Sono stati portati in Italia grazie ad un volo messo a disposizione dall’Aeronautica quattro persone rimaste ferite nel terribile incidente avvenuto in Libia lo scorso 1 agosto. Un’autocisterna che, esplodendo, aveva causato circa 20 morti e un centinaio di feriti.
Quattro ustionati gravi atterrati a Pratica di Mare
La richiesta di soccorso speciale è stata avanzata dalle autorità libiche all’Ambasciata d’Italia a Tripoli. I cittadini libici sono così giunti con un aereo C-130J della 46^ Brigata Aerea a Pratica di Mare nel pomeriggio del 6 agosto scorso. Dopodiché sono stati trasferiti presso strutture ospedaliere di diverse regioni italiane (Lazio, Campania e Puglia) per ricevere cure e assistenza medica.
L’incidente in Libia
L’incidente era avvenuto in seguito al ribaltamento del mezzo nei pressi della località di Ubari, nella regione del Fezzan. Nelle ore e nei giorni seguenti all’esplosione, la Difesa, tramite il Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), il Dipartimento di Protezione Civile e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, hanno avviato un tavolo tecnico per organizzare una missione di Medical Evacuation (MEDEVAC) e consentire il trasferimento dei pazienti in Italia in condizioni di sicurezza sia per il personale libico sia per i militari italiani impiegati nell’operazione.
I soccorsi dell’aeronautica militare italiana
L’Aeronautica Militare ha messo a disposizione un equipaggio di volo e un aereo C-130J della 46^ Brigata Aerea di Pisa, con a bordo personale sanitario militare e civile composto da anestesisti ed esperti di grandi ustioni. Impiegato anche un team di Fucilieri dell’Aria del 16° Stormo con compiti di force protection, nonché un’equipe medica del Policlinico Militare “Celio” e dell’Infermeria Principale dell’Aeronautica Militare di Pratica di Mare.
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Il personale dell’Esercito Italiano e della Marina Militare, che opera in Libia nell’ambito della Missione MIASIT, ha fornito supporto all’Ambasciata italiana a Tripoli per la gestione dell’arrivo e del caricamento dei feriti libici a bordo del velivolo. Un’aliquota del Reggimento paracadutisti “Tuscania” dell’Arma dei Carabinieri ha invece garantito la cornice di sicurezza all’interno del sedime aeroportuale.
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Tutte le fasi dell’operazione sono state monitorate dal Joint Operation Centre (JOC) e dal Joint Movement Coordination Centre (JMCC) del COVI, in stretto coordinamento con il Comando Operazioni Aerospaziali, con la Centrale Operativa Remota Operazioni Soccorso Sanitario (CROSS) di Pistoia, con le rappresentanze diplomatiche italiane e libiche.