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Processo Scarface a Latina: condannato a 20 anni Romolo Di Silvio

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È terminato ieri a Roma il processo Scarface, dove il pubblico ministero della Dda aveva contestato l’associazione per delinquere di tipo mafioso e l’associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Ora, arriva la condanna a venti anni per Giuseppe “Romolo” Di Silvio. 

Processo Scarface a Latina, condanne pesantissime per il clan Di Silvio: la sentenza

La condanna per Romolo Di Silvio e l’inchiesta Scarface 

Terminata la camera di consiglio, il gup ha accolto la prospettazione dell’accusa, condannando il leader Di Silvio alla medesima pena richiesta dal magistrato. Disposto, inoltre, il risarcimento del Comune di Latina di 20mila euro. Tra 60 giorni le motivazioni del dispositivo. L’attività investigativa dell’inchiesta era stata portata avanti dalla Squadra Mobile e nell’ottobre del 2021 il gip di Roma aveva emesso 33 ordinanze di custodia cautelare, contestando il vincolo associativo e i reati di estorsione e spaccio. Nella requisitoria il Pubblico Ministero aveva evidenziato il carisma e il ruolo di leader di Romolo Di Silvio. Anche grazie alle dichiarazioni rilasciate dai collaboratori di giustizia, il pm ne aveva messo in luce lo spessore criminale e la sua posizione di vertice all’interno del clan. 

La difesa e le parti offese 

Dal canto suo, la difesa nel proprio intervento aveva cercato di scardinare le accuse chiedendo l’assoluzione. Tra le parti offese nell’inchiesta Scarface ci sono giovani, commercianti e professionisti della città. Ad esempio, in un caso, un ragazzo vittima di estorsione era stato scortato al bancomat dai Di Silvio per prelevare i soldi richiesti. Oppure, in un’altra circostanza, l’accusa ha ricordato cosa fosse accaduto ad un ragazzo a cui è stata presa l’auto con la forza. 

Estorsioni e droga 

Nell’inchiesta è, inoltre, emerso che il gruppo facente capo a Romolo Di Silvio aveva messo le mani sullo spaccio nel quartiere dei pub e, a finire nel giro di estorsioni, anche diversi commercianti. Gli inquirenti avevano poi sottolineato come l’associazione per delinquere fosse strutturata. 

 

 

 

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