Assume contorni strazianti la morte del 29enne Singh Jaseer nel corso della rissa avvenuta ieri a Borgo Montello, nelle campagne di Latina. L’uomo, bracciante agricolo, stava festeggiando la nascita del suo primogenito, avvenuta poco meno di un mese fa. Aveva organizzato quella festa per presentare il piccolo ai suoi connazionali: doveva essere un giorno di gioia, è finito in tragedia.
Ucciso durante la festa del bambino
Singh Jaseer viveva in una casa a Borgo Montello, in via Monfalcone, nel podere Paciocchi, insieme alla moglie e ad altri connazionali. Voleva presentare il nuovo arrivato a tutti gli amici indiani, come da tradizione del suo Paese, con una festa. Una serata semplice, a base di pizza e panini, ma anche di birra e superalcolici. Al suo invito avevano risposto con gioia in tanti della comunità indiana, non solo da Borgo Montello, ma anche da più lontano: in tutto erano circa 70 le persone che si erano ritrovate nel grande giardino, non solo indiani, ma anche qualche italiano e nordafricano, tutti a festeggiare l’arrivo di quel bambino tanto voluto dalla giovane coppia.
La festa è iniziata presto: la mattina alle 7 già c’era il cibo pronto, accompagnato dalla musica, perché alle 10 molti dovevano andare a lavorare. Hanno appena fatto in tempo a tagliare e mangiare la torta. Verso le 10:30 è arrivata una vera e propria spedizione punitiva, 20-25 persone all’interno di 6 o 7 auto. Tutti indiani e tutti con il viso coperto, da quello che raccontano i testimoni. Erano armati di spranghe e bastoni e hanno iniziato a sparare in aria.
La spedizione punitiva e l’omicidio
E’ iniziato il putiferio: chi ha potuto è fuggito nei campi, altri si sono chiusi in casa, altri ancora hanno provato a difendersi, si è barricato in casa, altri sono fuggiti. Gli uomini armati hanno colpito senza pietà chiunque trovavano davanti a loro. E sul loro cammino c’era proprio Singh Jaseer, morto a causa dei ripetuti colpi alla testa dati dai bastoni. Almeno 10 le persone rimaste ferite più o meno gravemente, per fortuna nessuno in pericolo di vita. Sono tutti ricoverati in vari ospedali: alcuni al Goretti di Latina, altri ad Anzio, il più grave a Roma.
Dopo il raid, la banda è fuggita, lasciando sangue, morte, distruzione e disperazione. A terra tavoli e sedie rotte, bottiglie frantumate, le porte del casale sfondate e le stanze tutte a soqquadro. I colpi mortali sono stati inferti all’interno dell’abitazione, dove le vittime avevano provato a rifugiarsi. Singh Jaseer era una persona tranquilla, viveva da anni in Italia e tutti i giorni andava a lavorare nei campi in bicicletta.
Le indagini
Sul posto, oltre a tre bossoli calibro 9×21, sono stati trovati due bastoni. Non è però stata trovata nessuna arma. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina e affidate alla Questura di Latina: ad occuparsene la Squadra Mobile, diretta dal vice questore Giuseppe Pontecorvo.
Non è la prima volta che ci sono spedizioni punitive tra indiani, ma nessuna è mai stata così violenta e con conseguenze drammatiche. Adesso i poliziotti dovranno, tra le tante difficoltà linguistiche, cercare di ricostruire attraverso le testimonianze l’accaduto e trovare l’assassino del giovane padre che non vedrà mai crescere suo figlio.