Che i tifosi non possano accedere allo stadio – anche se questo comporta sicuramente un danno economico per le società calcistiche e un grande disagio per gli incolpevoli supporter – potrebbe anche essere tollerato, anche se alla luce di quanto sta emergendo la decisione di tenere le porte chiuse nel campo di calcio di via Amenduini, a Ostia, appare quantomeno penalizzante.
Ma che gli atleti non possano usufruire di uno spazio al chiuso dove cambiarsi sembra addirittura assurdo e imbarazzante. Eppure è quello che accade nello stadio Anco Marzio, dove si allenano e giocano le squadre Ostiamare, Morandi e Conauto. I giocatori non possono infatti accedere agli spogliatoi, in quanto sono stati dichiarati inagibili a causa di alcune irregolarità.
L’appello all’assessore Onorato: ‘Si metta una mano sul cuore’
Per questo gli sono costretti a cambiarsi all’aperto, a bordo campo, restando letteralmente in mutande sotto gli occhi di tutti. Chi in piedi, chi seduto a terra, chi su una panchina. Alcuni si tengono alla rete. Condizioni “allucinanti”, come raccontano gli stessi calciatori. “Questa è la prima volta che, da quando pratico questo sport che amo così tanto”, dice uno dei giocatori, “mi ritrovo a vedere e vivere una situazione simile. Costretti a cambiarci a bordo campo, all’aperto. Queste sono le condizioni in cui stiamo. Guardatele. E’ allucinante una cosa del genere, da terzo mondo. Mai vista da quando faccio il calciatore. Questa che vedete è la Rodolfo Morandi, costretta spogliarsi davanti a tutti, fuori dagli spogliatoi. Chiedo al signor Alessandro Onorato di guardare con attenzione queste immagini e di mettersi una mano sul cuore. Grazie”.
L’appello è accorato. Ma non sappiamo se verrà ascoltato. La burocrazia avrà la meglio sulla logica? Sappiamo che il presidente della squadra, dopo l’acquisto, ha scoperto che l’autorizzazione al Pubblico Spettacolo era “di dubbia provenienza”. Noi abbiamo appurato che fosse falsa, perché il numero di autorizzazione, la n. 180 del 2021, in realtà fa riferimento a un evento di moda che si è svolto il 16 settembre 2021. E, invece, il documento presentato alla FIGC è datato luglio 2021, quindi è palesemente un falso, visto anche che il dipendente comunale che avrebbe rilasciato l’autorizzazione ha disconosciuto la firma su tale foglio.
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Tutto fermo
Le porte chiuse, scattate subito dopo l’acquisto, hanno portato a una perdita di guadagni notevole, dovuta non tanto ai mancati incassi dei biglietti, quanto alla mancanza degli sponsor. E questo ha messo in difficoltà la società. Essendoci dietro una truffa di cui la nuova società era all’oscuro, sarebbe quindi il caso di fare – così come stabilito all’inizio – un accordo con la proprietà per sistemare le cose. Di Paolo, così come ci aveva dichiarato in un’intervista, si era reso disponibile “a sistemare gli abusi presenti all’Anco Marzio. Essendo molto alti i costi per tali lavori, ho steso un cronoprogramma di tre anni per rimettere in regola tutto e risolvere le problematiche lasciate dalla scorsa gestione: ogni anno, a fermo dell’attività, avrei rifatto tribune, spogliatoi e campo calcistico”.
E invece ecco la “chiusura” da parte del Comune di Roma e del Municipio, che ha troncato ogni tipo di dialogo con il Presidente. Anzi, sono nate le ormai note polemiche tra i tifosi e l’assessore Alessandro Onorato, che ha anche presentato una denuncia contro alcuni ultras. Tifosi che hanno replicato punto per punto a tutte le accuse, continuando a sostenere la squadra e il suo presidente. E adesso parlano anche i calciatori. Non in modo polemico, ma confortato. Mostrando una realtà incredibile. Adesso siamo nel mese di settembre e, per quanto imbarazzante, spogliarsi all’aperto porta pochi disagi. Ma cosa succederà a dicembre o gennaio, con il freddo pungente?