Vero o falso
Dopo lo spavento generale e la crisi economica ancora in atto, in molti stanno spazzando via i mesi difficili con le uscite di gruppo e le giornate al mare: come a voler prendere aria a pieni polmoni rompendo ogni barriera.
Un comportamento quasi ovvio dopo mesi di reclusione, non fosse per il fatto che la tendenza è l’esasperare in una direzione o nell’altra le nostre azioni: siamo passati dal panico alla noncuranza.
Ad oggi le informazioni sul virus non sono prive di elementi poco noti e affermazioni contraddittorie. Qualcuno per riempire il bisogno di risposte tende a credere che sia stato tutto un falso.
Il nostro dovere è il rispetto per le regole: la mascherina sui mezzi pubblici, nei locali al chiuso, sanificazione e continua igiene dei commercianti all’interno delle proprie attività.
Segue una testimonianza importante sul richiamo al comportamento civile.
La testimonianza
Sono una persona di 54 anni, ho delle patologie che possono incidere gravemente sulla mia salute o addirittura sulla mia vita, nel caso fossi contagiato dal Coronavirus. La stessa cosa vale per un mio carissimo amico di 59 anni, affetto da una patologia che se contagiato potrebbe avere gli stessi miei problemi.
Per questo motivo e anche per una questione affettiva legata alla nostra regione – siamo entrambi di Roma – abbiamo deciso di fare le vacanze nel Lazio: esattamente nei pressi di Torvaianica.
Un posto che amiamo, perché ne siamo legati dai tantissimi ricordi e da anni la frequentiamo nei fine settimana estivi o prima di partire per i grandi viaggi all’estero; gli abitanti sono sempre stati molto ospitali, una cittadina di mare piena di vita, con negozi, bar e ristoranti aperti fino a tardi.
Abbiamo quindi affittato da persone squisite del posto, una villa ad uso esclusivo, dove ci siamo solo noi: con piscina e tutti i comfort possibili. Non abbiamo badato a spese, perché ci piace l’idea della ripartenza dopo il grande blocco dovuto alla quarantena.
Purtroppo sabato scorso è successa una cosa a dire poco spiacevole: siamo usciti completamente in sicurezza anti-contagio, con mascherina e occhiali abbiamo deciso di andare a fare un giro sul lungo mare e infine una sosta al bar… la sensazione bruttissima è scattata subito, ed era motivata.
In giro per Torvaianica quasi nessuno portava la mascherina e quelli che l’avevano la portavano come un accessorio, sul braccio o abbassata sul collo, con bocca e naso scoperto. Ho trovato questa cosa molto incivile, ma portando noi delle mascherine che oltre che proteggere gli altri, proteggono anche noi nel caso di contatto con persone infette, abbiamo resistito e non abbiamo mollato.
Proseguiamo la ricerca di un bar sicuro per il nostro aperitivo ai tavolini esterni ed abbiamo subito notato che la maggior parte dei camerieri e del personale di diversi bar, non indossava la mascherina, al massimo tenuta calata sul collo o portata sul braccio.
Quindi abbiamo evitato di sederci in quei bar.
Ne abbiamo notato uno con tavoli esterni distanziati abbastanza bene, e la cosa che ci ha convinti a fermarci erano i due cartelli grandi all’entrata, dove vi era scritto che era assolutamente vietato entrare senza mascherina e senza igienizzare le mani: abbiamo allora pensato che fosse il posto giusto, invece sbagliavamo alla grande.
Ci siamo seduti e la ragazza che si è avvicinata a noi per l’ordinazione non ha pulito il tavolo, e sopratutto teneva la mascherina abbassata sul collo, senza coprire naso e bocca.
Ho spiegato che avevamo problemi di salute e se gentilmente poteva tirare su la mascherina, ma essendo straniera non capiva bene, però io ho fatto di tutto per farmi capire e lei ha tirato su la mascherina.
Abbiamo ordinato e la cosa allucinante avviene proprio da questo momento: ci porta la consumazione un’altra ragazza, modi un po’ sguaiati e sopratutto mascherina completamente calata sul collo.
Quando dico nuovamente che avevo chiesto alla collega di indossare nel modo esatto la mascherina e che non avrei consumato quelle cose portate senza nessuna protezione anti Covid-19, la risposta è stata folle: mi ha detto che nei luoghi aperti non c’è l’obbligo della mascherina.
Ho spiegato che nei bar e dove si servono cibi o altro da consumare, va portata per non inquinare, ma lei è rimasta ferma sulla sua posizione: a quel punto mi hanno chiesto di pagare.
Abbiamo pagato sì, ma senza consumare.
Per istinto ho guardato l’interno del bar: nessuno portava la mascherina sulla bocca e sul naso e sopratutto molti clienti, entravano senza.
A questo punto ho cercato qualcuno per segnalare la cosa, ma non c’erano né vigili né polizia o carabinieri: quindi ho chiamato il 113.
La cosa che mi dato molto fastidio è il fatto che quando ho segnalato la situazione al 113, ad un carabiniere al quale ho spiegato tutto, e dopo aver dato nome e cognome mi ha detto in modo piuttosto scocciato, che avrebbero mandato a controllare.
Onde evitare problemi di stress fisico e psicologico, dopo 20 minuti ci siamo avviati verso casa. A quel punto mi arriva una telefonata con numero anonimo. Rispondo è il carabiniere o poliziotto, questo non mi è chiaro, perché la persona non si è qualificata, mi chiedeva se ero sul posto, me lo chiedeva in modo brusco: ho risposto di no.
A questo punto mi ha detto che quando si fa una segnalazione bisogna rimanere sul posto.
Mi sono anche offerto di tornare, mi ha risposto di no.
In quel momento mi piace pensare che sia caduta la linea e non che mi abbia chiuso il telefono in faccia. Quindi ho richiamato, perché non avevo nulla da nascondere e ritengo che non rispettare le misure anti-covid sia molto grave. Al 113 mi ripassano la persona di prima, che quando gli chiedo se erano andati a controllare e con tono scocciato mi risponde che erano andati nel bar da me segnalato e che era tutto in regola.
Esprimo un mio parere personale: come potevano essere tutti in regola se mezz’ora prima non portavano le mascherine e mi è stato detto dalla persona che lavorava lì, che non era obbligatoria?
Permettetemi di avere dei dubbi.
Ricordiamo che il Coronavirus ancora esiste in giro per il mondo, miete migliaia di vittime, e i più importanti virologi hanno detto chiaramente che se non rispettiamo le regole potremmo avere dei nuovi focolai.
Abbiamo visto pochi mesi fa, come in un attimo da un caso, da pochi casi, si formano delle vere e proprie regioni contaminate con dei numeri altissimi.
Inoltre, esistono gli asintomatici a mio avviso i più pericolosi in grado di trasmettere inconsapevolmente.
Io non voglio creare allarmismo, ma tutti i virologi dicono che con molta probabilità avremo in autunno una seconda ondata: abbiamo il dovere di contenere i numeri il più possibile, per non mandare in tilt gli ospedali e sopratutto, non ritrovarci di nuovo con il problema delle terapie intensive intasate e il personale sanitario oberato.
Ci siamo dimenticati il lockdown? Ci siamo dimenticati dei problemi economici che ha portato questa situazione al nostro paese?
Se ve lo siete dimenticati, io no!
Secondo voi è giusto che delle persone che decidono di incrementare il turismo a Torvaianica, che hanno scelto di spendere i soldi delle loro vacanze nella propria regione siamo trattati così e non gli venga assicurato il minimo sindacale?
Prendere qualcosa al bar senza rischiare di prendere il coronavirus? Tutto questo perché non si rispettano le misure di sicurezza anti Covid-19?
Io amo tutta l’Italia, Lazio con Torvaianica compresa: ma voglio venirci e sentirmi sicuro e rispettato e questo non è stato fatto.
Chiedo a chi deve di vigilare sul territorio senza tralasciare nulla: trovo ingiusto nei riguardi di tutti, compresi i cittadini e i vari commercianti di Torvaianica, che perdano turismo a causa di questi che non hanno il minimo rispetto delle misure anti Covid-19.
Tutto questo è documentabile, perché ci sono le telefonate fatte da me e dalle forze dell’ordine.
Non sono uno che vuole creare problemi, ma vorrei che nessuno ne creasse a me. Vorrei solo che venissero rispettare le regole.
L’Italia ha affrontato questa situazione in modo egregio sotto l’aspetto sanitario e anche grazie a noi tutti che abbiamo rispettato il lockdown. Perché ora dobbiamo buttare tutto questo al vento? Non mi sembra saggio, né coscienzioso, né civile.
Il virus senza l’ospite non vive e purtroppo siamo proprio noi esseri umani a portarlo in giro e creare altri contagi.
Grazie a tutti per la vostra attenzione.
A.C.
Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno