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X Municipio, il poliziotto “rompiscatole” denuncia brogli alle ultime elezioni

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Filippo Bertolami, vice questore aggiunto della Polizia di Stato, sospeso da settembre scorso, e Segretario Nazionale del sindacato PNFD (Polizia Nuova Forza Democratica) ha denunciato possibili brogli alle ultime elezioni del X Municipio dello scorso novembre, con tanto di foto dei verbali “incriminati”.

LA DENUNCIA DI POSSIBILI BROGLI ELETTORALI

Si tratta di quello che il Fatto Quotidiano definì un “rompiscatole” per le sue denunce contro la stessa polizia.

Bertolami si riferisce nello specifico al primo turno d’elezione, quello che portò al successivo ballottaggio Giuliana Di Pillo dell’M5S(vincitrice e attuale presidente) e Monica Picca per il centro-destra.

Abbiamo acquisito i documenti prova dei brogli alle elezioni del X Municipio denunciati pubblicamente a novembre quando ancora si poteva porre rimedio” ha scritto lunedì scorso su Facebook.

È infatti emersa – ha aggiunto Bertolami – un’evidente alterazione dei dati elettorali con cancellature, modifiche, sovrapposizioni cartacee, ecc. senza alcuna validazione formale: ciò che, insieme alla bassa affluenza e al condizionamento fascio-mafioso denunciato proprio da Minniti e Bindi, decreta l’inattendibilità dei risultati e l’ulteriore delegittimazione dei proclamati eletti”. 

Il problema starebbe nel numero riportato di elettori totali e preferenze per seggio, con varie cancellature e modifiche, senza un controllo formale ulteriore del Viminale.

Su tanto scempio– rincara la dose il poliziotto sospeso-campeggiano i timbri del Ministero dell’interno apposti su atti evidentemente nulli, che

 avrebbero dovuto invece essere ricontrollati e se possibile sanati, come a suo tempo avevamo appunto chiesto pubblicamente ai vertici del Viminale“.

Ecco le altre foto da lui pubblicate dei verbali “incriminati”:

LA STORIA DI BERTOLAMI

Bertolami era già stato sospeso nel 2015 per circa cinque mesi, dopo aver denunciato in una trasmissione tv che parte delle telecamere di sicurezza (molto costose) alla stazione Termini non funzionavano e che quando funzionavano servivano a ben poco per la scarsa risoluzione delle immagini

Dopo il reintegro è arrivata la nuova sospensione per la durata di undici mesi (scadrà il prossimo agosto) per non aver stampato un documento e non essersi recato nell’ufficio del superiore. 

Il vice-questore aveva respinto le accuse.

Non potevo mandare quel file stampabileaveva detto avevo appena presentato un esposto per danno erariale contro la stampa dannosa di documenti. Avevo l’obbligo di non farlo”.

Ed aveva aggiunto: “Ero stato convocato per una sanzione: le norme prevedono notifiche in formato digitale, ma il dirigente pretendeva che mi recassi personalmente nel suo ufficio. Dato il contesto pressante, che avevo già segnalato ai vertici con richieste di intervento a tutela, non nascondo che questa immotivata insistenza mi ha fatto sorgere il timore per la mia incolumità. Ho ricostruito e motivato giuridicamente l’illegittimità delle sanzioni, con tanto di giurisprudenza e precedenti. Ho reso noto anche di aver presentato una documentata denuncia-querela nei confronti del dirigente”.

Negli anni, oltre alla denuncia sulle telecamere della stazione Termini, Bertolami, aveva combattuto battaglie per lo stadio Olimpico di Roma allora non a norma, contro i privilegi e gli sprechi nelle scorte e contro il mobbing che avrebbero subito alcuni investigatori nella lotta alla criminalità organizzata.

Inoltre aveva denunciato la gestione dei centri sportivi della Polizia di Stato, le condizioni di abbandono di strutture destinate a svolgere funzioni delicatissime per la sicurezza e altri sprechi (per carta e stampanti e gli affitti della polizia).

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