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Borgo di Pratica di Mare, il Comune di Pomezia: “Il cancello va rimosso”, firmata la nuova ordinanza

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Cancello Pratica di Mare oggi 21 luglio

Borgo di Pratica di Mare, arrivano importanti novità dell’ultima ora. Il Comune di Pomezia in data odierna ha infatti pubblicato un’ordinanza con la quale intima la rimozione del nuovo cancello – apposto a luglio dalla società Nova Lavinium all’ingresso del borgo e che ne sta precludendo a tutt’oggi l’accesso – entro 10 giorni.

Nel testo (che potete trovare e leggere qui anche per ciò che riguarda le motivazioni) l’Ente chiede infatti la “rimozione del cancello metallico provvisorio, a due ante a battente, avente larghezza approssimativa pari a m 4,00 e altezza di circa m 3,50, ancorato a due lati fissi, sempre in ferro, assicurati alle mura di protezione del borgo, ripristinando altresì lo stato dei luoghi antecedente all’intervento“.

Insomma, la partita attorno a Pratica di Mare è tutt’altro che chiusa. Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo questa intrigata vicenda.

Le ultime news sul Borgo di Pratica di Mare 

Sì perché le notizie in merito allo storico centro di Pomezia erano ferme a fine luglio scorso quando, per l’appunto, il nuovo cancello apposto dal privato aveva (nuovamente) chiuso l’accesso al Borgo. Dopo la pubblicazione di un nostro articolo tuttavia, una lettera scritta da ben otto Avvocati in nome e per conto della Nova Lavinium, società riconducibile alla famiglia Borghese, era stata inviata alla nostra Redazione. La richiesta? Delle precisazioni in merito al nostro articolo pubblicato il 21 luglio scorso dove raccontavamo, come notizia di cronaca, la comparsa proprio del nuovo cancello volto a sbarrarne nuovamente l’ingresso. 

La società ci aveva chiesto pertanto di rettificare il contenuto del servizio (e noi, come da legge sulla stampa, abbiamo pubblicato le loro dichiarazioni) reputandolo “infondato e travisante“. Tale giudizio, chiaramente, non ci trovava e non ci trovava d’accordo e per questo vogliamo dar modo ai lettori di avere un quadro il quanto più completo possibile sugli ultimi sviluppi della vicenda. 

A partire dall’ultima sentenza del Tribunale di Velletri che, secondo la Nova Lavinium, avrebbe messo la parola fine sull’intera questione Pratica di Mare tanto che, come accaduto, ad oggi l’accesso al Borgo non è più consentito. Noi, così come altre Associazioni, o come pure il gruppo politico Valore Civico, che si sta battendo con decisione sulla questione, non condividiamo tale lettura dei fatti – se non altro perché si tratta di una sentenza di primo grado – e proviamo a spiegarvi le nostre motivazioni, tanto più alla luce della nuova ordinanza del Comune di Pomezia.

In breve

  • Una recente sentenza del Tribunale di Velletri ha respinto le richieste dell’Associazione La Lente che chiedeva l’accertamento dell’uso pubblico delle strade interne al Borgo di Pratica di Mare. La sentenza, soltanto di primo grado e sulla quale è stato già fatto appello da “La Lente” stessa, non menziona la proprietà/titolarità delle strade del Borgo non essendo quest’ultima l’oggetto della causa;
  • Altri enti in questi anni (TAR, Consiglio di Stato, Commissione Tributaria) hanno dato torto alla Nova Lavinium respingendone richieste e ricorsi: la Commissione Tributaria, a dicembre 2022, in primo grado, ha stabilito che le strade interne al borgo sono pubbliche; il TAR a luglio 2021 ha respinto il ricorso della Nova Lavinium che chiedeva l’annullamento della nota del Catasto – che ha ribadito la natura pubblica delle strade – e delle ordinanze del Comune di Pomezia volte alla riapertura del Borgo con conseguente rimozione degli ostacoli che ne impedivano l’accesso. Tutti questi atti restano, ad oggi, ancora validi e in essere.
  • Il Comune di Pomezia, con la nuova ordinanza dirigenziale datata 25 agosto 2023, ha intimato la rimozione del cancello installato a luglio ritenendolo non legittimo.

Cosa stabilisce la sentenza del Tribunale di Velletri del 4 luglio

Partiamo proprio dalla sentenza del Tribunale di Velletri (in nostro possesso, ndr). Dodici pagine in tutto con cui, effettivamente, le richieste della Associazione La Lente sono state rigettate. Intanto è opportuno sottolineare che, a prescindere, si tratta di una sentenza di primo grado: precisiamo inoltre che l’Associazione ha già fatto ricorso in appello aprendo di fatto un altro capitolo. Già questo basta per far capire ai lettori che in ogni caso ad oggi non c’è nulla di definitivo. 

Secondo aspetto, ovvero l’oggetto della causa. L’Associazione La Lente ha citato in giudizio “la Nova Lavinium S.r.l. e il Comune di Pomezia per far accertare e dichiarare che le strade, le vie e le piazze interne al Borgo di Pratica di Mare – notate il passaggio – erano gravate da diritto di uso pubblico e per far condannare la proprietà (Nova Lavinium S.r.l.) a riconsegnare dette strade al libero godimento e far rimuovere la cancellata apposta all’ingresso del Borgo”. 

Il Giudice, anche basandosi sulle relazioni dei consulenti, sia d’ufficio che di parte, ha ritenuto che La Lente “nulla di tutto ciò ha dimostrato”.

Tuttavia, a margine della sentenza, la Nova Lavinium ha dichiarato nella lettera inviataci nei giorni scorsi: “Le aree di circolazione interne al Borgo di Pratica di Mare sono state dichiarate interamente private e di proprietà esclusiva della Nova Lavinium srl altresì tale pronuncia del Giudice ha escluso qualsiasi assoggettamento delle aree in parola alla servitù pubblica di passaggio“.

Ma se la causa era volta ad accertare l’esistenza o meno di un diritto (l’uso pubblico delle strade) perché il privato rivendica oggi la proprietà esclusiva delle strade“, se quest’ultima non era l’oggetto stesso della causa?

Non solo. Le stesse richieste della Nova Lavinium costituitasi in giudizio non vertevano in direzione di un accertamento della proprietà come si può leggere da pagina 5 in poi.

E lo stesso Giudice scrive: “L’oggetto della decisione riguarda l’accertamento del diritto di uso pubblico” (ed è quest’ultimo, ribadendo che comunque siamo soltanto al primo grado di giudizio, che ha ricevuto l’accertamento negativo).

Borgo di Pratica di Mare, cosa succede ora ai precedenti pronunciamenti?

E’ opportuno sottolineare inoltre che il contenzioso a Velletri è soltanto una delle tante cause attorno alla questione del Borgo di Pratica di Mare. In questi anni infatti sono stati numerosi i pronunciamenti di vari organi (Tar, Consiglio di Stato, e in ultimo la Commissione Tributaria) che si sono espressi contro la Nova Lavinium

La Commissione Tributaria (sentenza n. 13712 del 5 dicembre 2022)

La penultima in ordine di tempo è stata la Commissione Tributaria, anche in questo caso, per correttezza d’informazione, di primo grado: “Dalla documentazione evocata nelle controdeduzioni e versata in atti si evince che la rete viaria interna del borgo ha natura pubblica; infatti, nell’atto di vendita – repertorio n. 17676 del 25.5.1961 – che rappresenta il titolo di proprietà della ricorrente, non ci sono riferimenti alle strade del “Borgo di Pratica di Mare”.

Inoltre, l’esistenza documentata di uffici pubblici nel borgo (tra cui un ufficio postale, una stazione dei carabinieri, ecc.) e di regolare accesso a esso da parte della collettività anche con mezzi di locomozione, prima della recente apposizione di una provvisoria cancellata all’entrata del borgo in concomitanza con i lavori di restauro, depone per una presunzione di demanialità e mostra una oggettiva idoneità al soddisfacimento di una funzione pubblica, consistente nella possibilità di fruizione della rete viaria da parte della collettività delle persone in modo indifferenziato e senza l’impedimento di ostacoli riconducibili a contigue aree private”.

La commissione tributaria provinciale

Ma vi è di più. Infatti, dal 2021 ad oggi ben quattro ulteriori sentenze emesse dalla Commissione tributaria provinciale di Roma hanno respinto i ricorsi della Nova Lavinium, avverso per il pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico per i lavori edili portati avanti dal 2016. Giova ricordare quanto evidenziato all’interno di una di queste sentenze, nella quale è espressamente indicato che “con l’apposizione del cancello, all’ingresso del Borgo, si è voluto impedire ai privati cittadini di accedervi, senza verificare correttamente che le strade, ivi inserite, non sono private, ma pubbliche, come riportato dai pubblici registri catastali ed anche la compravendita, avvenuta in passato, parlava esclusivamente di immobili e non anche di strade interne che erano e sono pubbliche a tutti gli effetti”.

Le ordinanze del Comune di Pomezia

E ancora. In essere c’è ancora l’ordinanza Dirigenziale del Comune di Pomezia che nell’agosto 2021 prescriveva alla Nova Lavinium di “procedere […] alla rimozione di tutti i dispositivi che impediscono il libero accesso alla viabilità interna al Borgo di Pratica di Mare; Laddove la stessa Società intendesse eseguire lavori sui fabbricati di sua proprietà interni al Borgo, i quali necessitino della parziale occupazione delle sedi stradali con dispositivi di protezione (ponteggi, etc.), che in ogni caso non dovranno impedire il libero accesso alla viabilità interna al Borgo, dovrà munirsi dei necessari titoli edilizi ai sensi del DPR 380/2001, previa corresponsione delle indennità di occupazione del suolo pubblico come da regolamenti comunali”. Prima ancora, nel febbraio 2020, sempre il Comune aveva intimato la rimozione del primo cancello. 

Complessivamente, riassumendo, parliamo ad ogni modo di numerose ordinanze volte al ripristino della fruizione pubblica delle strade del Borgo, emesse tra il 2019 e il 2021 dal Dirigente del Comune di Pomezia – e tutt’oggi valide e pienamente efficaci – confermate peraltro dalla sentenza n. 7974/2021 emessa dal TAR Lazio che aveva respinto i ricorsi proposti dalla Nova Lavinium S.r.l.

A queste si aggiunge chiaramente il documento pubblicato oggi 25 agosto, ovvero la nuova ordinanza dirigenziale con la quale, di fatto, l’ente dà contro per l’ennesima volta alle decisioni della Nova Lavinium.

Tar e Consiglio di Stato

E veniamo ora ai pronunciamenti al Tar e al Consiglio di Stato per quanto riguarda il contezioso amministrativo. Come la sentenza n. 07974/2021 della sezione Seconda III del Tribunale Amministrativo Regionale, pubblicata martedì 06 luglio 2021 che, dopo l’udienza del 22 giugno scorso, “ha dichiarato in parte improcedibile, in parte irricevibile, in parte inammissibile, infine, respingendolo, il ricorso – e i tre motivi aggiunti – con cui la società Nova Lavinium aveva impugnato in prima istanza la nota dell’Agenzia delle Entrate, con la quale l’Ufficio di Roma territorio aveva annullato il frazionamento catastale delle aree viarie con intestazione a proprio favore della società riconducibile alla famiglia Borghese, ed in seconda battuta le ordinanze del dirigente all’urbanistica del Comune di Pomezia, tese ad intimare l’apertura ed il ripristino del pubblico transito sulle strade del borgo medievale”.

Ancora prima, a dicembre 2020, il Consiglio di Stato aveva respinto un altro ricorso della Nova Lavinium presentato dopo l’apposizione del secondo cancello atto a sbarrare l’arco di ingresso di Pratica di Mare – dopo la rimozione in quella stessa estate della prima cancellata da parte del Comune – a cui la proprietà aveva fatto appello impugnando l’ordinanza a suo danno pronunciata due mesi prima nuovamente dal TAR Lazio.

La nota del catasto

Il nostro viaggio prosegue arrivando al 2019, ovvero tre anni dopo la comparsa del primo cancello davanti all’ingresso di Pratica di Mare. L’Agenzia del Territorio (Catasto), rispondendo ad una istanza presentata sempre dall’Associazione La Lente e in quel caso anche dall’allora Consigliere Stefano Mengozzi, aveva specificato la natura pubblica delle strade. La nota aveva portato alla sospensione dei lavori all’epoca in corso da parte (era il mese di novembre) all’interno del Borgo da parte del Comune e al ricorso (respinto dal Tar) da parte della Nova Lavinium. E’ questo uno dei principali atti sul quale verte l’intera faccenda.

pratica di mare
La nota del catasto

Inoltre il Comune di Pomezia, nell’ordinanza di oggi, menziona un aspetto importante: l’Ente cita infatti “la nota dell’Agenzia delle Entrate – Ufficio Provinciale di Roma Territorio, acquisita al protocollo comunale al n. 82516 del 10.08.2023 nella quale si comunica che “in relazione alla documentazione trasmessa e in possesso di questo Ufficio, non si ritiene di poter dare corso agli aggiornamenti della banca dati catastale”.

Questo passaggio è importante perché la Nova Lavinium, nel comunicare mediante una CILA l’avvio dei lavori per l’apposizione del cancello nelle scorse settimane, aveva menzionato una particella catastale diversa da quella in essere ad oggi.

Spiega infatti il Comune: “I dati catastali indicati nella CILA non risultano corretti in quanto dalla visura catastale il mappale 222 del foglio 6 risulta soppresso, come evidenziato nella relazione tecnica del responsabile del procedimento protocollo n. 82934 del 11.08.2023“.

“Al riguardo, peraltro, si rappresenta che, per gli aspetti più propriamente di competenza di questo Ufficio, il giudizio è tutt’ora pendente presso la Corte di Giustizia di secondo grado del Lazio, a seguito della sentenza della Corte di Giustizia di I grado di Roma n. 13712/33/2022, depositata il 5/12/2022, che aveva confermato la correttezza dell’operato di questo Ufficio.” 

Quale futuro per il Borgo di Pratica di Mare 

Insomma, il caso è ancora aperto. C’è dell’altro però. La Nova Lavinium, nel ribadire la propria posizione, ha anche reso noto quali sono le proprie intenzioni circa la gestione futura del Borgo, ovvero al termine dei famigerati lavori:

Da un lato si parla di “valorizzazione, che la famiglia Borghese da anni porta avanti, di un Borgo che costituisca un polo culturale e attrattivo per tutto il territorio, con un significativo riflesso in termini paesaggistici e anche occupazionali”; 

Dall’altro si esplicitano le modalità con le quali tale valorizzazione sarà posta in essere: “Una volta terminati i lavori di restauro e riqualificazione, l‘accessibilità al Borgo sarà regolamentata nel rispetto della conservazione e tutela del bene, nonché compatibilmente con le attività interne al Borgo stesso“. 

Su tale passaggio non credo serva aggiungere altro. Infine un passaggio, nuovamente, sul ruolo svolto oggi dalla cancellata.

Scrive la Nova Lavinium: “L’apposizione del cancello, legittima, assolve pertanto anche alla funzione di protezione, tutela e sicurezza del complesso monumentale interamente privato“.

Ai più attenti non sarà sfuggita la nuova invocazione al rischio per l’incolumità nonostante in passato tale elemento sia stato giudicato “insussistente” dai Giudici nel respingere precedenti ricorsi.

Valore Civico: “Quel cancello è illegittimo”

Sulla questione abbiamo interpellato anche Giacomo Castro, ex Presidente dell’Associazione Latium Vetus, e oggi Consigliere all’opposizione del Comune di Pomezia.
 
“Per la quarta volta dal 2016 la Società Nova Lavinium S.r.l., riconducibile alla famiglia Borghese, ha proceduto allo spossessamento delle strade pubbliche del Borgo medievale, centro storico della Città di Pomezia e polo culturale di enorme valenza turistica, la cui fruizione era già stata forzatamente ripristinata – come tutti ricorderanno – nel 2021”, ci spiega Castro.
 
“L’ultimo tentativo dei Borghese, volto a precludere ed interdire le strade del Borgo, giunge a seguito di ben tre precedenti episodi, il primo con il cancello cd. di cantiere apposto nel 2016 e rimosso dal Comune di Pomezia nel 2020, poi con il cancello abusivamente apposto nell’estate 2020, ed una terza volta tramite l’apposizione di reti e transenne oggetto dell’Ordinanza n. 90/2021 emessa dal Dirigente all’Urbanistica di Pomezia il 04 agosto 2021 avente ad oggetto “Esecuzione Sentenza del TAR del Lazio n. 7974/2021 – Rimozione dei dispositivi che impediscono il libero accesso a strade e piazze interne al Borgo di Pratica di Mare”.
 
Con un comunicato stampa pubblicato il 26 luglio scorso, la Nova Lavinium avrebbe illustrato quella che, a suo dire, è la motivazione alla base di quest’ultima chiusura. Secondo la società, infatti, “Le strade del Borgo di Pratica di Mare sono interamente private e di proprietà esclusiva della Nova Lavinium, società riconducibile alla Famiglia Borghese. È quanto stabilisce una sentenza del Tribunale civile di Velletri, del 4 luglio scorso, resa dal Giudice Renato Buzi” e ancora “La prima conseguenza è che l’apposizione del cancello al varco d’ingresso al Borgo di Pratica di Mare, fortemente contrastata e stigmatizzata dalle Associazioni La Lente e Latium Vetus, è legittima …”.
 
Si tratta dell’ennesima rappresentazione alternativa della realtà ad opera della Nova Lavinium”, commenta il Consigliere comunale Giacomo Castro.

Sulla causa a Velletri

“La causa promossa dinanzi al Tribunale civile di Velletri (come sopra specificato, ndr) non ha mai avuto ad oggetto il diritto di proprietà delle aree interne al Borgo; né la citata sentenza (peraltro già impugnata in appello!) si è mai pronunciata su un presunto ed inesistente diritto dominicale della società Nova Lavinium sulle aree stradali del Borgo, limitandosi a rigettare la domanda di accertamento dell’uso pubblico gravante sulle strade promossa dall’Associazione La Lente”.
 
Al contrario, in questi anni, sono state numerose le sentenze contrarie alla Nova Lavinium aventi ad oggetto la natura pubblica delle strade di Pratica di Mare.

Le sentenze

Castro, come abbiamo fatto anche noi, ripercorre i trascorsi giudiziari fin qui. 

“Anzitutto, la nota emessa il 18 ottobre 2019 dall’Agenzia delle Entrate – Ufficio Catastale di Roma – Territorio, la quale ha espressamente riconosciuto le strade del Borgo “in consistenza, alla Partita Speciale Strade Pubbliche”. Ebbene, con sentenza n. 13712 del 05 dicembre 2022, la Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado di Roma ha rigettato il ricorso della Nova Lavinium, confermando la correttezza del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, in quanto “alla documentazione … versata in atti si evince che la rete viaria interna del Borgo ha natura pubblica”. In base alla citata sentenza, infatti, “la società contribuente non ha provato, in base ai principi citati, di avere un atto scritto che le attribuisca la proprietà della rete viaria del Borgo. In pratica tutto il contrario di quanto dichiarato dalla Nova Lavinium”.
 
“E ancora. Come dimenticare le numerose ordinanze volte al ripristino della fruizione pubblica delle strade del Borgo, emesse tra il 2019 e il 2021 dal Dirigente del Comune di Pomezia – e tutt’oggi valide e pienamente efficaci – confermate dalla sentenza n. 7974/2021 emessa dal TAR Lazio che ha respinto i ricorsi proposti dalla Nova Lavinium S.r.l. Ma vi è di più. Infatti, dal 2021 ad oggi ben quattro ulteriori sentenze emesse dalla Commissione tributaria provinciale di Roma hanno respinto i ricorsi della Nova Lavinium, avverso per il pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico per i lavori edili portati avanti dal 2016″.
 
“Inoltre può essere utile evidenziare come all’interno di una di queste sentenze venga indicato che “Con l’apposizione del cancello, all’ingresso del Borgo, si è voluto impedire ai privati cittadini di accedervi, senza verificare correttamente che le strade, ivi inserite, non sono private, ma pubbliche, come riportato dai pubblici registri catastali ed anche la compravendita, avvenuta in passato, parlava esclusivamente di immobili e non anche di strade interne che erano e sono pubbliche a tutti gli effetti …”
 
“Appare quindi in tutta la sua evidenza che nessun giustificativo possa essere accampato dalla Nova Lavinium, e quindi dalla Famiglia Borghese, per questa nuova chiusura del Borgo, l’ennesimo spossessamento illegittimo a danno della collettività. Il cancello però è ancora lì.Spetta al Comune di Pomezia dare attuazione alle sue precedenti ordinanze e quindi il ripristino della legalità avverso l’ennesima azione prevaricatrice dei diritti della cittadinanza”, conclude Castro.
 
E oggi il Comune di Pomezia si sarebbe mosso proprio in questa direzione.

Associazione Latium Vetus: “Bene ordinanza, ma perché non è stata fatta subito?”

In merito all’azione del Comune tuttavia si è espressa anche l’Associazione Latium Vetus, che sin dall’inizio di questa vicenda si sta battendo per il ripristino della pubblica fruizione del Borgo.

“L’ultima ordinanza comunale emessa alcuni giorni fa dal Dirigente all’Urbanistica del Comune di Pomezia, di fatto, viene incontro alle richieste formulate con la diffida da noi inoltrata lo scorso 13 agosto. Seppure felici di questo, ci chiediamo perché questa ordinanza non sia stata emessa al momento dell’apposizione del cancello, avvenuta il 21 luglio scorso…ma siano occorsi oltre trenta giorni e l’invio di una diffida redatta dai nostri legali“, si legge in una nota. “Resta inteso che continueremo a vigilare strettamente la questione, pronti a rivolgerci alla magistratura se non si darà corso alla rimozione del cancello che delimita l’accesso del Borgo medievale di Pratica di Mare“, conclude il testo.

Leggi qui la diffida che era stata inoltrata al Comune di Pomezia

Sì alla valorizzazione, no alla privatizzazione di Pratica di Mare

In conclusione, in attesa di ulteriori sviluppi a seguito dei nuovi fatti emersi, ribadiamo che dal canto nostro nessuno contesta alla proprietà il desiderio di giungere alla valorizzazione/rilancio di un Borgo che in tempi recenti era finito abbandonato (non certo però per colpa della collettività essendo gli edifici, quelli sì, privati).

Ciò che non comprendiamo è perché tale valorizzazione debba però passare esclusivamente e senza negoziazione per quella che, a tutti gli effetti, sembrerebbe diventare una privatizzazione di un borgo che per secoli è stato accessibile a tutti (la stessa Nova Lavinium ad esempio, riprendendo la sentenza di Velletri, ipotizza una sorta di ‘via di mezzo rendendo ad esempio possibile l’accesso soltanto pedonale e/o precluso di notte, tutte ipotesi delle quali si potrebbe quantomeno discutere) come del resto certificato dal Catasto e dalla Commissione tributaria, e nuovamente dal Comune di Pomezia con l’atto di oggi.

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