Una rapina messa a segno fingendosi normali clienti. Poi, dopo essersi accertati che ci fossero le condizioni giuste, erano entrati in azione. E, stando al Giudice, era loro intenzione metterne a segno altri. I fatti risalgano ad un anno fa quando a Guidonia si erano presentati all’interno di un minimarket gestito da stranieri; pochi istanti, il tempo di guardarsi attorno, e rivelare le loro reali intenzioni.
La loro ‘carriera’ criminale è però ora stata stroncata dalla Polizia. Lui, 42 anni, con precedenti per minacce e lesioni, e lei, di 35, dovranno rispondere, in concorso, di una rapina aggravata con la minaccia di un coltello e di una bottiglia di vetro avvenuta nel giugno 2022 presso un mini market di Guidonia Montecelio, di proprietà di cittadini bangladesi.
Le indagini
Il 12 luglio scorso sono stati gli agenti di Polizia del Commissariato di P.S. Distaccato di Tivoli-Guidonia ad eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due soggetti. Le immediate indagini avevano infatti consentito l’individuazione dei presunti autori della rapina, a carico dei quali sono stati raccolti numerosi indizi di colpevolezza che hanno consentito al Pubblico Ministero della Procura di Tivoli di richiedere l’emissione di una misura cautelare detentiva.
“Pronti a colpire di nuovo”
I presupposti della richiesta e considerato il “pericolo di reiterazione, sulla base delle modalità del fatto, particolarmente allarmante anche perché commesso con armi”, sono stati confermati dal Tribunale del Riesame ed in ultimo, dalla Suprema Corte di Cassazione. Il 7 luglio scorso, infatti, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dai legali dei due imputati avverso la misura restrittiva in carcere.
L’episodio aveva suscitato particolare allarme nella comunità tiburtina per il modus operandi utilizzato dei rapinatori, che “dopo un ingresso tranquillo con prelievo di una bottiglia dal frigorifero, evidentemente per sorprendere la negoziante ed anche verificare la ricorrenza delle minime condizioni di sicurezza per commettere la rapina, palesemente programmata in anticipo”; questo quanto si rileva nel provvedimento del Tribunale del Riesame – atteso che “ferma è stata la risoluzione criminosa, nonostante la reazione della negoziante”, che con coraggio ha tentato di opporsi all’azione predatoria. Dopo le attività di rito i due arrestati sono stati tradotti presso la casa circondariale della capitale.