Lottizzazione ‘ex Tacconi’, il TAR Lazio vuole vederci chiaro. È stata infatti pubblicata l’ordinanza n. 2561/2021 emessa in via d’urgenza oggi, mercoledì 3 marzo, con la quale i giudici del TAR Lazio hanno accolto le richieste istruttorie presentate dai legali di Associazione Latium Vetus ordinando al Comune di Pomezia di depositare entro 30 giorni copia dei nuovi progetti dell’opera.
“Alla faccia della trasparenza! – dichiara Giacomo Castro, portavoce di Latium Vetus – A distanza di ormai quasi cinque mesi dall’approvazione della delibera n. 47/2020, con la quale, il 27 ottobre scorso, il consiglio comunale pometino ha dato il proprio via libera alla lottizzazione ‘ex Tacconi’, nessun cittadino, nessuna associazione (e fino ad oggi nemmeno i giudici!) hanno avuto la possibilità di visionare i nuovi progetti tecnici allegati alla variante del mastodontico insediamento, che secondo le volontà della Petromarine Italia, società fuoriuscita dalla galassia patrimoniale riconducibile al patron dei rifiuti Manlio Cerroni, sarà edificato alle spalle del quartiere “La Macchiozza”, tra Pomezia e Torvajanica”.
“Ebbene sì, va infatti detto – proseguono dall’Associazione – che le tavole tecniche allegate alla variante urbanistica non sono mai state pubblicate all’albo pretorio del Comune di Pomezia e nemmeno la richiesta di accesso agli atti presentata formalmente da Associazione Latium Vetus lo scorso 2 dicembre 2020 è riuscita nell’impresa, sia il Comune di Pomezia che la Petromarine Italia, inoltre, hanno finora omesso di depositare in giudizio i nuovi progetti dell’opera. E’ stato necessario l’intervento dei giudici amministrativi, proprio nella direzione delle richieste avanzate da Associazione Latium Vetus, per contribuire a fare piena luce sul progetto urbanistico ‘ex Tacconi’ che, ricordiamo, rischia di dequalificare e stravolgere una delle zone agricole più importanti di Pomezia nei pressi del geosito dei laghi della ‘ex cava Tacconi’, area ‘ad alta suscettività archeologica‘ situata ad un solo chilometro di distanza dal parco archeologico dell’Antica Lavinium, dove società e Comune, con la scusa della ‘riqualificazione’, prevedono di far atterrare ben 140.000 mc di edilizia residenziale, fra i quali edilizia popolare a canone calmierato, per insediare oltre 1500 persone”.
I giudici amministrativi torneranno a riunirsi, per la prosecuzione della causa, nella camera di consiglio del prossimo 4 maggio 2021.
“E’ palese ed evidente la dequalificazione del nostro territorio che deriverà dall’attuazione di questo progetto urbanistico, presentato dal “sistema” come un grande “successo” – conclude Giacomo Castro – come un progetto di “riqualificazione” del territorio: basta solo leggere i numeri inerenti l’enorme cubatura (140.000 mc di cemento) piazzata lontano dal perimetro urbano per rendersi conto di quanto questo progetto stravolgerà e sconvolgerà il territorio, penalizzando tutti i cittadini di Pomezia, che su questo territorio ci vivono e sui quali ricadranno domani gli oneri e i problemi di queste scelte di oggi. Un progetto, quindi, che ci penalizzerà tutti, compresi coloro i quali vivono a Pomezia e vogliono continuare a viverci. Nel 2016 il consiglio Comunale di Pomezia votò l’annullamento di questo piano urbanistico, sulla scorta di quello che avevano statuito tre sentenze del TAR ed una sentenza del Consiglio di Stato, che avevano apertamente dato ragione al Comune! Questo progetto era morto e sepolto…al di la degli alibi e delle scuse che oggi vengono accampate da chi non ha né risposte, né visione né amore per il territorio (ne abbiamo viste tante di queste scuse in questi anni e nei settori più diversi!). In questa fase, informare la popolazione, far conoscere ai cittadini la verità in merito a quanto verrà piazzato sul loro territorio, è un atto fondamentale di libertà di cui tutti abbiamo bisogno”.