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Fiorucci, Partito Comunista: “lavoratori di Pomezia preoccupati”

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Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del Partito Comunista (PC) dei Castelli Romani. “Alla Fiorucci c’è grande preoccupazione tra i lavoratori”, scrivono i comunisti. “Bisogna riportare in azienda le produzioni, ridare il lavoro agli operai e licenziare il management”.

La ricetta spagnola non funziona

“Avevamo ragione noi comunisti: la ricetta spagnola non funziona. Lo scandalo che sta colpendo la Fiorucci in queste ore, con il ritiro di un lotto di prosciutto cotto dai supermercati della Coop per il rischio listeria, conferma le nostre analisi. In questi mesi, noi comunisti abbiamo pesantemente criticato le politiche portate avanti dal management della “Cesare Fiorucci SPA”, basate sulla esternalizzazione delle produzioni (da cui proviene il prosciutto cotto ritirato), sulla cassa integrazione e sulla riduzione del salario per i lavoratori, sullo smantellamento degli impianti produttivi della sede di Santa Palomba. Il nuovo management, questa volta arrivato dalla Spagna, è riuscito a chiudere il bilancio 2017 con una perdita record di 23 milioni di euro. Le politiche scellerate del nuovo management, avallate dai sindacati collaborazionisti (perché? in cambio di cosa?), stanno portando al fallimento una delle più importanti aziende della zona industriale di Pomezia, un’azienda che occupa 492 dipendenti”.

Rilancio di Santa Palomba

“Come avevamo già detto e scritto, tutti i sacrifici imposti dall’azienda e dai sindacati collaborazionisti ai lavoratori della Fiorucci sono risultati assolutamente inutili. Inoltre, nella relazione al bilancio 2017 è riportato che i dati contabili dichiarati nei precedenti bilanci contenevano un gravissimo “errore”: le rimanenze di magazzino sono state sopravvalutate per oltre 15 milioni di euro negli esercizi 2016, 2015 e precedenti. In pratica, con la precedente gestione le scorte del magazzino sono state aumentate per diversi anni al fine di coprire le ingenti perdite societarie nei confronti dell’azionista (la multinazionale spagnola “Campofrio Food Group”) e del fisco. “Aggiustare il bilancio” per renderlo più gradevole all’azionista e al fisco è un’operazione che non è consentita dalle norme del diritto e dalla legge. Il Partito Comunista dei Castelli Romani chiede l’immediata sospensione delle esternalizzazioni delle produzioni (che tanto stanno danneggiando l’immagine dell’azienda), il rilancio della qualificata produzione della sede di Santa Palomba, la sospensione della cassa integrazione per i lavoratori, il licenziamento dell’Amministratore delegato spagnolo, la sospensione delle esternalizzazioni alle cooperative esterne. Solo così sarà possibile salvare la “Cesare Fiorucci SPA” e 492 posti di lavoro”.

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