Un Domenico Vulpiani con dichiarazioni a tutto campo durante l’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie alla Camera di oggi, dove il commissario prefettizio di Ostia è intervenuto su una serie di argomenti delicati che riguardano il territorio.
Prima di tutto Vulpiani ha ricordato le criticità del litorale ostiense e di tutto il Municipio: degrado e malavita.
“Il problema più grosso- ha spiegato- è di tipo sociale per la presenza di organizzazioni di tipo mafioso che si sono appropriate di diverse attività. Poi c’e’ il problema di degrado delle scuole, anche se e’ un problema a carattere nazionale che ben si conosce”
Ma ha poi tenuto a precisare: “Le famiglie mafiose di Ostia sono ben individuate. Proprio perché si sa bene dove operano, polizia e carabinieri stanno operando bene. Va detto anche che la gran parte degli abitanti di Ostia è gente di grandissimo spessore“.
Quindi è passato a pronunciarsi sui vari temi caldi: primo tra tutti il contestatissimo lungomuro che divide la città dal mare.
“Se i gestori degli stabilimenti non si adeguano, abbatteremo il lungomuro, naturalmente seguendo i tempi della legge– ha detto, duro- Abbiamo chiesto al Comune di mettere nel bilancio 2017 500mila euro per questo abbattimento. C’è una battaglia forte tra noi organi amministrativi e i gestori degli stabilimenti, li abbiamo invitati a rispettare le regole e se non adempiono ci saranno procedimenti amministrativi di tipo giudiziario“
Nel frattempo il X Municipio si è aggiudicato quasi 2 milioni di euro di fondi regionali da utilizzare per il “Piano degli interventi straordinari per lo sviluppo economico del litorale laziale”. In pratica il tratto del lungomare che va dal Pontile al “Curvone” dovrebbe essere liberato dai muri e fornito di passerelle in legno.
“E’ solo il primo passo– ha aggiunto Vulpiani- per restituire il mare ai romani, con un progetto (più vasto) di piste ciclabili, rastrelliere per bici, con l’installazione delle telecamere e il wireless per le comunicazioni. Fino ai punti ricarica delle macchine elettriche”.
Poi, sull’Idroscalo ha affermato: “La capitale d’Italia non può avere alla foce del Tevere un insediamento come l’idroscalo. Una baraccopoli abusiva che andrebbe eliminata. Alcune persone però abitano da lì da sempre e sono nostri concittadini”.
Ma ha ammesso: “Questo è un problema che non può essere risolto con un semplice sgombero ma prevedendo soluzioni per chi abita lì da tutta la vita. E ne questa commissione straordinaria ne chi mi seguirà lo potrà risolvere da solo”.
Infine il commissario ha lanciato l’allarme della rinascita dell’ex colonia Vittorio Emanuele.