Si è da poco concluso il week-end dell`evento più atteso dell`estate Ladispolana: L’Air Show dell’Areonautica Militare Italiana, che con l`esibizione di diversi gruppi di aeromobili e la
simulazione di un salvataggio in mare con elicottero, tra sabato 28 e domenica 29 luglio, ha letteralmente fatto breccia nei cuori di Ladispolani e non.
L`evento,organizzato per festeggiare il 130° compleanno della città, ha attirato migliaia di persone che si sono riunite sull`intero lungo mare per ammirare l`incredibile spettacolo e per dilettarsi nella fotografia dei diversi team che con le loro acrobazie hanno fatto sognare adulti e bambini.
A dare inizio alle danze l`elicottero HH-139, che con in sottofondo l`Inno di Mameli ha salutato la città esponendo la bandiera Italiana affiancata da un membro dell’equipaggio, e che si è poi esibito in una simulazione di recupero.
Dopo l` HH-139 hanno volteggiato sul mare di Ladispoli circa quattro team tra cui il team R44 nel quale si è esibito con l`elicottero il cittadino Pasquale Cerroni per poi dare spazio ai 2 EFA jet 4° stormo caccia che con una serie di sorvoli hanno mostrato il lavoro che svolgono sui cieli italiani per la sicurezza del paese.
È stata in fine la volta del team più atteso, la pattuglia acrobatica nazionale, “le Frecce Tricolori”, composte da una squadra di 10 piloti “Pony” che, a bordo degli Aermacchi MB.339, con i loro incroci, il loro cuore disegnato nel cielo azzurro e il loro enorme tricolore hanno incantato il pubblico, di quasi centomila persone, per circa 3 km di costa, dal castello Odescalchi a Torre Flavia.
“Tu chiamale se vuoi…emozioni” è il primo commento del sindaco Alessandro Grando sopra una foto delle frecce postata su Facebook, che in queste ore si è riempito e si sta riempiendo di centinaia di bellissime foto e bellissimi video postati dai cittadini. Emozioni forti, impresse nel cuore di Ladispoli, che per la prima volta ha ospitato l`Air Show, e nel cuore di tutti coloro che hanno ammirato l`evento e lo ricordano già ora con nostalgia sognando di poterlo rivedere.
Marina Lazzarotto