Questa notte, ad Ostia, lo stabilimento “Nuova Pineta-Pinetina”, dopo la catastrofe di marzo, è stato nuovamente travolto dal mare. Ombrelloni e lettini sono stati trascinati in un’acqua che, in alcuni punti del litorale, è arrivata fino alle cabine.
Tutto era iniziato nella serata di ieri, quando si era alzato un vento (a tratti molto forte) che aveva messo in subbuglio il mare, facendolo avanzare verso l’interno delle spiagge. Nella notte, poi, le condizioni atmosferiche sono leggermente peggiorate e nello stabilimento citato è scoppiata l’emergenza. Il personale dell’impianto, insieme al gestore Franco Petrini hanno corso per recuperare tutto ciò che l’acqua inghiottiva.
Ma non si tratta di una piccola calamità imprevedibile. Il problema è l’erosione, che da un anno sta facendo sparire grandi porzioni di arenile, mettendo in pericolo le strutture.
“Mi chiedo cosa ho fatto e se è normale che il 6 agosto io debba fare corse in mare a recuperare lettini e ombrelloni in acqua tra i pochi turisti rimasti, mentre oltre alle centinaia di cabine già perse continuano a caderne altre” si è sfogato stamattina lo stesso Petrini.
“Intanto– ha aggiunto- l’amministrazione comunale continua ad essere latitante, quella regionale appare incapace di decidere ed i concorrenti, ‘giustamente’, lucrano sulle disgrazie altrui”
Colpevole numero uno sarebbe proprio la Regione, responsabile perché ritenuta “incapace di decidere e la stagione è rovinata, nonostante ci sia un progetto finanziato e appaltato che potrebbe partire subito, anche domani”.
L’intervento contro l’erosione è già appaltato, ma oltre “all’immobilismo dell’amministrazione”, secondo Petrini, ci sarebbe “il ‘silenzio’ di alcuni colleghi alle prese, forse, con diversi problemi”. Tutto ciò determinerebbe la perdita di centinaia di clienti. Una situazione non proprio idilliaca che il gestore sfrutta per attaccare chi sul territorio accusa gli imprenditori balneari di lobbismo.
“Chi parla di favoritismi agli imprenditori- conclude– non sa di cosa stia parlando, non sa quale lavoro e quali sacrifici comporti e soprattutto dovrebbe pensare che è una risorsa dalla quale traggono sostentamento decine di famiglie, persone che, nel caso specifico, collaborano con me da anni. Non posso pensare di chiudere, non intendo farlo, ma intendo sollecitare quegli interventi che potrebbero partire già da ottobre per cominciare a risolvere una situazione davvero preoccupante, nella quale si rischia di mettere seriamente a repentaglio un settore importante per l’economia della nostra città”.