“Qui potete ammirare dove, fino al secolo scorso, aveva sede l’antico ufficio postale, mentre pochi metri più avanti c’era lo studio del medico condotto”. E’ mentre Giacomo Castro pronuncia queste parole, illustrando nei dettagli i vari edifici che compongono il Borgo di Pratica di Mare, che la visita guidata organizzata dall’associazione Latium Vetus per oggi, sabato 25 settembre, dalle ore 16:00 alle ore 18:00, viene interrotta dall’arrivo di una pattuglia dei Carabinieri della stazione di Torvaianica. E’ veramente assurdo quanto successo questo pomeriggio a Pomezia, di cui siamo testimoni oculari.
I militari – intervenuti a seguito di una chiamata arrivata al 112 nella quale veniva affermato che un nutrito gruppo di persone era entrato nella proprietà privata del Borgo di Pratica di Mare – hanno chiesto l’identificazione di tutti i presenti, pensando che le strade dove il gruppo stava camminando fossero davvero private come la persona che aveva effettuato la “solerte” chiamata al numero di pronto intervento aveva dichiarato.
Leggi anche: Borgo di Pratica di Mare aperto “a metà”, le transenne sono ancora lì: ecco la situazione attuale (VIDEO)
La chiamata al 112: “Le strade sono private”, ma le ordinanze dicono il contrario
Attoniti tutti i partecipanti alla visita guidata. Il presidente dell’associazione, nonché guida, Giacomo Castro, ha ovviamente ribadito che, come da varie sentenze emesse dal Tar e come da ordinanze comunali le strade del Borgo risultano essere pubbliche e che possono essere transitabili a piedi. Dopo vari controlli incrociati, i militari hanno accertato la veridicità di quanto affermato da Castro e dal legale che affiancava il gruppo, l’avvocato Ida Nazzaro.
Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale, per verificare che non ci fossero auto che ostacolassero il passaggio o che transitassero nel borgo. Mentre l’avvocato parlava con gli agenti la visita guidata del gruppo, formato da 24 persone, è ripresa, per evitare che si sforasse con i tempi. Al termine del controllo gli agenti, consci di quanto stava accadendo, non hanno potuto far altro che augurare il buon proseguimento della visita ai partecipanti.
“Qualcuno – ha affermato Giacomo Castro – non vuole che il Borgo torni pubblico. E quello che è accaduto oggi lo dimostra chiaramente. Noi siamo qui in modo civile, stiano semplicemente riprendendo una tradizione interrotta 6 anni fa, prima che il cancello chiudesse la possibilità di accedere al Borgo. Certo, 6 anni fa era tutto diverso, c’erano gli alberi e si poteva vedere da vicino ogni cosa… Stiamo solo spiegando la storia di questo posto, che è anche la nostra storia, visto che viviamo qui. E’ gravissimo che lo si voglia impedire. Le case saranno pure private, ma le strade no”.