Occupato abusivamente un immobile a Nettuno, sequestrato dai Carabinieri. Storie di occupazioni abusive, che spesso avvengono in alloggi che dovrebbero essere destinata all’edilizia residenziale pubblica, ovvero come aiuto a quelle persone, o nuclei familiari, che non possono permettersi di comprare una casa propria o pagare lauti affitti a privati. Eppure, dietro le occupazioni abusive non solo si nasconde una faccia dell’emergenza abitativa, ma anche un business sul subaffitto di locali popolari.
L’immobile occupato abusivamente a Nettuno
Nell’ambito del potenziamento, disposto dalla Commissione Straordinaria, delle attività di controllo del patrimonio abitativo comunale per evitare usi non consentiti e/o indebite occupazioni, stamane il personale della Polizia Locale di Nettuno ha posto sotto sequestro un immobile occupato abusivamente in Largo Santa Barbara. L’occupazione è stato segnalato all’autorità giudiziaria. Proseguiranno i controlli sugli immobili di proprietà del Comune di Nettuno, di concerto con l’ufficio demanio e patrimonio, sia per quanto riguarda la regolarità delle occupazioni, nonché sul pagamento dei canoni o sul loro adeguamento a tutela delle ragioni dell’erario comunale.
Come in tante altre parti del Litorale Romano, si stanno verificando situazioni legate ad occupazione abusive di appartamenti. Non solo nella zona di Roma, ma anche all’interno di quartieri come Ostia Lido o comuni come Fiumicino. Quando le Forze dell’Ordine intervengono su questi posti, l’esito è sempre lo stesso: bande dello scasso impegnate a forzare le porte d’ingresso degli appartamenti, per permettere che lì vi entrino altre persone magari nel giro del subaffitto, quasi sempre collegato all’attività dei clan criminali locali.
Ma tale meccanismo, quanto realmente danneggia il sistema dell’edilizia pubblica a Roma e nella sua Provincia? Tantissimo, vedendo come le graduatorie per la casa scorrono sempre più raramente. Il tutto, vedendo poi una totale di assenza di controlli all’interno di queste sedi, dove le occupazioni non vengono colte se non con la denuncia di qualche vicino “coraggioso”.