Presto l’Italia avrà un nuovo Presidente della Repubblica. In vista delle elezioni fissate per il 2022, però, le acque non sono delle più calme soprattutto da quando – a inizio 2021 – è nato il governo Draghi.
La politica nostrana è dunque altamente indecisa sulle sorti del nuovo Presidente della Repubblica dal momento che – vista la situazione economica ed epidemiologica che l’Italia sta ancora affrontando – potrebbe essere complesso spostare Mario Draghi da palazzo Chigi al Quirinale.
Elezioni Presidente della Repubblica: Mattarella bis, Casini, Berlusconi, Draghi
Mario Draghi, a fronte dei sondaggi di YouTrend sembra essere il più favorito ma, come dicevamo, non è certo che possa fare un salto del genere in questo momento storico. Vista questa premessa è stata messa in piedi l’ipotesi che Sergio Mattarella possa restare in carica per un mandato bis, più breve rispetto ai sette anni previsti. Tuttavia il Capo dello Stato non sembra essere intenzionato a prolungare la sua permanenza.
Si vocifera allora su alcuni nomi – i big della politica – che potrebbero essere finiti nel mirino del Quirinale; tra loro Dario Franceschini, Pier Ferdinando Casini ma anche Silvio Berlusconi. Tra i profili tecnici c’è Marta Cartabia, l’attuale Guardasigilli; Sono comunque però rumors, alcuni più insistenti di altri, che non trovano riscontri ufficiali.
Elezioni Presidente della Repubblica: quando si vota
Seppur ancora non è stata fissata nel calendario ufficiale è emersa una possibile data in cui il Parlamento voterà, in seduta congiunta, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Quando Mattarella fu ufficialmente eletto Presidente della Repubblica era il 3 febbraio 2015, a seguito delle votazioni svolte tra il 29 e il 31 gennaio. Ci vollero ben 4 scrutini per la fumata bianca.
Il mandato di Mattarella, dunque, dovrebbe terminare il 31 gennaio 2022. Per tanto le votazioni si dovrebbero tenere a inizio febbraio 2022. Come sappiamo per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica è necessario, nelle prime due chiamate, due terzi dei voti e, dalla terza in poi, la maggioranza assoluta.