Se da una parte arrivano strette e raccomandazioni, dall’altra ci si accorge sempre più che il meccanismo presenta diverse falle. Come quella messa in evidenza da Paolo Bianchini, presidente dell’associazione di categoria MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità. «Mi sono sottoposto al tampone molecolare al drive in di Fiumicino e nessuno ha controllato il mio documento di identità. Tutto ciò è molto grave, perché potevo essere positivo al Covid e aver mandato una persona negativa a fare il tampone a mio nome. Così, da positivo, avrei ottenuto il green pass e sarei stato libero di circolare, rischiando di contagiare chiunque. Oppure potevo inviare una persona positiva a fare il tampone a mio nome, così da ottenere, tra un po’ di giorni, con un tampone negativo (effettuato veramente su di me), il green pass senza fare alcun vaccino».
Ottenere il Green Pass senza vaccino: fare il tampone al drive in, dove non controllano i documenti
«È un incredibile buco nella maglia delle procedure per ottenere il green pass. Due domande sorgono spontanee. La prima: i controlli delle forze dell’ordine valgono solo per le attività commerciali? La seconda: chi controlla il controllore?», ha concluso Paolo Bianchini. Sempre a Fiumicino, i controlli all’arrivo di un volo internazionale è stato praticamente inesistente: provenendo da Madrid, con volo Iberia, dopo aver compilato a bordo la documentazione con i dati personali, la provenienza e la dichiarazione di essere in possesso o meno di Green Pass o tampone, si scende dall’aereo e – nonostante nel foglio si venga avvisati che all’arrivo ci sarà un controllo – nessuno dei passeggeri viene controllato. Calcolando che oltretutto Madrid è una tappa per molti viaggiatori che provengono dal Sud America, nessuno sa se chi è arrivato ha il Green Pass, se è positivo o no al Coronavirus, visto che a nessuno è stata rilevata la temperatura o richiesta la certificazione verde. Ci auguriamo che sia stato solo un caso, una svista, un errore…