Latina. Ancora un ragazzo vittima del branco. Ad agire erano in tre e non si sono fatti nessuno scrupolo nel colpire anche la sorella del malcapitato, giunta in suo soccorso. Aggredito per aver scattato un selfie con la fidanzata di uno degli aggressori, adesso ai responsabili della violenza è stata applicata la misura del Daspo. Quest’ultima impedisce loro di frequentare per due anni locali pubblici del lungomare del comune pontino al fine di evitare che simili episodi possano ripetersi, costituendo dei pericolosi precedenti.
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La movida violenta e il Daspo per tre giovani ragazzi
Il contesto in cui sono avvenuti i fatti – che risalgono all’11 giugno 2022 – è quello della movida giovanile, la quale spesso assume, purtroppo, derive pericolose. Destinatari della misura di Daspo emessa dal questore di Latina tre giovani pontini, aventi rispettivamente anni 20, 19 e 18 anni ed ora sottoposti al divieto, per due anni, di frequentare locali pubblici o aperti al pubblico destinati alla somministrazione di alimenti e/o bevande quali pub, taverne, bar e ristoranti nonché locali di pubblico intrattenimento quali discoteche, locali notturni, locali da ballo, ed affini ricadenti nell’area del lungomare del Comune di Latina. In caso di violazione i destinatari rischiano la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro
I fatti
All’origine dell’aggressione che, come detto, non ha risparmiato nemmeno la sorella del malcapitato, dei futili motivi che videro la vittima “colpevole” di aver scattato un selfie con la fidanzata di uno dei tre. Nella circostanza, i tre aggressori furono quindi denunciati per i reati di minacce, percosse e lesioni in concorso. Ora, proprio per arginare i sempre più frequenti casi di violenza in luoghi di incontro o svago vengono azionati tutti gli strumenti già utilizzati contro gli ultrà in ambito sportivo, come appunto quello di impedire a giovani che si rendono autori di violenze in zone con numerosi locali pubblici e ad alta frequentazione, di stazionare nelle vicinanze dei locali pubblici per un periodo da sei mesi a tre anni, in analogia appunto per i soggetti colpiti dal DASPO sportivo.
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