Si conclude il processo sugli appalti pubblici pilotati e della gestione illecita delle concessioni demaniali degli stabilimenti balneari iniziato nel 2014: 7 condanne tra imprenditori, militari ed esponenti dei clan locali.
Tutto era cominciato con la vicenda del 2012 dell’affidamento della gestione del lido “Orsa Maggiore”, che aveva fatto finire sotto processo una serie di imputati con le accuse di abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falso ideologico, corruzione e concussione, anche aggravate dal metodo mafioso (con condanne richieste fino a 17 anni e sei mesi di reclusione).
Oggi, invece, la pena più alta è stata di 8 anni e 6 mesi ed è stata riservata all’ex direttore dell’ufficio tecnico e dell’unità operativa ambiente del Municipio di Ostia, Aldo Papalini. 5 anni e 8 mesi sono poi toccati all’esponente del clan Spada Armando e 5 anni e 5 mesi all’ex luogotenente della Marina Militare Cosimo Appeso, che in base al codice militare è stato subito degradato.
Seguono le condanne di 3 anni e 4 mesi per Ferdinando Colloca (fratello dell’ex consigliere municipale Salvatore Colloca), Damiano Facioni (consigliere della società “Bluedream srl”) e Matilde Magno (moglie di Appeso).
Infine la pena più bassa è andata all’imprenditore Angelo Salzano, condannato a 8 mesi di reclusione.
Il tribunale di Roma, che ha emesso la sentenza, ha anche disposto il risarcimento dei danni nei confronti del Comune di Roma, della Regione Lazio e dell’associazione antimafia Caponnetto.