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Michela vince sul campo (e nella vita): la 24enne di Torvaianica sul podio a Napoli

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Michela Fabbri

E’ salita sul podio. A Napoli e nella vita. Michela Fabbri, 24enne di Torvaianica, ha conquistato la medaglia d’argento nel fioretto e quella di bronzo nella spada nella “Prima Prova Nazionale”. Un risultato ottenuto grazie alla sua eccezionale forza di volontà, di non arrendersi e di guardare avanti nonostante la vita le avesse “sbattuto” in faccia con prepotenza una realtà che sembrava potesse toccare solo gli altri. Un mondo così distante che ti piomba addosso. Un baratro che ti imprigiona e che ti mette davanti a due scelte: uscire fuori o restare intrappolati. Michela inaspettatamente ha dovuto fare i conti con l’altra faccia della medaglia della vita, quella dall’aspetto più brutto. Ha lottato come una guerriera, rimasta paralizzata alle gambe dopo un terribile incidente che l’ha costretta sulla sedia a rotelle. Non si è persa d’animo e ha “restituito” alla vita più di una “medaglia”. Quelle che lei ha vinto fuori e dentro il campo, quelle che ha ottenuto inseguendo la sua passione per la scherma.

Michela, hai conquistato pochi giorni fa questi bellissimi traguardi. Hai raggiunto un ottimo risultato perché alle prove nazionali, che si sono tenute a Napoli, sei salita due volte sul podio. Sei soddisfatta? Come sei arrivata a dedicarti alla scherma? 

«Il 30 aprile e il 1 maggio sono stata a Napoli. Ho fatto diverse gare in passato, poi ogni anno si ricomincia. Ma questa volta ho raggiunto un ottimo risultato perché mi sono classificata al terzo posto in spada e al secondo in fioretto. Come è nata questa passione? Io ho sempre fatto sport, ho praticato 13 anni di nuoto. Poi, dopo il mio incidente, quando ero ricoverata in ospedale ho iniziato a fare diversi sport e mi sono avvicinata e appassionata alla scherma. Abbiamo subito cercato un centro che andasse bene, per iniziare gli allenamenti. E’ stata una sfida, una bella sfida». 

Proprio una bella sfida e immagino che lo sport ti abbia aiutato tanto. Hai trovato la forza di reagire anche grazie alla scherma? 

«Sì, mi ha aiutata tanto e mi ha stimolato a reagire, dato la forza. Sicuramente, dopo l’incidente la mia famiglia è stata un punto di appoggio fondamentale. Poi è arrivato lo sport, la scherma come valvola, un modo per andare avanti. Non avevo mai fatto sport a livello agonistico, ma ho iniziato a vedere i risultati e mi è venuta voglia di proseguire». 

Com’è l’ambiente sportivo? Come ti trovi con gli altri ragazzi? 

«Sono stata convocata anche dalla Nazionale Italiana, mi alleno con loro. Per me è bellissimo andare a Tirrenia, stare fuori 4-5 giorni al mese. E’ un ambiente bellissimo e mi trovo bene con tutti gli altri ragazzi, disabili come me. Tra chiacchiere, sport, risate, conosciamo bene tutte le dinamiche, ci aiutiamo a vicenda, ci supportiamo»

Hai progetti per il futuro? Quali sono i tuoi sogni ora?

«Ora voglio laurearmi e diventare presto una maestra. Sto studiando e sono iscritta al primo anno del corso universitario, scienze della formazione primaria. Questo è il mio obiettivo principale: diventare un’insegnante e stare con i bimbi. In ambito sportivo, invece, mi piacerebbe arrivare alle olimpiadi tra quattro anni». 

Scherma, il sogno di diventare una maestra, ma anche concorsi di bellezza: la tua è una vita molto piena.

«Sì, l’anno scorso ho sfilato per la Milano Fashion Week, mentre a luglio per un’altra sfilata a Roma. Ho anche partecipato al concorso di Miss Italia in Carrozzina»

Quella di Michela è la storia di una ragazza che ha saputo vedere il bello anche nella tempesta più brutta. Perché Michela, supportata dalla famiglia e aiutata dallo sport, sa bene cosa significhi reagire. E’ un esempio per tutti, grandi e piccoli, lei che, con la sua energia e positività, sta continuando a guardare il bicchiere mezzo pieno. Lei che avrebbe potuto arrendersi, ha preso a “sciabolate” la vita, l’ha assalita e non si è fatta sopraffare. Dai dispiaceri, dalla tristezza, dal “perché è successo a me“. Da quel brutto incidente ha saputo trovare una via di fuga, non si è fatta sconfiggere dalle avversità. Tutto il contrario. Fioretto in mano, Michela ha vinto. Fuori e dentro il campo di battaglia, perché sempre di battaglia si parla. 

 

 

 

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