Aggredita da un pitbull e ridotta in fin di vita sulla spiaggia di Fregene. La brutale aggressione nei confronti di una cagnolina, regolarmente tenuta al guinzaglio, è raccontata dalla sua padrona, ancora scossa dall’accaduto, che adesso – a quattro giorni di distanza dai fatti – vuole rintracciare il proprietario del cane che ha quasi ucciso la sua piccola “Pepita”. L’uomo, infatti, approfittando della confusione, è “sparito” subito dopo l’aggressione, senza scusarsi né lasciando i suoi dati per far fronte ai danni provocati.
A Pepita, 10 anni, da poco è stata diagnosticata una malattia autoimmune. Per questo Carlotta, la sua proprietaria, cerca di non lasciarla mai da sola e la porta, per quanto possibile, di tenerla sempre con sé. E da Roma, dove vive, la porta a Fregene, per festeggiare la laurea di un’amica.
Il racconto dell’aggressione
“Giovedì sera, intorno alle 22.30, mi trovavo con una dozzina di amici a Fregene, presso un noto stabilimento balneare del villaggio dei pescatori”, racconta Carlotta. “La mia cagnolina Pepita era seduta vicino a me, legata al guinzaglio. All’improvviso un grosso pitbull marrone, slegato e senza museruola, si è scagliato contro di noi, azzannando Pepita. Per staccarlo ci sono voluti diversi secondi. All’aggressione hanno assistito anche il padrone del pitbull, un signore in carne, sulla cinquantina, con i capelli ricci e un codino, e un’altra persona. Questo secondo individuo, che abbiamo poi scoperto essere uno dei titolari dello stabilimento, teneva al guinzaglio un pastore tedesco. I due sembravano essersi incontrati per far giocare i loro cani”.
Carlotta, con Pepita in braccio, sanguinante e terrorizzata, corre in macchina verso un pronto soccorso veterinario. “Nel frattempo, gli amici rimasti sulla spiaggia volevano prendere i dati del padrone del pitbull, che era però sparito”, spiega la donna. “La mattina successiva, un amico è andato sul posto per chiedere informazioni. Il titolare gli ha risposto di non poterci aiutare in nessun modo. Facendo un giro di domande negli stabilimenti lì intorno, il nostro amico ha poi saputo che questo signore porta spessissimo il suo pitbull sulla spiaggia del villaggio dei pescatori, dopo le sette di sera. Pepita ha lottato tra la vita e la morte: tre costole rotte, un polmone perforato e relativa emorragia interna. Adesso cerchiamo l’uomo padrone del pitbull. Qualsiasi informazione è benvenuta. Pensiamo sia possibile, vista la dinamica dell’aggressione, che il pitbull abbia già attaccato altri cani o persone. Un pitbull mordace che si aggira senza guinzaglio per la spiaggia è pericoloso per tutti. Cerchiamo un uomo di mezza età, in carne e con un codino, che porta il suo pitbull marrone sulla spiaggia del villaggio dei pescatori quasi ogni sera. Ogni informazione può essere fondamentale”.
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“Non sono riuscita a fare la denuncia: mi hanno detto che servivano i dati del proprietario”
Nel frattempo Pepita, ricoverata in clinica per poterla salvare, è stata operata. Ha riportato danni notevoli: i morsi ricevuti l’hanno ridotta male. “Tre giorni fa è stata operata: hanno dovuto ricostruire tre costole, mentre un polmone era seriamente danneggiato. Ma sta leggermente migliorando, anche se non sappiamo ancora come andrà a finire. Speriamo solo che non si infettino le ferite. Oggi probabilmente uscirà dalla clinica”.
Carlotta si è recata dai carabinieri per presentare una denuncia. “Ma non sono riuscita a farla. A quanto pare il fatto che un cane pericoloso si aggiri senza guinzaglio e che aggredisca un altro cane non costituisce un elemento sufficiente per fare una denuncia penale. Abbiamo provato dai carabinieri di Fregene ma non c’è stato niente da fare, perché non avevamo i dati del proprietario del cane. Mi sembra assurdo. Nonostante la lista dei testimoni e l’aggiunta dei commenti al post Facebook, in cui tanti dichiarano che quell’uomo abitualmente porta il pitbull a passeggiare in zona senza il guinzaglio, le forze dell’ordine mi hanno detto che, siccome non sono state ferite persone, non c’è la possibilità di presentare la denuncia”.
Per Carlotta non si tratta di una questione economica, non cerca il risarcimento di quanto sta spendendo per curare la sua Pepita, anche se si tratta di una cifra onerosa. E che sarebbe giusto risarcire. “In realtà il mio intento è quello di evitare che una cosa del genere accada ancora. Da quello che mi è stato riferito, infatti, questo pitbull in passato avrebbe già aggredito altri cani, arrivando a ucciderne almeno un altro. E le prossime volte potrebbe non finire come con Pepita, ma peggio. È stato terribile, glielo assicuro: una scena davvero terrificante. Vedere Pepita sbranata da quel cane, cercare di toglierla dalle sue fauci, mentre il padrone praticamente non faceva nulla è stato tremendo”.
Il pinscher aggredito e ucciso da un pitbull a Ladispoli
E a Pepita è andata bene. Ieri, invece, un pinscher è stato aggredito e ucciso da un pitbull sul lungomare di Marina di Palo, a Ladispoli. Entrambi i cani erano al guinzaglio e stavano facendo una passeggiata con i loro padroni. È bastato un attimo: il pitbull si è avventato contro il cagnolino, aggredendolo in modo feroce. Per il piccolo non c’è stato scampo, è morto quasi istantaneamente, sotto gli occhi della proprietaria.
E il 5 luglio, a Marina di Cerveteri, un altro pitbull ha assalito e ucciso Rocky, un giovane esemplare di jack russel. Il pitbull era scappato da un giardino e aveva aggredito il jack russel, non lasciandogli scampo.