Valentina Leoni è un’attrice di Pomezia. Dopo aver preso parte a numerose produzioni in teatro ed essersi fatta conoscere sul piccolo schermo con alcuni ruoli in fiction di successo tra Rai è arrivato l’atteso debutto al cinema. Valentina, 27 anni, è stata infatti scelta per il nuovo film di Fulvio Risuleo con Edoardo Pesce “Notte Fantasma”, già presentato alla biennale di Venezia a settembre, che arriverà nelle sale cinematografiche a metà novembre. Il 22 ottobre la pellicola è stata proiettata in anteprima a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione mentre il 17 uscirà nelle sale.
L’intervista
Valentina Leoni, artista e attrice di Pomezia, debutta sul grande schermo nel nuovo film con Edoardo Pesce. Come ti senti?
“Comparire sul grande schermo per la prima volta è un’emozione indescrivibile. Quando insegui per tanto tempo un sogno e poi questo inizia a realizzarsi è qualcosa di unico. Al tempo stesso lavorare al fianco di grandi professionisti e partecipare alle riprese mi ha fatto capire che la strada che ho intrapreso è quella giusta, che mi trovo nel posto ‘giusto’”.
Come sono state le riprese?
“Devo dire che la Produzione mi ha fatto sentire a casa, sono andata sul set anche in giorni in cui non ero convocata e Fulvio, il regista, ha accolto con piacere la mia curiosità di assistere ad altre scene senza problemi. Lavorare con Edoardo poi è stato fantastico, lui è simpaticissimo. Ogni giorno di riprese cercavo di rubare ‘il mestiere con gli occhi’ il più possibile come si usa dire in questi casi ed essendo un attore molto istintivo mi ha permesso di considerare l’improvvisazione sotto altri punti di vista”.
Alcuni momenti delle riprese del film
Che ruolo avrai nel film? Puoi darci qualche piccola anticipazione?
“C’è una scena, una clip-promo del film, in cui si vede Edoardo, che interpreta un poliziotto, con il ragazzo che ha deciso di prendere sotto custodia dopo averlo pizzicato in un parco a comprare del fumo, quasi come fosse un ‘ostaggio’. Ebbene, in questa sequenza il giovane viene costretto a provarci con me che in quel momento ballo ubriaca nel locale dopo essere stata ad una festa con un’amica. Purtroppo non posso aggiungere altro per non “spoilerare” troppo ma posso comunque dire che non mancherà l’adrenalina, tanto che per la prima volta mi sono dovuta affidare a un esperto di combattimento scenico. Ci saranno momenti di tensione e il tutto sfocerà anche in una rissa. Il film, nel suo insieme, è una sorta di “road movie” che ruota attorno alle vicissitudini di questi due personaggi in giro per Roma in un’unica notte. Come per l’osteria ci saranno altri luoghi-chiave ognuno dei quali rappresenterà un episodio a sé stante ma che convergeranno tutti in un finale inaspettato”.
Red carpet a Roma per la prima del film durante il festival Alice nella città
Facciamo un passo indietro. Puoi raccontarci la tua infanzia e come sei arrivata alla passione per il mondo dello spettacolo?
“C’è un ricordo in particolare di quando ero bambina che mi ha raccontato mia mamma. Avevo circa 4 anni e guardando la televisione le dicevo: ‘mamma io voglio entrare dentro la scatola e parlare con queste persone’. Praticamente avevo questo sogno sin da quando ero piccolissima! Ad ogni modo sono nata a Roma, ho vissuto 4 anni in Provincia di Cagliari (città Natale di mia mamma, ebbene sì sono per metà sarda), poi ci siamo trasferiti a Pomezia per motivi di lavoro del mio papà. Ho frequentato il Liceo Pascal prima di laurearmi all’Università La Sapienza a Roma in “Arti e scienze dello spettacolo”. Prima però mi sono avvicinata al mondo dello spettacolo attraverso la passione per il canto; poi a 19 anni, grazie al teatro, ho scoperto la recitazione, e ho capito che le due cose – che insieme creano il mondo del musical – potevano essere unite. Infine, da qualche anno, mi sono interessata al cinema. Ho fatto i primi provini e adesso ho questo emozionante debutto sul grande schermo che speriamo sia solo l’inizio”.
Prima del cinema c’è stata però anche la Tv dato che hai preso parte a diverse fiction Rai di successo e molto amate dal pubblico: puoi parlarcene?
“Sì sono state esperienze molto formative e che mi hanno permesso di crescere molto dal punto di vista professionale ognuna sotto aspetti diversi. Per esempio in “Non dirlo al mio capo”, dove facevo la controfigura di Vanessa Incontrada, oltre che lavorare a contatto con attori italiani affermati come Lino Guanciale e ovviamente la stessa Incontrada, ho fatto quella che potremmo definire un’utilissima gavetta. Ho appreso tante dinamiche, mentre Vanessa girava altre scene io di spalle davo le battute del suo personaggio ad altri attori, ed è stato il modo in cui ho mantenuto un allenamento recitativo. Insomma, tanti retroscena di cui ho fatto tesoro. In quello stesso periodo ho interpretato un’infermiera in “Che Dio ci aiuti 4” e poi, anche se in misura minore, nella stagione successiva. In mezzo l’esperienza, anche qui importantissima, in “E’ arrivata la felicità 2”, dove ho impersonato una maestra d’asilo”.
Qual è il ricordo a cui sei legata di più?
“Come detto sono state tutte esperienze importanti sotto vari aspetti. Se devo scegliere un ricordo in particolare dico il ruolo dell’infermiera in “Che Dio ci aiuti” e questo perché per la prima volta in video è comparsa la mia voce associata al mio volto. E’ stata un po’ la conferma che pian piano il mio sogno stava prendendo forma”
E per il teatro?
“Anche in questo caso scelgo un momento-chiave che ha segnato un momento di svolta nel mio percorso lavorativo e di crescita professionale. Ne “Il Vantone” di Pasolini interpretavo una prostituta, un ruolo che comunque ti espone e ti mette in difficoltà tanto più che devi catapultarti in un mondo che non ti appartiene, che è distante da te. Ma al tempo stesso ti “obbliga” a non poterti mostrare debole, di certo certo non ti permette di provare imbarazzo. Ringrazio per questo Massimo Venturiello, il regista, che mi ha aiutato a capire che sul palco non c’era Valentina, ma un ruolo, una maschera. E questo è per certi versi liberatorio perché a quel punto dietro quella maschera puoi divertirti come una matta. Quel ruolo mi ha permesso di superare ansie e paure. Ho capito che, recitando, potevo essere “un’altra cosa”. E non è stato facile considerando che tra il pubblico c’erano i miei genitori e i miei nonni! Dopodiché voglio citare anche “Le belle notti”: oltre che per la parte in sé anche per l’esperienza dello spettacolo corale e dalla necessità di andare in scena ad ogni replica sempre mantenendo lo stesso livello di performance per non tradire le aspettative del pubblico. E’ stato molto bello”.
Un’attrice o un attore italiano con il/la quale vorresti lavorare?
“Sicuramente Paola Cortellesi. E’ un’attrice poliedrica, capace di interpretare davvero qualsiasi ruolo, sa fare tutto praticamente”.
Un nome internazionale invece?
“Beh, pensando in grande, ma in grande, in grande, in grande, dico Meryl Streep. Credo sia un mito, un’icona a 360°, la mia tesi all’Università è stata su di lei”.
Guardando al futuro qual è il traguardo che vorresti raggiungere?
“La gratificazione più grande sarebbe quella di essere identificata come “Nina (questo il nome d’arte che mi piacerebbe avere) Leoni l’attrice”. Chiaramente è un processo ancora molto lungo ma sicuramente è questa la strada che voglio continuare a percorrere. In futuro mi prefiggo l’obiettivo di ampliare i miei orizzonti, proseguire gli studi e concentrarmi sulla lingua inglese. E perché no guardare a qualche produzione all’estero. Un passo alla volta però”.
Il cinema, ma anche il teatro, esce da un periodo complicatissimo a causa della pandemia. Cosa pensi in proposito?
“E’ stato un periodo buio, è stato toccato il fondo. Dal punto di vista personale è stata una situazione che ho sperimentato direttamente con mano considerando che prima dello scoppio della pandemia avevo fatto un solo provino per il cinema e poi è arrivato il lockdown con tutte le conseguenze che ben conosciamo. E’ stato brutto lavorativa mente parlando perché chi come me voleva farsi conoscere si è trovato a confrontarsi con ostacoli enormi dovuti all’impossibilità dei contatti in presenza”.
E adesso?
“La situazione sta tornando alla normalità. Quello che mi sento di dire è che il cinema e il teatro hanno un fascino unico nemmeno lontanamente paragonabile ai servizi in streaming che pure sono senza dubbio maggiormente alla portata e pratici. Ma le emozioni che suscitano sono completamente diverse, non c’è partita”
Hai mai pensato di mollare tutto e dedicarti ad altro?
“Sono sincera, no, non l’ho mai fatto, nemmeno nei periodi più difficili della pandemia. In attesa della mia occasione ho fatto altri lavori – anche perché dovevo mantenermi – ma tenendo sempre bene in mente l’obiettivo da raggiungere. Pian piano sto iniziando a raccogliere quanto seminato”
Altre passioni oltre alla recitazione e allo spettacolo?
“Il canto e il disegno”.
Abbiamo spazio per qualche ringraziamento…
“Allora chiaramente il primo pensiero va alla mia famiglia che ha scelto di supportarmi nonostante la scelta di un mestiere così difficile. Poi ai miei amici che hanno sempre creduto in me e continuano a farlo. Una menzione speciale la dedico inoltre alla scuola “Primestudio” e al mio coach Stefano Zanchetti: è il mio mentore artistico che mi ha permesso di ritrovare la mia voce dopo anni in cui avevo abbandonato il canto; il miglioramento nella recitazione è stato una conseguenza, così come la vincita del provino, perchè Stefano mi ha insegnato che è tutto collegato. Devo molto a lui. Voglio citare infine anche Giulia Fusaroli a questo proposito, ovvero la casting director che ha mi ha proposta per prendere parte al film “Notte Fantasma”: l’avevo già conosciuta per il provino per un’altra serie tv e quando le hanno chiesto un profilo per questa produzione mi ha contattata. Il mio debutto sul grande schermo è anche merito suo. Chiaramente un sentito grazie va anche a Fulvio Risueo per avermi scelta, ho imparato tanto da lui sul set e dal bellissimo rapporto creativo e di amicizia che aveva con Edoardo, nonché dalla visione delle sue creazioni precedenti tra cui “Guarda in alto” e “Varicella” che lo rendono un promessa del cinema italiano”.
Chi è Valentina Leoni
Nata a Roma si è trasferita da bambina a Pomezia. Ha recitato a teatro, in alcune serie tv prima del debutto al cinema con il film “Notte Fantasma”. Dopo il diploma al Liceo Classico Pascal è arrivata la laurea all’Università La Sapienza di Roma in “Arti e scienze dello spettacolo”; diversi i corsi/workshop tra danza, recitazione e canto così come le scuole professionali frequentate (come la Scuola di recitazione Officina delle arti Pier Paolo Pasolini, o quella presso lo spazio diamante finanziato dal teatro Brancaccio e dalla Sala Umberto). A teatro la troviamo in alcune commedie come “Il Vantone” di Pasolini, “I monologhi della vagina”, “Moby Dick. Me stesso cerco”, “Tu chiamami se vuoi”, “Le belle notti”. Sul piccolo schermo il debutto arriva nel 2015 anche se come controfigura, prima dei ruoli in “Che Dio ci aiuti” (stagione 4 e 5) e in “E’ arrivata la felicità 2”. A novembre 2022 l’esordio al cinema.
La trama di Notte Fantasma al cinema dal 17 novembre
La pellicola, presentata in anteprima anche alla Biennale di Venezia a settembre 2022, è diretta dal 30enne romano Fulvio Risuleo. Due i protagonisti principali: un poliziotto, interpretato da Edoardo Pesce (David di Donatello nel 2019, volto di Romanzo Criminale e tantissimi altri film), e un ragazzo, Tarek (Yothin Clavenzani). Le vicende partono dal loro incontro quando quest’ultimo viene pizzicato in un parco pubblico ad acquistare della droga; ma anziché portarlo in Commissariato l’agente, personaggio ambiguo, a tratti minaccioso, a tratti gentile e perfino complice, decide di trascinarselo dietro per tutta la notte fino all’alba. Teatro delle riprese Roma: i due vivranno vicissitudini diverse tra adrenalina, azione, inseguimenti, risse sparse qua e là in diversi luoghi chiave della Capitale, come un’osteria (dove recita Valentina Leoni) o un cimitero. Poi, alle prime luci del mattino, il colpo di scena che potrebbe stravolgere i ruoli tra i due. La pellicola, per Vision Distribution, uscirà il 17 novembre.
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