È un inizio anno scolastico turbolento, quello di quest’anno. Il caro libri ha indotto gli studenti di tutt’Italia a scendere in piazza per protestare e denunciare una situazione insostenibile per le famiglie: ‘L’aumento del prezzo dei libri’. Manifestazioni si susseguono in varie parti della Penisola e anche a Pomezia gli studenti hanno voluto manifestare il loro disappunto con un’azione pacifica nella quale ribadiscono: ‘Studiare? Non me lo posso permettere’.
La protesta degli studenti di Pomezia
Stamattina, mercoledì 13 settembre, la Rete degli Studenti Medi di Pomezia si è raccolta fuori agli istituti scolastici, puntuali, al suono della prima campanella, per essere chiari nel sottolineare una condizione di disagio che coinvolge tutti gli studenti e non di meno quelli pometini: il caro libri.
All’appuntamento di oggi, con il primo giorno di scuola, gli studenti di Pomezia sono arrivati pronti e hanno esposto cartelloni davanti al Liceo Blaise Pascal: “Studiare: non me lo posso permettere” è lo slogan che hanno scelto per protestare contro il caro scuola. L’intenzione è quella di sensibilizzare le istituzioni, perché studiare dovrebbe essere un diritto di tutti, ma con l’aumento dei prezzi dei libri di testo rischia di diventare una ‘concessione’ per pochi eletti.
Sono anche altri i problemi per gli studenti pometini: non c’è sicurezza sulla sede del liceo
A questo si sommano anche altro genere di problemi per Pomezia, dove, anche quest’anno il liceo Blaise Pascal riapre senza avere alcuna certezza per la sede di Selva dei Pini e per questo, insieme ai problemi strutturali nelle scuole, gli studenti hanno deciso di manifestare.
“Anche quest’anno, come possiamo vedere, l’inizio della scuola porta con sé non poche difficoltà: Noi studenti siamo stanchi, stanchi di non essere ascoltati e di non essere considerati abbastanza importanti. A questo modello di scuola basato sul merito, continueremo ad essere opposizione.” commenta Irene Salvati, Coordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Pomezia.