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UNIVERSITA’ DI POMEZIA, UN PONTE VERSO L’ORIENTE

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Pomezia tende la mano alla Cina. Si è svolto questo pomeriggio l’incontro tra una delegazione della Hengyang Normal Univerity e il presidente del Consorzio Universitario Selva dei Pini, Giorgio Di Micco, propedeutico ad una collaborazione mirata ad allargare i confini del polo didattico pometino. La delegazione cinese, proveniente dalla Provincia di Hunan, ha mostrato apprezzamento per la sede di Pomezia e per le proposte dell’avvocato Di Micco, non disdegnando l’idea di futuri stage degli studenti di Hengyang nella struttura di via Pontina. “Non possiamo certo competere con l’Università di Hengyang – ha dichiarato Di Micco – che è una vera e propria cittadina, con circa 20 mila iscritti. Ovvio che tutto va rapportato alla popolazione del posto”. Quello di oggi è il secondo incontro in poco tempo con rappresentanti di un Ateneo della Repubblica Popolare Cinese. Come mai questa scelta? “L’economia mondiale sta cambiando – ha spiegato il presidente – e sarebbe assurdo non rendersene conto. Le forze maggiori si concentrano in Oriente, con Cina ed India in testa. Abbiamo deciso di guardare verso i Paesi che si sono dimostrati capaci di crescere nonostante la crisi economica mondiale. Il contatto con le Università orientali ci è stato fornito da un cittadino di Pomezia, che ci ha offerto la possibilità di allacciare rapporti attraverso un’organizzazione che si occupa proprio di interscambi con le realtà universitarie asiatiche”. La visita dei funzionari cinesi è servita soprattutto per far conoscere una dimensione diversa a studenti abituati a vivere grandi numeri, 16 dipartimenti, 19 istituti di ricerca e 31 facoltà, in un’area di circa 145 ettari, con 12 mila ragazzi che risiedono stabilmente per l’intero percorso di studi all’interno del Campus universitario, mentre i restanti vi si recano solo per le lezioni. “Della nostra sede hanno apprezzato l’atmosfera raccolta, immersa nel verde: vorremmo far vivere l’esperienza dei nostri “piccoli numeri”, attraverso stage e corsi appositamente studiati per gli studenti asiatici. Noi, invece, vogliamo imparare dalla loro esperienza e dai risultati che ottengono, sempre valutando che i numeri che riguardano la Cina sono sempre moltiplicati almeno per 30 rispetto a quelli italiani”, ha detto Di Micco. Il progetto è solo uno dei tanti cambiamenti operati all’interno del Consorzio dalla fine di giugno dello scorso anno. “Non voglio rinvangare il passato né ricordare la situazione disastrosa che abbiamo trovato un anno fa – ha precisato il presidente – dico solo che abbiamo fatto un lavoro di razionalizzazione di tutti i servizi e delle risorse umane. Ad oggi ci sono solo 4 o 5 dipendenti esterni: tutti i servizi sono coperti dal personale interno, che si è reso disponibile a ricoprire ruoli ed a svolgere attività che prima erano dati a società terze. Questo, insieme a tanti altri accorgimenti, ci ha consentito un risparmio enorme: adesso le spese sono arrivate al 25% rispetto al passato, anche grazie al fatto che i corsi universitari sono tenuti dell’Università Europea di Roma, che ci costa appunto un quarto rispetto alla LUM. Terminata la fase della riorganizzazione aziendale, siamo approdati alla fase 2, quella della rivalutazione e del rilancio sia della struttura che del polo universitario”. Come avverrà? “In maniera graduale: per il prossimo anno accademico resteranno i corsi di Scienze infermieristiche della Sapienza e le facoltà di Giurisprudenza e di Economia dell’Università Europea. Il bando per la gara europea che affiderà i corsi nel prossimo futuro non è infatti ancora pronto per vari motivi, tra cui anche quello della convenienza: vorremmo infatti che venisse preparato dall’ufficio contratti del Comune di Pomezia”. Ma cosa pensa l’Amministrazione di queste iniziative, soprattutto alla luce della mozione presentata dall’opposizione in consiglio comunale proprio ieri? “La bocciatura della mozione da parte della maggioranza è
sintomatica: la mozione non faceva differenza tra passato e presente, non valutava il tempo necessario affinché i cambiamenti che stiamo apportando diano frutti visibili. Cinque mesi fa abbiamo presentato al Comune la proposta di modifica allo Statuto, speriamo venga al più presto discussa in Commissione, così come ha garantito ieri il Primo Cittadino. A questo proposito, devo ringraziare il sindaco Enrico De Fusco per tutto l’appoggio che ha sempre dato a me ed al vicepresidente Massimo Ciccolini. E’ merito suo se tante iniziative sono state intraprese e portate a termine. Da parte del sindaco c’è stato tutto il supporto necessario per andare avanti, anche nei momenti più difficili”. Ma i gravi problemi che stavano portando al fallimento, con la chiusura data quasi per certa, ci sono ancora o sono stati risolti? “Non possiamo ancora dire che sono stati risolti definitivamente, perché la drammaticità della situazione trovata lo scorso anno si trascina ancora, anche se con sempre meno elementi man mano che affrontiamo e risolviamo i vari punti. Il pericolo di fallimento è per il momento scongiurato”. Questo significa che, ripianati i debiti pregressi, non sarà più in perdita? “Non dico questo. Una struttura simile deve preventivare una spesa di circa un milione di euro l’anno. Ma non si tratta di una perdita, ma di un investimento, perché porta in cambio cultura ed offre un ritorno di immagine positivo per l’intera città. Io, da pometino vero, visto che sono nato qui, soffro nel sentire parlare, soprattutto all’esterno, male della mia città, che invece ha anche molti lati positivi, tra cui anche questa struttura ed il Consorzio Universitario, che io trasformerei in un polo didattico allargato anche ai licei. Voglio ricordare inoltre che, in questo momento, noi voliamo con le ali spezzate: la perdita degli impianti sportivi è un danno non indifferente per l’andamento del Consorzio. Ma questo ci ricollega nuovamente agli errori del passato, ed io voglio invece guardare al presente ed al futuro”. E cosa prevede per il futuro? “Il nostro obiettivo è comunque quello di aumentare le facoltà presenti e l’offerta formativa, senza però trascurare la parte commerciale, per la quale abbiamo molte idee. Daremo una caratteristica sempre più privata alla struttura, perché l’accesso indiscriminato ha creato i danni che tutti conosciamo, con l’anarchia più totale. L’Università è a disposizione di tutti i cittadini di Pomezia, ma in maniera ordinata e disciplinata, in modo che nessuno possa utilizzarla per scopi diversi da quelli previsti dallo Statuto. Quindi niente attività commerciali da parte di privati cittadini, ma solo gestite dal Consorzio”. Lo scorso mese è stato segnalato un ritardo nel pagamento degli stipendi ai dipendenti. “E’ vero, lo stipendio di Aprile è stato pagato qualche giorno dopo la scadenza, ma ora è tutto a posto, tant’è che Maggio è stato liquidato addirittura in anticipo”.

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