Un parco lasciato allo sbando per 8 anni e ora tornato improvvisamente di notevole importanza per il Comune di Roma, tanto da approvare una delibera, propedeutica a un bando, dal valore di poco inferiore ai 12 milioni di euro. Un testo, quello della delibera, dove si afferma che nel Parco della Madonnetta – un rettangolo verde di ben 21 ettari, che si estende tra di via di Macchia Saponara e via di Acilia, nell’omonimo quartiere, nel X Municipio – le Opere Pubbliche realizzate all’interno sono da considerare tutte “urbanisticamente legittime”, in conformità alla destinazione urbanistica all’epoca. Peccato che, in precedenza, lo stesso Comune le avesse definite invece in gran parte abusive.
Adesso quello che era uno dei pochi PVQ in regola a Roma diverrà l’apripista dei “parchi integrati urbani“, un progetto di riqualificazione ambientale che andrà a sostituire quello, fallimentare, dei Punti Verdi di Qualità. Ma qual è la storia che precede la proposta di deliberazione a firma dell’Assessore al Patrimonio e delle politiche abitative Andrea Tobia Zevi? E davvero questa è la strada giusta per riqualificare un parco portato alla decadenza, al punto da diventare regno di spacciatori e senzatetto? Sono stati commessi errori di valutazione in passato, nel corso della precedente gestione, oppure adesso, nel considerare i futuri guadagni inerenti quelle che potrebbero essere le strutture da inserire nell’area?
Le cifre del bando
“Le cifre del bando sono una follia”. A parlare è Andrea Ciabocco, ex gestore del PVQ della Madonnetta. Chi meglio di lui potrebbe conoscere il parco, avendolo gestito per anni? “Parlo con cognizione di causa e come persona legittimata a farlo, vorrei che questo fosse ben chiaro. Quei numeri arrivano dopo anni di totale di disinteresse da parte dell’amministrazione nei confronti del parco”.
Perché sono una follia? “Quando ho preso in gestione l’area c’erano le pecore. 21 ettari di terreno abbandonato. Ho partecipato al bando, ho vinto e, nel giro di 3 anni, ho costruito tutto quello che c’è ora, compreso il centro sportivo e il ristorante. Ho piantato 2.000 piante. In tutto ho speso 11 milioni e 800 mila euro. Oggi l’amministrazione vuole fare un bando senza tenere conto di quello che è accaduto in passato. Della mia storia, ovvero che sono andato in difficoltà finanziaria a causa della mancata fideiussione del codice degli appalti, quindi del riequilibrio economico-finanziario a seguito del fatto che il Comune, con i Mondiali di Nuoto del 2009, mi fece completamente saltare il piano economico-finanziario che avevo presentato“.
Il Punto Verde di Qualità
I Punti Verde di Qualità sono istituiti nel 1995 dalla Giunta Rutelli. L’intenzione, sulla carta, è quella trovare il modo di dare, per 33 anni, la manutenzione ai più grandi parchi di Roma, per un totale di circa 500 ettari di verde, senza che ci siano oneri diretti per il Comune. Vengono localizzate 75 aree, ma, all’epoca, arrivano 63 progetti. Ma ne vanno andati avanti solo 8. Tra questi quello del Parco della Madonnetta, vinto appunto dall’imprenditore Andrea Ciabocco, che prevede la costruzione di due campi polivalenti coperti, sei campi da tennis, sei palestre, un campo da calciotto, uno da calcetto e le piscine. Ci sarebbero inoltre stati, per completare il tutto, anche gli orti urbani. Ma, per ragioni che ora spiegheremo, a Ciabocco la concessione viene ritirata nel maggio del 2015. E, da quel momento, il parco rimane in stato di completo abbandono, alla mercé di spacciatori e senzatetto.
Qui, il 26 febbraio 2021, trova la morte il 16enne Riccardo Pica, dopo essere stato inseguito da un senzatetto. Il ragazzo era andato nel parco quando un clochard armato di coltello, senza alcun motivo, iniziò a corrergli dietro. Il giovane, spaventatissimo, prova a fuggire e viene colto da un malore fatale.
Il fallimento
In occasione dei mondiali di nuoto, nel X Municipio, proprio a ridosso del Parco della Madonnetta, vengono costruiti altri impianti, privati, mentre altri si ingrandiscono. Ma il numero di residenti non è nel frattempo aumentato di pari passo, quindi gli iscritti calano drasticamente, ripartendosi tra i vari centri sportivi. “Mi è saltato il bacino d’utenza e sono andato in crisi”, spiega Ciabocco. “Ma, tornando al presente, oggi si cerca un imprenditore che possa investire 12 milioni di euro, con un piano di rientro su 23 anni. Si ipotizzano 80 milioni di incasso, che equivalgono a 3.478.260 l’anno, quindi 289.855 al mese. Ma se io sono andato in difficoltà perché il bacino d’utenza di quella zona è saltato, oggi chi potrà mai investire una cifra di quel genere?”
La situazione economica, infatti, non è cambiata rispetto a 8 anni fa. Anzi, al contrario, è peggiorata, dopo la pandemia dovuta al Covid e le conseguenze dovute alla guerra tra Ucraina e Russia. “E nel frattempo non ci sono neanche stati, in zona, nuovi insediamenti abitativi che possano giustificare la ristrutturazione della piscina”, valuta l’ex gestore. “Ribadisco quindi che investire in un progetto simile 12 milioni è una follia. Come si fa a recuperarli, seppur in 23 anni? È impossibile. Parlo da imprenditore sportivo: sono stato anche il presidente del Cogisco, Coordinamento Gestori Impianti Sportivi Comunali. So quello che dico: queste sono cifre buttate lì da una persona che ha basato i suoi ragionamenti sul pregiudizio che chi gestisce l’impianto sportivo va in giro con la Ferrari e guadagna tanto. Ma non è così. Io, per il bando precedente, ce ne ho rimessi 6, di milioni. I restanti erano di mutuo”.
Bando destinato a portare altri fallimenti
Perché il Comune ha fatto una proposta di questo genere, allora? “Le risposte possono essere tante. Il Parco della Madonnetta, da quando mi è stata tolta la concessione, è diventato una ‘mucca da mungere’. Tutte le varie amministrazioni hanno fatto fare dei lavori sul parco. Rilievi, recinzioni. Ogni minima cosa probabilmente avrà portato dei premi di produzione a qualcuno. Ma se si fossero fatte le cose sin dall’inizio, ragionandoci sopra, magari si sarebbe trasformato in un posto migliore. E forse si sarebbe anche potuta evitare la morte del 16enne Riccardo. Con un bando del genere, ci sarebbe solo da sperare che non muoia nessun altro”.
Pensa che andrà deserto, a questa cifra? “Secondo me, ma anche secondo tanti altri, sì. Ma quello che è sbagliato, di fondo, non è solo l’importo, ma l’idea per far rinascere quel posto. Che non può rinascere così come era prima, altrimenti fallirà di nuovo. Io non sono più riuscito a pagare i mutui e il mio era un problema finanziario, non economico, ma il Comune non lo ha capito. E non mi ha accordato quello che la legge prevedeva, ovvero la rinegoziazione del mutuo. Ripetere lo stesso schema significherebbe ricreare gli stessi problemi. Anche se si dovessero sostituire i campi, mettendo per esempio quelli di padel, sport più in voga al momento, le cose non cambierebbero. Lì intorno, infatti, ce ne sono infiniti”.
Cambiare il progetto
Ma quale potrebbe essere l’idea che può portare a un incasso di quasi 300 mila euro al mese? “Non c’è. Guardandomi indietro, posso affermare di non essere stato io incapace di gestire il Parco. Ma è stata l’amministrazione comunale irresponsabile, perché – dopo che mi ha messo in difficoltà – non ha fatto nulla per cercare di rimettermi in equilibrio. E siccome è accaduto a me, potrebbe accadere ad altri. Quando ti trovi a dover gestire il parco della Madonnetta pagando 250 mila euro di oneri per la manutenzione del verde e il tuo principale competitor invece paga 5 mila euro di affitto al Comune per una vasta struttura privata… Allora inizi a pensare”.
Ma un’idea, in realtà ci sarebbe. “Il Comune si deve far carico del parco. L’amministrazione si ritrova con delle piante che ormai hanno 20 anni e che ha il dovere di curare e mettere a disposizione della cittadinanza. Le strutture che si trovano all’interno vanno invece staccate una dall’altra e farle diventare centri di aggregazione sociale, con gestione singola. Ricordiamoci che quel parco è stato nel tempo un grande ammortizzatore sociale, visto che è riuscito a omogeneizzare 4 quartieri diversi. Quando era in funzione, c’era meno delinquenza e la gente stava più tranquilla. Il grande problema è rappresentato dal centro sportivo. Andrebbe diviso in 3 o 4 diverse attività, magari mettendoci dentro organizzazioni come la protezione civile o il centro anziani, comunque cose che abbiano un risvolto sociale”. E la parte economica? “Ovviamente dovrebbero essere attività che contribuiscano sia per quanto riguarda la parte economica che per la manutenzione del parco. Ma pensare che un’unica persona metta 12 milioni di tasca sua per ristrutturare il tutto è assurdo”.
Cittadini e comitati a difesa del parco
Dopo la revoca della concessione avvenuta nel 2015, i cittadini si sono mossi a difesa di Andrea Ciabocco. È stato creato un Comitato e, nel tempo, sono state tantissime le iniziative portate avanti dai residenti per dimostrare le ragioni dell’imprenditore e per sostenere le sue battaglie. Un caso più unico che raro, con centinaia di persone che si sono battute e ancora stanno lottando contro l’amministrazione capitolina per far sì che vengano riconosciute a un privato le proprie ragioni. “Qui non si tratta di interessi personali, ma della collettività”, spiega Barbara Ivaldi, del Comitato “Salviamo il Parco della Madonnetta. “Il Comune di Roma ha distrutto l’unico PVQ regolare a causa di irregolarità contrattuali con l’ex concessionario, che realizzò da zero il meraviglioso parco. Non si è consentito alla rinegoziazione, di cui aveva diritto, del mutuo contratto con le banche che gli applicavano un interesse usurario”.
“Dopo più di 10 anni di attività gloriosa, sociale, inclusiva e sportiva a livello internazionale, la concessione viene revocata follemente nel 2015 e da quel momento gli uffici e la politica che si è alternata in questi lunghi anni, non hanno voluto risolvere il problema, neanche dopo la morte di un ragazzino per la mancata messa in sicurezza del parco. Neanche dopo le macerie a cielo aperto tutt’ora presenti, dopo circa 50 incendi che hanno devastato le strutture o dopo l’attacco alla sede dell’associazione “Salviamo il parco della Madonnetta”, che tanto si è battuta per difendere il progetto meraviglioso di un visionario che anteponeva il benessere dei cittadini al business. L’associazione ha denunciato negli anni al Tribunale penale gli abusi di ufficio e il danno erariale alla Corte dei Conti, tanto che nel marzo 2022 5 dirigenti comunali sono stati condannati a risarcire le casse comunali per aver pagato un rateo di mutuo in vece del concessionario, senza averne titolo. Speriamo che si ravvedano in tempo per lavorare ad un progetto serio e socialmente utile come abbiamo sempre perseguito”.
Raccolte 12.500 firme in 14 giorni
Ciabocco, nella sua battaglia, è da solo. Chiusi gli impianti sportivi, continua a manutenere il verde a sue spese, lasciando il parco aperto ai cittadini. Ma i vandali da subito mettono in chiaro chi comanda. Le strutture vengono devastate. I residenti, in due sole settimane, nell’ottobre del 2015 raccolgono ben 12.500 firme per chiedere una delibera di iniziativa popolare, proponendo la soluzione delle problematiche. “Se fosse stata accolta si sarebbero risolti i problemi del parco”, dichiara Andrea Ciabocco. “Promotori dell’iniziativa i grillini: peccato che, una volta eletti al governo di Roma con la sindaca Virginia Raggi, pochi mesi dopo bocciarono la loro stessa proposta in aula. Il problema del parco è sempre stato questo: tanti politici interessati, ma nessuno che – dopo essersi scontrato con la dirigenza comunale – sia riuscito a fare qualcosa. Come se ci fosse una linea di distruzione”.
Fideiussione inesistente
“Nel momento in cui mi hanno revocato la concessione io dovevo pagare rate del mutuo per un milione di euro. Ma ero creditore nei confronti del Comune, per varie altre cose, di circa 3 milioni di euro. Avevo diritto al riequilibrio del piano economico finanziario, mai messo in pratica come invece sentenziava il Tar. Banca e Comune mi hanno ‘palleggiato’, neanche la mia pratica fosse una partita di tennis. ‘Lo farei, ma devi ascoltare la Banca’, ‘Lo farei, ma devi sentire il Comune, perché ha fatto la fideiussione per garantire il muto’. Ma alla fine scopro che la fideiussione del Comune per coprire il mutuo è inesistente. E quindi dire che il riequilibrio del piano economico finanziario non mi è stato concesso perché altrimenti il Comune avrebbe dovuto mettere dei soldi per implementare la fideiussione è falso, visto che la fideiussione non esisteva proprio. Se, invece, avessi potuto prendere degli accordi diretti con la banca, il parco adesso sarebbe ancora aperto e intatto”.
I presunti abusi che ora non ci sono più
E proprio qualche giorno fa il riequilibrio economico finanziario è stato accordato a un altro parco, quello dello Stagno, segno che, forse, con la volontà si sarebbe potuto risolvere anche il problema di Ciabocco. “Al Parco della Madonnetta non c’era un solo metro quadro costruito in maniera abusiva e le attività rispettavano quanto previsto dal piano. In altri PVQ sono state riscontrate difformità, attività di tutti i generi. Ho visto persino sale slot. La mia idea è quindi che quello che rispettava troppo le regole bisognava “ammazzarlo”, “demonizzarlo”. Sono uscite fuori delle schede tecniche dove si ipotizzavano degli abusi. Ma se ora si legge la proposta di delibera, si legge che “si è determinato nel senso di considerare legittime urbanisticamente le opere realizzate all’interno del PVQ “Madonnetta” in conformità alla destinazione urbanistica”.
“Quindi oggi, che hanno interesse di fare un nuovo bando, tutti quelli che prima dicevano che io avessi fatto come abusi, adesso sono stranamente regolari. Prima Ciabocco era una brutta persona, adesso è diventato virtuoso. Ma se provo a chiedere spiegazioni, mi diranno che a dirlo sono stati ‘quelli di prima’. E di quelli di prima qualcuno è andato in pensione, qualcun altro è stato condannato. E il ‘pazzo’ che sta parlando ha denunciato pubblicamente che gli venivano chieste mazzette dai dirigenti comunali. Forse per questo sono diventato antipatico”.