Voleva sottoporsi alla terapia vaccinale per poter viaggiare, libera, senza impedimenti. Per questo ha chiesto al suo migliore amico, Alberto, di professione guardia giurata, di andarla a prendere presso la sua abitazione ad Acilia e di accompagnarla al Drive-In di Fiumicino.
Così martedì 15, l’altro ieri, la donna, 44 anni, che preferisce restare anonima, si è presenta fiduciosa all’hub dell’aeroporto decisa a farsi inoculare la prima dose del vaccino Pfizer – Biontech. Secondo il SAGE il vaccino Pfizer è sicuro ed efficace. Tuttavia l’Oms ha stilato una lista di categorie per le quali questo tipo di vaccino sarebbe sconsigliato. Tali categorie al momento includono “soggetti con precedenti di gravi allergie, donne in gravidanza, viaggiatori internazionali non appartenenti a un gruppo prioritario, e bambini al di sotto dei 16 anni”.
La reazione al vaccino: difficoltà a respirare e perdita di sensibilità al braccio e al collo
Probabilmente nessuno aveva informato la paziente sui rischi elencati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità all’inizio di quest’anno. Neppure il suo medico curante, che conosceva bene la signora e che sapeva essere di sana e robusta costituzione, si è preoccupato minimamente di mettere in guardia la donna contro eventuali rischi. E che oggi, per questo stesso motivo, dichiara di voler sporgere denuncia. La signora, infatti, fatta entrare alle 16.55, pochi minuti dopo la somministrazione del farmaco ha cominciato ad avere serie difficoltà di respirazione. Presumibilmente a causa di un edema della glottide, in quanto – come ha riferito poi al suo accompagnatore – sentiva le mucose della gola ingrossarsi in modo inverosimile. Non solo. Progressivamente dal collo al braccio destro – il lato dove le era stato iniettato il vaccino – ha iniziato a perdere sensibilità.
“Non ricorda nulla ora, la mia amica – riferisce Alberto, la guardia giurata, in quanto ha perso quasi subito i sensi, restando senza conoscenza per circa 20 minuti. Sa solo che al risveglio tutto il lato destro era come paralizzato e le difficoltà respiratorie persistevano. Il medico le ha iniettato 1,5 mg. di cortisone (quando la dose minima per le crisi anafilattiche è di 4 ml!) e poi un altro farmaco, molto probabilmente adrenalina”, riferisce Alberto. “Quando dopo varie insistenze mi hanno permesso di raggiungerla per capire cosa fosse successo dopo tanta inspiegabile attesa – e forse solo perché ero in divisa – i medici mi hanno rassicurato dicendo che si era trattato di una…crisi d’ansia! Assurdo!”, commenta l’uomo. “Non solo la mia amica non ha mai sofferto di allergie né tanto meno di ansia, ma ancora oggi ha problemi di deglutizione. Ed è molto preoccupata”.
Nessun referto che attesti l’accaduto
Non un foglio scritto, non un referto è stato consegnato alla coppia in relazione all’accaduto, quando la donna ha chiesto di poter tornare a casa dove l’aspettavano i suoi figli. Al call center di Aeroporti di Roma riferiscono che non esiste un numero diretto per parlare con il personale della postazione e ci forniscono il numero verde della Regione Lazio e quello del Ministero della Sanità. Infine il contatto della ASL D Roma 3.
“Non abbiamo il numero dell’Hub di Fiumicino – risponde l’operatrice del centralino – ma possiamo fornire il numero diretto del Dipartimento di Prevenzione. In realtà i numeri sono tre, ma tutti e tre rispondono a vuoto. Ci ripromettiamo di ritentare domattina, perché anche questa inquietante vicenda non passi sotto silenzio.
Rosanna Sabella