Maxi sequestro di beni a carico del rappresentante legale di un’azienda di autotrasporti che avrebbe omesso di versare l’Iva per ben cinque anni, oltre a non aver versato le ritenute operate nei confronti di circa mille dipendenti.
All’esito di una complessa indagine di polizia giudiziaria per gravi ipotesi di reati tributari, svolta dai Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina, su delega della Procura della Repubblica di Latina, è stata data esecuzione a un’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina.
L’accertamento sulla società di autotrasporti
Gli accertamenti hanno riguardato una società operante nel settore dell’autotrasporto che, secondo quanto ricostruito, dal 2018 al 2023, ha omesso il versamento di I.V.A. e di ritenute operate nei confronti di circa 1000 dipendenti, dislocati su tutto il territorio nazionale, per circa 20 milioni di euro.
Le complesse attività informative, di analisi e di esame contabile condotte dalla Fiamme Gialle della Tenenza di Aprilia hanno consentito di raccogliere circostanziati elementi probatori, a supporto dell’impianto accusatorio, per ipotizzare le violazioni di omessi versamenti di imposta.
Il sequestro preventivo per equivalente
Sulla base degli elementi raccolti, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Latina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto nei confronti del rappresentante legale della società il sequestro preventivo, diretto e nella forma per “equivalente”, finalizzato alla confisca, di denaro e beni per l’importo complessivo di euro 19.442.852,26, quale profitto dei reati ipotizzati, ovvero “omesso versamento di ritenute dovute o certificate”, “omesso versamento di IVA”, previsti dagli artt. 10-bis e 10-ter del D.lgs. 74/2000.
L’esecuzione del citato provvedimento è stata condotta a seguito di una mirata attività delle Fiamme Gialle di individuazione delle somme su conti correnti, depositi o altri rapporti bancari, nonché di ricostruzione patrimoniale dei beni mobili o immobili intestati ai soggetti coinvolti.
In ausilio anche l’unità cinofila ‘cash dog’
La complessa attività eseguita anche con l’ausilio di un’unità cinofila del tipo “cash dog” – cani addestrati a fiutare banconote nascoste – inviata in supporto dal Gruppo G.d.F. di Fiumicino, ha consentito il sequestro, per il successivo recupero all’erario, di somme di denaro contante, valori finanziari, conti correnti, fondi azionari per circa 3 milioni di euro, 5 immobili per un valore di circa 700 mila euro, quote societarie e veicoli di varia natura, fino a concorrenza integrale dell’importo oggetto del sequestro preventivo delegato.
L’operazione di contrasto alla truffa allo Stato
L’attività` si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza a tutela del corretto impiego delle risorse pubbliche e della legalità economica, operazioni finalizzate, per un verso, a contrastare le più` insidiose e pervasive forme di frode ai danni del Paese e dei cittadini, tutelando, nel contempo, anche eventuali creditori così da preservare la leale concorrenza tra le imprese, e per l’altro verso alla conseguente aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, da destinare, una volta definitivamente restituiti e acquisiti alle casse dello Stato, anche a importanti interventi economico-sociali a beneficio della collettività.
È doveroso rilevare che le iniziative investigative assunte si basano sulle evidenze probatorie sinora raccolte e il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari; pertanto, in attesa del giudizio definitivo, in ossequio al principio costituzionale, vige la presunzione di innocenza.