Roma, si sa, è una fucina di reperti storici e archeologici che attraversano un po’ tutte le epoche. Chiaramente il periodo della storia antica, ci regala qui la più vasta gamma di opere architettoniche dal valore culturale inestimabile. D’altra parte Roma non è la Città Eterna senza motivo. Inoltre, come molti sanno, ancora oggi continuano ad affiorare reperti eccezionali; basta spesso un intervento presso i sottoservizi per imbattersi casualmente in una catacomba, o nei resti di una villa romana. Le scoperte sensazionali che interessano questa città spesso rimettono in discussione datazioni, narrazioni e la storia stessa. E dunque le domande rispetto a questo campo si sprecherebbero; noi ci concentriamo su un semplice quesito. Qual è, allo stato attuale, l’edificio più antico e longevo della Capitale?
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Nel 120 a.C. termina la costruzione del Tempio di Ercole
Ebbene sì, è questo l’edificio integro più antico di Roma. Si tratta del Tempio di Ercole Vincitore, risalente al secondo secolo avanti Cristo, precisamente l’anno 120 a.C. Spesso confuso con il Tempio di Vesta a causa soprattutto della sua forma circolare, il Tempio di Ercole ha una sua storia, ed uniche peculiarità. Fu il commerciante di olio d’oliva Marcus Octavius Herennius a commissionare l’opera, poi realizzata dall’architetto Hermodoros di Salamina. Per ovvi motivi legati al commerciante appartenente alla gens Octavia, il tempio fu dedicato al culto di Ercole Oleario, protettore del commercio e alla transumanza delle greggi. In buona sostanza, ciò che si cercava di evocare simbolicamente, era la potenza del ceto equestre, un ordine militare, contrapposta a quella degli Optimates di Roma. Successivamente, nel XII secolo, l’edificio fu convertito al culto monoteista. In particolare fu trasformato nella chiesa di Santo Stefano delle Carrozze. Nel 1500 venne invece dedicato a Santa Maria del Sole.
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Peculiarità, toponomastica e composizione
Il Tempio di Ercole Vincitore lo si può apprezzare facilmente lasciandosi alle spalle la Basilica di Santa Maria di Cosmedin, attraversando la strada, banalmente. La struttura è oggi protetta da una grande recinzione, ma si può assolutamente osservarlo in tutta la sua bellezza. Ha una forma circolare, con venti colonne che circondano la cella cilindrica. Il tutto poggia su una fondazione ad anelli al di sopra di una piattaforma in blocchi di tufo. Nella parte inferiore, nel pavimento della cella, si apre una favissa costituita da un pozzo profondo dove si usava raccogliere i resti bruciati dei sacrifici. Qui gli antichi romani deponevano gli oggetti votivi. Il potere evocativo che si voleva assegnare all’edificio, tra i vari, era soprattutto confermare il potere economico che avevano i mercanti romani. Non a caso, come abbiamo asserito, l’opera fu commissionata da un mercante d’olio d’oliva. Il Tempio di Ercole Vincitore, o Ercole Invitto, o Ercole Oleario, per capirci, è situato presso la piazza della Bocca della Verità, a due passi dal Tempio di Portuno all’interno del Foro Boario. La composizione, oltre al tufo, è costituita prevalentemente dal marmo. Ci sono tante curiosità rispetto all’opera, tra tutte una. C’è stata un’altra opera denominata Ercole Invitto, e fu quella eretta da Scipione Emiliano nel 142 A.C. presso l’Ara Massima, ma fu distrutta nel XV secolo. Si pensa infatti che si volesse così imitarla.
Le influenze stilistiche
Va considerato che i Romani ereditarono la gran parte della loro cultura, in più campi, dai modelli teorici e architettonici greci. Infatti il Tempio di Ercole Vincitore evidenzia la chiara derivazione ellenica, sia rispetto ai gradini al posto del podio, sia nella sua architettura tout court che nelle decorazioni. Si tratta, appunto, degli stilemi greci del IV secolo A.C., come le Tholi dei loro grandi santuari con il filtro però del tardo ellenismo. In pratica parliamo di una tipica opera di artisti neoattici che attorno al 200 Avanti Cristo operavano a Roma. Basti pensare a opere come l’Ara Domizio Enobarbo o l’acrolito capitolino di Giunone Regina. Il Tempio di Ercole, inoltre, è monoptero, come abbiamo sottolineato, e la sua pianta ha un diametro di 14,8 metri.