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Pomezia. Accoltellato nella centrale di spaccio, uomo salvato dai carabinieri. Esclusivo: il racconto della vittima

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Si è salvato solo per puro caso, grazie al passaggio di una gazzella dei carabinieri che hanno visto un uomo insanguinato uscire da un portone, alzare una mano per chiedere aiuto e poi crollare a terra svenuto. Quella che vi raccontiamo è una delle storie del sottobosco di Pomezia, accaduta pochi giorni fa. A parlare è il protagonista, che si è da poco ripreso dopo il delicato intervento chirurgico subito a seguito dell’aggressione subita.

Uomo accoltellato in via Catullo a Pomezia

“E’ successo martedì scorso, il 23 febbraio – racconta il protagonista, M.D.G. – erano circa le 22:30, mi trovavo in via Catullo, nell’androne di un palazzo, al civico 66, dove si trova una centrale di spaccio. Ero lì per prendere una dose di cocaina per una persona, per fargli un favore”. Era fuori casa nonostante il coprifuoco, ma questo ha poca importanza. L’uomo inizia a discutere con lo spacciatore per questioni di tempo: ormai è all’interno della palazzina da più di mezz’ora e il pusher continua a farlo aspettare. “Altri dieci minuti”, continua a ripetere, fino quando M.D.G., sentendosi preso in giro, perde la pazienza e alza la voce, dicendo: “Adesso mi sono rotto”. I toni evidentemente sono molto alti e le parole non molto gentili.

Il racconto del protagonista

“Abbiamo alzato la voce e questo ha dato fastidio a qualcuno. Nel giro di pochi istanti un uomo è sceso dal primo piano con un coltello in mano e mi ha accoltellato alla pancia, nella parte bassa, in modo profondo”, racconta M.D.G., “Sono uscito di corsa dal palazzo e proprio in quel momento, per mia incredibile fortuna, stava passando una pattuglia dei carabinieri. Ho fatto in tempo ad alzare una mano per chiedere aiuto prima di svenire. Se non fossero passati i carabinieri sarei sicuramente morto”.

I militari, che in realtà non passavano per caso, ma erano arrivati in quanto chiamati proprio per le grida che si sentivano provenire da quel palazzo, si accorgono dell’uomo e intervengono: chiamano l’ambulanza e lo portano al pronto soccorso del S. Anna. Lì viene immediatamente operato: ha perso molto sangue, ma per fortuna non è in pericolo di vita.

Dopo 15 ore dall’intervento l’uomo si risveglia (è il primo pomeriggio di mercoledì 24 febbraio) e nella stanza d’ospedale trova i carabinieri, che gli chiedono cosa sia successo. M.D.G racconta l’accaduto e i militari iniziano le indagini.

Il precedente una settimana prima: colpi di fucile davanti alla porta di casa

Ma c’è di più: il sabato precedente M.D.G. aveva subito un attentato andato a male. Qualcuno si era presentato alla porta della sua abitazione e, quando lui aveva aperto, aveva sparato un colpo di fucile. Il primo colpo – per fortuna – aveva fatto cilecca, mentre il secondo non ha colpito il bersaglio in quanto M.D.G. per difendersi ha dato un colpo sul braccio al suo aggressore. Il proiettile ha così preso un mobile, frantumando la vetrina e scheggiando il muro.

Anche su questo episodio indagano i carabinieri di Pomezia. “Ho riconosciuto la persona che mi ha sparato”, racconta ai nostri microfoni M.D.G, “So che è stato denunciato per quello che mi ha fatto”.

Maria Corrao

 

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