L’evolversi dei lavori sul cantiere di Ostia Antica lungo via dei Romagnoli (all’altezza del Borgo), ha provocato solo danni a questa realtà cittadina del X Municipio. Oltre i vizi di forma per poter effettuare un tale progetto in una zona ad alto rischio idrogeologico, lo svolgersi dei lavori – fortunatamente adesso bloccati – ha lasciato drammatiche conseguenze: la palazzina di via dei Romagnoli 761 è risultata inagibile dopo l’attivazione delle trivelle, utilizzate nel cantiere per scavare e trovare l’acqua. Un’azione che ha favorito sullo stabile la comparsa di pesanti crepe, rendendolo inagibile e costringendo le diverse attività commerciali – lì presenti – a chiudere temporaneamente.
Proprio ieri sera è stata organizzata da cittadini e associazioni locali – presso la pista di pattinaggio della parrocchia di Sant’Aurea – una cena solidale verso quegli imprenditori che hanno dovuto chiudere le proprie attività, con l’obiettivo di raccogliere fondi per aiutarli insieme ai loro dipendenti: un evento che si è svolto all’aperto e sotto la suggestiva atmosfera dell’eclissi di Luna, vedendo la presenza anche della presidente del X Municipio Giuliana Di Pillo.
A raccontarci la drammatica condizione di questi commercianti è stata Luisa Ferone, titolare de “La Fraschetta del Borgo”: “La stiamo vivendo molto male questa situazione, poiché ci siamo trovati da un giorno all’altro in mezzo alla strada. Un danno che stiamo vivendo anche insieme ai nostri dipendenti, ossia 8/9 famiglie che non sanno quando riaprirà la propria attività”. Ha continuato: “Non ci è stata detto nulla riguardo al ripristino delle nostre attività poiché i danni sono veramente tanti tra crepe e danneggiamenti a pavimenti, soffitti e muri portanti. La nostra attività si trova a via dei Romagnoli 761, ma insieme a noi hanno chiuso la cartolibreria, la signora che abitava al piano di sopra è stata spostata, una parte del centro Toscano ha chiuso e addirittura il mio appartamento – abito in quella scala – è stato definito inagibile: siamo tutti in mezzo alla strada!”. Ha concluso: “Il X Municipio si è detto pronto ad aiutarci, promettendo di fare qualunque cosa per venirci incontro. Un lavoro dove anche l’attuale opposizione in Consiglio Municipale si è detta disponibile ad affrontare. Ci auguriamo che l’Amministrazione ci trovi un’alternativa lavorativa per questa situazione, magari ascoltando le idee di noi commercianti colpiti da questo grave problema”.
Sulla situazione si è espresso anche Gaetano Di Staso, dell’Associazione Salviamo Ostia Antica: “I problemi sono sorti con l’apertura di questo cantiere tra novembre e dicembre dello scorso anno, che aveva l’obiettivo di edificare un palazzo di tre piani con 25 appartamenti, un garage sotterraneo e un centro commerciale. Dal 13 luglio si sono manifestate le grandi crepe nella palazzina, poiché hanno cominciato a trivellare ulteriormente e a risucchiare l’acqua sottoterra: i Vigili del Fuoco hanno definito inagibile l’edificio vedendo i danni, facendo chiudere i negozi e allontanando alcune persone dai propri appartamenti”. Continua: “In questa zona è risaputo come non si possa costruire, come dimostrano i tanti allagamenti. Questi lavori vennero approvati dal commissario Vulpiani e dal ‘IX Dipartimento di Programmazione e Attuazione Urbanistica’ di Roma Capitale, lo stesso ente che ora ha fatto bloccare i lavori dopo i solleciti del X Municipio. Fortunatamente la nostra realtà municipale sostiene il fermo del cantiere, fortunatamente ufficializzato nel Consiglio Municipale del 26/07/2018”. Ha concluso: “Abbiamo organizzato questa serata benefica per aiutare i commercianti locali e i loro dipendenti: cittadini e associazioni locali si stanno adoperando per permettere di andare avanti – con tanta buona volontà – a queste realtà commerciali. La stessa presidente Giuliana Di Pillo si è promessa di trovare una soluzione a queste realtà e le loro famiglie, poiché non possono rimanere in questo stato: il X Municipio ha promesso di patrocinare e riproporre un’iniziativa per sostenere i cittadini colpiti da questo problema”.
Andrea Rapisarda