Seconda parte del nostro speciale dedicato alla sentenza (diventata definitiva in quanto il Comune di Pomezia ha deciso di non ricorrere in appello) con il quale il Tribunale di Roma ha condannato a gennaio il Comune di Pomezia per “condotta discriminatoria” nell’ambito della nota vicenda riguardante i PEBA, i piani per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Una sentenza storica, alla quale si è arrivati dopo il ricorso presentato nel 2019 dalla Cellula Luca Coscioni, in quanto per la prima volta è stata accertata nei confronti della Pubblica Amministrazione la responsabilità per la mancata adozione dei PEBA in quanto essa costituisce una “condotta discriminatoria collettiva nei confronti delle persone con disabilità”. Ora però, come vi avevamo spiegato nello scorso numero, il Comune dovrà anche rimuovere, e dovrà farlo entro pochi mesi, le barriere architettoniche segnalate nella relazione presentata dalla Coscioni e allagata alla documentazione del processo. Nel numero di febbraio abbiamo visto nel dettaglio i primi cinque punti sui quali si dovrà intervenire (puoi leggere l’articolo qui oppure sfogliare il numero di febbraio cartaceo su https://issuu.com/ilcorrieredellacitta) mentre adesso vedremo invece le restanti quattro barriere da rimuovere che completano la relazione.
Barriere architettoniche a Pomezia, la seconda parte della relazione dell’Arch. Paolo Moscogiuri
A curare il lavoro di documentazione, che comprende le principali criticità esistenti sul territorio, è stato l’Architetto Paolo Moscugiuri, esperto sul tema delle barriere architettoniche. Per il Tribunale tutte e nove queste criticità dovranno essere rimosse dal Comune di Pomezia entro la fine dell’anno.
N.6 Via Cavour nei pressi del n° civico 5, angolo via G. Mazzini
In questo caso abbiamo il passaggio completamente ostruito per chiunque a causa di barriere multiple: c’è un albero con radici affioranti, un palo della luce, paline di segnaletica stradale, il bordo aiuola, dei parapedonali. L’installazione del tutto casuale degli elementi sopra descritti, senza alcuna attenzione a non creare ostacoli e pericoli per il pedone, costringe quest’ultimo a camminare sulla carreggiata. Ogni norma delle leggi sull’eliminazione delle barriere architettoniche, 236/89; 503/96 e 67/2006, è stata qui violata, creando una vera e propria situazione di pericolo.
N.7 Via Ovidio nel tratto da via Orazio a via Varrone
Questo tratto di strada è praticamente privo di marciapiede. Nel 2018 il Comune di Pomezia, invece di dedicare almeno uno dei due lati al marciapiede, ha destinato tutti e due i lati al parcheggio, contrariamente ad ogni dettato legislativo in fatto di abbattimento di barriere architettoniche e contrariamente al dovere di non creare situazioni di pericolo. Precedentemente i due lati erano sempre ostruiti dalle auto in sosta, ma la segnaletica orizzontale era presente solo da un lato. Cosi operando, non solo non si è attuato quanto prescritto dalle leggi, ma si è addirittura “legalizzato” quello che fino a quel momento era stato un parcheggio abusivo.
N’8 Lungomare delle Sirene dal n° civico 264 al 445 (Torvajanica)
Questo tratto di strada, ad alto volume di traffico, è praticamente privo di marciapiede, e tuttavia il Comune di Pomezia ha destinato entrambi i lati al parcheggio, libero e a pagamento. Durante l’estate, la strada è maggiormente frequentata dai pedoni per il fatto che costeggia la spiaggia, emamme con le carrozzine, bambini, persone con disabilità sono costrette a camminare sulla carreggiata con il pericolo di essere investite.
N.9 Largo Goffredo Mameli
Chiudiamo con l’ultima barriera architettonica citata dalla relazione. Siamo al punto di ingresso in città “Pomezia nord”. In questo tratto si incrociano: la Via del Mare, Via dei Castelli, la via Pontina e via Roma, asse di penetrazione all’interno dell’abitato. Il traffico qui è nevrotico giorno e notte e gli attraversamenti sono lunghi e pericolosi. Nel bel mezzo di uno di questi attraversamenti “zebrati” è stato lasciato un tratto di asfalto non livellato attorno a un tombino, che presenta una sconnessione larga circa 10 cm per tutto il perimetro di questo. Che il lavoro sia abbandonato/dimenticato da tempo ce lo dice la vernice bianca posta sopra di esso, Per una carrozzina, un anziano, un ipovedente, o per chiunque, questa barriera rappresenta più che un impedimento alla mobilità: si tratta di un vero e proprio pericolo.
I tempi stretti per il nuovo Sindaco
Ribadiamo che tutti gli interventi riportati in questo articolo, così come per i precedenti, andranno rimossi entro la fine del 2023. Ma non solo. La sentenza del Tribunale prescrive infatti all’Ente di concordare con l’Associazione Luca Coscioni un crono-programma puntuale degli interventi di rimozione entro il mese di giugno; adesso però, com’è noto, il Comune è commissariato e dunque sarà questa, a meno che l’attuale Commissario Gianfranco Tomao, subentrato a Giancorlo Dionisi, non decida di agire prima delle elezioni, una delle prime incombenze cui dovrà far fronte il neo Sindaco praticamente appena eletto. La speranza è allora quella che i tempi burocratici della politica (dalle elezioni, al quasi certo ballottaggio, per poi arrivare alla nomina della Giunta e così via) non diventino nuovamente una scusa per far scivolare in secondo piano i diritti delle persone con disabilità.
Pomezia, il Comune ha 10 mesi di tempo per rimuovere le barriere architettoniche: ecco quali e dove