Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato del Partito Democratico di Pomezia.
Anche a noi sulla questione PPE Torvajanica Alta i fatti ci sembrano molto chiari, ma nel verso opposto a chi ha avanzato ricostruzioni giornalistiche puramente fantasiose e lontane dalla realtà dei fatti. La verità non è che “i costruttori si accordano con il Comune”, bensì che il Comune è costretto ad accordarsi con quegli stessi costruttori contro i quali, dall’inizio della consiliatura, ha iniziato una battaglia che non prevedesse né dialogo, né discussione, né confronto. Sebbene anche noi riconoscessimo la necessità di rivedere il PPE, ci eravamo guardati bene dallo spingerci in una battaglia legale che ha visto l’amministrazione Fucci perdente su tutti i fronti: politico, economico e giudiziario. Qualcuno in questa operazione ci vede invece una vittoria “su tutti i fronti”. E dove sarebbe questa vittoria? Nella presa d’atto da parte dell’amministrazione di andare a perdere altre battaglie giudiziarie?
Fermiamoci a ricostruire la vicenda: noi chiedevamo, prima che Fucci intraprendesse una folle battaglia giudiziaria, un dialogo con i costruttori; chiedevamo cioè, né più ne meno, di assumere la stessa decisione assunta oggi e che qualche giornale definisce “colpo di genio, vittoria”. Alle nostre richieste, e a quelle dei costruttori che non si sono mai tirati indietro di fronte a proposte di modifica, accordo e dialogo, sono seguite battaglie giudiziarie che hanno visto impegnate le casse del Comune di Pomezia il quale, lo ricordiamo ai cittadini e a qualche giornalista, ha dovuto pagare profumate parcelle agli avvocati per incassare solo sconfitte: dalla Regione Lazio, dal Tar del Lazio, dal Consiglio di Stato sulle ordinanze emesse dal Tar e per le quali il Comune aveva fatto appello, in ogni giudizio pendente con oggetto il PPE di Torvajanica Alta. Accordarsi con i costruttori non rappresenta una vittoria, ma una resa. Una resa che evita al nostro comune l’ennesima sconfitta giudiziaria, quella davanti al Consiglio di Stato, appellato come dicevamo qualche settimana fa dopo le bocciature del Tribunale Amministrativo Regionale. Oggi scopriamo che quella convinzione di vincere in giudizio non c’è più: è prevalsa la consapevolezza (e la paura?) di incassare una sconfitta che avrebbe significato una richiesta milionaria di risarcimento danni da parte dei costruttori.
Ricapitolando: a che punto siamo arrivati con la strada intrapresa da Fucci? Allo stesso punto che noi indicavamo in partenza: un dialogo con quei costruttori che all’epoca venivano giudicati come “cementificatori” e che oggi diventano un interlocutore serio per poter offrire servizi ai cittadini. Anche noi eravamo convinti di questa cosa e in più volevamo evitare di far arricchire qualche avvocato, spendendo i soldi sprecati in giudizio per offrire servizi ai disabili, dare ascolto ai comitati di quartiere. Come si può definire una vittoria una partita di giro di contenziosi e parcelle, che si conclude nello stesso modo da noi auspicato senza prevedere la minima spesa da parte dell’Ente?
Chiediamo al Sindaco Fucci di far conoscere ai cittadini le somme pagate per sostenere le spese legali e processuali a cui il Comune ha dovuto finora far fronte per portare avanti la linea Fucci sulla vicenda di Torvajanica Alta.
Noi siamo consapevoli di una cosa: su questa vicenda avevamo messo in guardia l’amministrazione più volte, incassando solo “no” e venendo definiti come “amici dei costruttori”. Oggi la stessa amministrazione si siede e dialoga con quei costruttori: sono cambiate le amicizie o forse avevamo posto le giuste osservazioni? Non lo sappiamo. Quello che è certo è che con i soldi dei cittadini di Pomezia qualche avvocato si farà una bella vacanza al mare, mentre qualche cittadino dovrà rinunciare ad alcuni servizi essenziali.”
In effetti, aggiungiamo noi, la vicenda presenta diversi punti poco chiari: oltre a quanto già letto nel comunicato restano inevitabili i dubbi sul perché ci si sia spinti così oltre nella battaglia giudiziaria per poi arrendersi poco prima dell’ultimo atto. Non si conosceva a monte l’esito della strategia che si voleva intraprendere? Perché questo accordo non è stato fatto prima? Domande che necessitano di una risposta perché, nel frattempo, soldi dei cittadini, che a questo punto si sarebbero potuti risparmiare, sono stati spesi inutilmente…