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Ospedali in blackout per i condizionatori, Grassi costretto a trasferire i pazienti del Pronto Soccorso

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Ospedali in blackout, la situazione è in stallo da qualche giorno ma nel pomeriggio di oggi al Grassi di Ostia c’è stato un sovraccarico.

Il caldo record si fa sentire in ogni zona del Lazio e non solo: le maggiori criticità però sono nella Capitale e sul Litorale. Particolare attenzione a Ostia: la situazione limite la segnala, in primis Canale10, tutto comincia qualche giorno fa quando l’emergenza trova la sua composizione maggiore. La struttura ospedaliera Grassi di Ostia rischia il collasso. La ragione principale dell’affaticamento strutturale si deve – secondo le recenti ricostruzioni – al sovraccarico energetico.

I condizionatori fanno saltare ripetutamente la corrente. Le temperature hanno generato un massiccio uso degli apparecchi: questo, sommato a tutto il resto, ha fatto sì che più volte l’impianto dell’ospedale andasse in blocco. Un sovraccarico energetico in piena regola. Se non fosse che nell’ospedale la corrente elettrica, in alcuni casi, è vitale: permette a macchinari specifici di funzionare e talvolta salvaguardare i pazienti, proprio per questo alcuni astanti sono stati trasferiti altrove.

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Era l’unica cosa da fare vista la situazione. Da giorni non si riesce a garantire una climatizzazione adeguata e quindi i sovraccarichi sono all’ordine del giorno. La decisione di dare il via ai trasferimenti non è stata facile, in particolare rispetto agli anziani che non sempre riescono a sopportare un passaggio così importante. Si parla di 30 pazienti trasferiti nell’arco di 48 ore in zone limitrofe e altri ospedali di Roma in attesa di particolari soluzioni.

Non resta, dunque, che aspettare i prossimi giorni per capire la condizione dei ricoverati. L’ospedale va avanti, ma i problemi restano e il caldo funge da discriminante. In questo momento alcune decisioni pesano più di altre. Il problema primario resta quello di garantire la climatizzazione nei reparti senza particolari ripercussioni. I dirigenti della struttura starebbero valutando delle adeguate contromisure.  

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