Contrabbando di carburante poi nascosto in cisterne con tanto di evasione delle tasse ma non solo. Ingenti quantità di gasolio acquistato in frode, quest’ultima attuata mediante una società compiacente creata ad hoc. Smascherato dalla Finanza il complesso sistema di frode. Le operzioni sono avvenute nell’ambito di una complessa indagine di polizia giudiziaria coordinata dalla locale Procura della Repubblica e nei giorni scorsi i Finanzieri del Comando Provinciale di Latina hanno dato esecuzione a un decreto con cui il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ha disposto la misura cautelare reale del sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un valore di 8,7 milioni di Euro nei confronti di una società di capitali attiva nel settore dei “trasporti di merci su strada”, nonché del suo legale rappresentante e di una compiacente ditta individuale, risultata essere una mera “cartiera” di comodo.
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Le indagini dalla Finanza e il contrabbando di carburante
L’attività riguarda un ampio contesto investigativo in una prima fase incentrato sul settore del contrabbando di carburante e successivamente, grazie ad ulteriori approfondimenti eseguiti dalle Fiamme Gialle, focalizzato anche su altre gravi ipotesi di reati tributari, quali l’utilizzo di fatture false, l’evasione di accise, e le indebite compensazioni di crediti inesistenti, parte relativi alla c.d. “carbon tax”, per circa 1.135.000,00 euro, e parte a crediti Formazione 4.0, finanziati con fondi derivanti da P.N.R.R..
La frode
L’ipotesi investigativa riguarda la realizzazione di uno strutturato sistema fraudolento da parte dell’azienda di trasporti apriliana che, dal 2016 al 2020, avrebbe acquistato in contrabbando ingenti partite di carburante, stoccato in cisterne abilmente occultate, generando un’evasione di accise pari ad oltre 2 milioni di euro, a fronte di gasolio acquistato in frode pari a circa 3,5 milioni di litri. La frode sarebbe stata perpetrata mediante il ricorso a una società “di comodo” compiacente, creata ad arte per assolvere la mera funzione di “cartiera”, dedita all’emissione di fatture a fronte di operazioni inesistenti, per oltre 7 milioni di euro, a beneficio della società apriliana che, anche grazie a tale escamotage, ha potuto beneficiare dell’indebita compensazione di crediti.
Il sequestro preventivo
Sulla base degli elementi raccolti, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Latina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto nei confronti della società, del rappresentante legale e della ditta individuale il sequestro preventivo, diretto e nella forma per “equivalente”, finalizzato alla confisca, di denaro e beni per l’importo complessivo di euro 8.698.036,00, quale profitto dei reati ipotizzati, ovvero “emissione di fatture false”, “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”, “indebite compensazioni di crediti”, “autoriciclaggio”, e “sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici”.
Le indagini
Ora, l’esecuzione del citato provvedimento è stata condotta a seguito di una mirata attività delle Fiamme Gialle di individuazione delle somme su conti correnti, depositi o altri rapporti bancari, nonché di ricostruzione patrimoniale dei beni mobili o immobili intestati ai soggetti medesimi. La complessa attività di polizia economico-finanziaria ha consentito il sequestro, per il successivo recupero all’erario, di somme di denaro contante, valori finanziari, conti correnti, fondi azionari, quote societarie, beni immobili e veicoli di varia natura, il tutto riconducibile agli indagati.
Le operazioni delle Fiamme Gialle
Ricordiamo infine che l’attività si inserisce infatti nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza a tutela del corretto impiego delle risorse pubbliche e della legalità economica, operazioni finalizzate, da un lato, a contrastare le più` insidiose e pervasive forme di frode ai danni del Paese e dei cittadini e degli imprenditori onesti, e dall’altro alla conseguente aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati per consentirne il recupero.