Sono arrivati i risultati definitivi del voto per l’elezione del presidente del X Municipio (Ostia e dintorni). Ed è tempo di analisi: chi sale sul carro dei vincitori, chi su quello dei perdenti?
L’AFFLUENZA FLOP
Innanzitutto almeno in un certo senso tutti, sia candidati che cittadini, ne escono sconfitti. L’affluenza, infatti, è stata un flop. Dopo due anni di commissariamento per mafia in seguito all’arresto dell’ex presidente Andrea Tassone e decenni di scorribande dei clan e degrado, solo un elettore su tre si è recato all’urna (precisamente il 36,15%).
Alla fine, dunque, ha vinto la disaffezione. Non si dica che la gente non sapeva delle elezioni o che è colpa del maltempo: è vero, l’informazione non è stata capillare, ma bastava attraversare via Cristoforo Colombo per vedere decine di manifesti elettorali. Per non parlare di Ostia.
La verità è che la maggior parte della popolazione non è voluta andare a votare. Non si fidava più, di nessuno ed ha preferito non scegliere, compiendo forse un errore, ma di cui bisogna parlare e su cui bisogna riflettere.
Fatto sta che, così, il candidato che ha ottenuto più consensi (Giuliana Di Pillo del M5S), ha preso il 30% del 36% di votanti: praticamente 20.000 preferenze su circa 184.000 aventi diritto, l’11% del totale.
ANALISI DEL VOTO: BALLOTTAGGIO PREVISTO, MA NON COSÌ
Passando all’analisi dei pochi voti effettivi il risultato è quello previsto: il 19 novembre ci sarà il ballottaggio tra Giuliana Di Pillo (30,21%) e Monica Picca, che ha unito tutto il Centro-Destra (prendendo il 26,68%).
Quella del Movimento è una non-vittoria: un anno fa la Raggi, al primo turno delle comunali, prese il 44% dei consensi, tradotto in voti: circa 40.000. E’ vero che lì si votava per il sindaco di Roma, qui per il mini-sindaco del municipio, ma il dato è significativo. Dopo un anno e mezzo di governo Raggi il consenso dei grillini ad Ostia è dimezzato.
La Di Pillo, anche sulla scia dei sondaggi, si aspettava probabilmente di più, o quanto meno un distacco più significativo dalla Picca, che è la prima vera vincitrice di questa tornata.
Il suo è un risultato importante: non solo ha fatto dimenticare la passata esperienza del centro-destra al governo locale con Vizzani, ma è stata in grado di avvicinarsi al M5S in maniera evidente, tallonandolo nel suo “fortino elettorale”.
E’ piaciuta l’immagine della Picca come “donna del fare” (il suo slogan era Fare bene), ma ha soprattutto giocato a suo favore il fatto di essere ben radicata sul territorio e il sostegno diretto di Giorgia Meloni.
Questo renderà il ballottaggio una partita quanto mai aperta.
ANALISI DEL VOTO, GLI ALTRI VINCITORI: CASAPOUND E DON FRANCO
Gli altri vincitori di questa tornata sono Luca Marsella di CasaPound e Franco De Donno, l’ex parroco candidato di Laboratorio Civico X.
Che CasaPound ad Ostia e dintorni avrebbe fatto un ottimo risultato lo si prevedeva: soprattutto nei quartieri popolari come Nuova Ostia, dove da anni il movimento aiuta materialmente le famiglie italiane in difficoltà economica. Alla fine Marsella si è avvicinato a quel fatidico 10% di cui parlavano i sondaggi: ha preso il 9,08%.
Al ballottaggio, nonostante quello che diceva nelle interviste, non ci credeva davvero e forse sperava nel superamento del PD, ma comunque questo quarto posto regala soddisfazioni. A quanto pare le polemiche sulla vicinanza e l’appoggio di membri della famiglia criminale Spada non hanno influito più di tanto sul voto finale ed ora il movimento dice di puntare al Parlamento.
Ma è l’altro outsider a fare il risultato forse più inaspettato: Franco De Donno ha preso quasi gli stessi voti di CasaPound, per la precisione l’8,6%, attestandosi ad un quinto posto che sa di parimerito col quarto.
De Donno fino a pochi mesi fa era il vice-parroco di una piccola chiesetta di Ostia, conosciuto, ma disorganizzato. In poco tempo ha saputo costruire un progetto politico convincente per gli elettori, con elementi di spicco quali il volto dell’anti-racket Tano Grasso. Hanno ripagato le sue scelte: prima di tutto tenere fuori i partiti di centro-sinistra, ma soprattutto la sua aplombe e la sua pacatezza. A differenza degli altri candidati De Donno non ha mai attaccato nessuno per primo e alle molte accuse ricevute ha sempre risposto con sorrisi e commenti fermi, ma rispettosi.
E’ la sua natura di parroco, si dirà. Si ed è piaciuta.
Bene anche il candidato per l’autonomia di Ostia, il giornalista Andrea Bozzi, sostenuto in maniera informale dalla ministra Lorenzin. Per essere comparso sulla scena politica ad un mese e 10 giorni dalle elezioni il suo 5,5% è il migliore dei risultati possibili.
ANALISI DEL VOTO: SCONFITTA PD, CROLLO A SINISTRA
Il Centro-Sinistra, invece, è lo schieramento che esce sconfitto da questa votazione.
Il PD non è riuscito a far dimenticare Tassone e Mafia Capitale. Il suo Athos De Luca ha preso il 13,61%, quello che ci si aspettava: una piccola debacle. Solo per questo, per i sondaggi, non è un crollo totale, ma essere di poco sopra CasaPound non può essere considerata nemmeno una vittoria.
Il vero crollo c’è alla sinistra del PD. L’infermiere e sindacalista del Grassi Eugenio Bellomo non va oltre il 3,6%. “Era giusto provarci” ha commentato lui, prendendola con filosofia, ma il dato è rilevante. L’operazione di “Sinistra Unita” non ha convinto e, a differenza della scorsa tornata, questa volta nemmeno uno di loro siederà in consiglio municipale.
Gli ultimi due candidati, Giovanni Fiori del Popolo della Famiglia e Marco Lombardi della lista civica “Noi del X Municipio” si sono infine attestati infine attorno all’1%. Nulla di più di quello che dicevano i sondaggi: anche loro non porteranno nemmeno un consigliere in municipio.
Nei prossimi giorni noi de “Il Corriere della Città” seguiremo il secondo round di questa campagna elettorale in vista del ballottaggio.