamo da lì, dalle idee e dalla squadra, senza protagonismi. Abbiamo grandi progetti per Pomezia che ora può permettersi di investire nelle infrastrutture, nei supporti alle famiglie ed ai più bisognosi, nel rilanciare l’economia e le imprese del territorio. Nessuno deve rimanere indietro, e noi vogliamo lavorare per questo. Vi diamo la nostra parola”.