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Pomezia, il Comune promuove un’iniziativa sui Comuni Custodi della Macchia Mediterranea

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Comune di Pomezia nominato commissario prefettizio
Tutelare la biodiversità e valorizzare le specificità naturali e paesaggistiche del territorio. Con questo spirito il Comune di Pomezia si è reso promotore di un’iniziativa sui Comuni Custodi della Macchia Mediterranea. Nata ufficialmente cinque anni fa a Caltagirone, la “Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea” vuole creare una rete sempre più ampia tra i Comuni che diventano “custodi” di questa tipica formazione vegetale, impegnandosi ad elaborare un programmi di tutela del ricco patrimonio naturalistico presente sul territorio nazionale.
 
Protagonisti dell’evento, che si è svolto in modalità telematica nella giornata di ieri, il Comitato dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea, l’Associazione mondiale degli Agronomi e alcuni degli Enti locali facenti parte del progetto: oltre a Pomezia – che ha aderito alla Carta lo scorso maggio – i Comuni di Caltagirone, Taormina e Corleone. Presenti la Sottosegretaria alla Transizione ecologica Ilaria Fontana, l’Assessora della Regione Lazio alla Transizione ecologica Roberta Lombardi e la vice Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Angela Foti. 
 

Comuni Custodi della Macchia Mediterranea: Pomezia

“Le aree naturali, i boschi e le dune di Pomezia rappresentano un importante serbatoio di biodiversità locale – spiega l’Assessore Giovanni Mattias – Sul nostro territorio sono presenti numerose formazioni vegetali tipiche, sia nella Riserva della Sughereta che nelle dune della nostra costa. La Macchia mediterranea, ecosistema comune a tutto il Mediterraneo, oltre ad essere un hotspot di endemismi e biodiversità, rappresenta l’identità culturale dei popoli mediterranei anche grazie al sapiente uso millenario delle specie vegetali in essa presenti, da parte dei popoli e delle genti che affacciano sul Mare nostrum”.
 
“Pomezia è il primo Comune della nostra Regione ad aderire alla Carta di Caltagirone – commenta il Sindaco Adriano Zuccalà – Un passaggio importante per dare un segnale concreto nella direzione di uno sviluppo integrato e sostenibile della Città, affiancato alla tutela e alla valorizzazione di questo importante ecosistema. Partiamo da qui con l’obiettivo di coinvolgere sempre più realtà e celebrare questa importante formazione vegetale”.
 
“L’azione incessante dell’uomo produce, troppo spesso, le cause che portano a mutazioni irreversibili dell’ambiente, talvolta dannose e pericolose per l’uomo stesso – dichiara Roberta Lombardi, Assessora alla Transizione Ecologica e alla Trasformazione Digitale della Regione Lazio –. È per questo motivo che sono pienamente consapevole dell’importanza dei principi di tutela ambientale della Carta di Caltagirone ed auspico che non solo la sottoscrivano tutti i Comuni del Lazio ma che la facciano propria tutti i Comuni costieri d’Italia. Un’adesione volta a custodire quell’habitat naturale che, divenuto culla dei popoli del Mediterraneo, assume per noi anche un valore identitario e fa parte della nostra memoria collettiva”.
 
“La Sicilia si può definire geograficamente e visivamente come il core della Macchia Mediterranea – evidenza la vice Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Angela Foti – ponendosi al centro del Mediterraneo è una stratificazione di storia e di biodiversità. L’amministrazione regionale, su impulso delle attività svolte in primis dal Comitato dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea, ha posto l’attenzione su questo tema importante approvando la delibera n.420 del 2019 che fa entrare nel nostro glossario la Giornata della Macchia Mediterranea e l’idea di valorizzare questo patrimonio di biodiversità”. 
 
“Viviamo nel Paese dove si caratterizza la zona più importante della macchia Mediterranea – sottolinea la Sottosegretaria alla Transizione ecologica Ilaria Fontana –, poiché si affaccia sul bacino del Mar Mediterraneo da cui prende il nome. Ma possiamo trovarla anche in altre Regioni del mondo: California, il Cile centrale, la punta meridionale del Sudafrica e l’Australia meridionale. In questi territori esistono aree di eccezionale concentrazione di biodiversità ed elevata densità di specie autoctone, ma a causa dei bruschi cambiamenti climatici, desertificazione e antropizzazione si sta mettendo a rischio questo meraviglioso habitat naturale. Causa di ciò anche la migrazione di specie non autoctone come le capre che si alimentano di qualsiasi tipo di vegetazione senza alcuna distinzione. Per rispondere con forza a questo problema, da anni l’Unione Europea stimola i governi ad attuare direttive volte alla salvaguardia dell’intero ecosistema. Promuovendo azioni che valorizzino, anche grazie a fondi specifici come nel caso del PNRR, attività eco turistiche”.​
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