Conoscete la storia della Porta Furba a Roma? Se siete in vacanza nella Capitale, non potete mancare di vedere questo famoso monumento. Se siete curiosi di conoscere la sua storia e perché si chiama così, non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo.
Storia della Porta Furba o Arco di Sisto V
Porta Furba altro non è che l’Arco di Sisto V (attenzione a non confonderlo con un altro altro chiamato così ovvero l’Arco delle Pere). Su entrambe le facciate è possibile notare iscrizioni di elogio al committente, Papa Sisto V appunto. Non solo, osservando bene si nota anche il simbolo della famiglia romana da cui proveniva il Pontefice, ovvero la famiglia Peretti che come stemma araldico usava un leone.
Le facciate dell’Arco di Sisto V sono perfettamente uguali, iscrizioni incluse. La volontà dell’architetto che realizzò l’opera è che il viaggiatore avesse la stessa visuale da qualsiasi direzione guardasse l’arco.
Leggendo le iscrizioni sull’arco si scopre anche l’anno di realizzazione della Porta Furba, ovvero il 1585. L’arco fu costruito per riprendere la tradizione degli antichi Romani di costruire archi monumentali nei punti nevralgici di incrocio degli acquedotti con le vie principali. Infatti la zona dove è costruita la porta è il punto dove si incrociano ben sei acquedotti e la via consolare nota come Tuscolana. C’era comunque anche la volontà del Pontefice di favorire l’approvvigionamento idrico a che di altre zone di Roma, come testimoniano le iscrizioni sull’arco. Quindi la porta fu realizzata per molteplici motivi.
Perché la Porta Furba viene chiamata così?
L’origine del nome così particolare è incerta. Gli studiosi hanno teorie contrastanti in merito. Secondo alcuni il nome “furba” deriva direttamente dal latino fur che significa ladro e dunque era un chiaro riferimento al fatto che la zona fosse malfamata e popolata da ladri di carri e di bestiame. Non a caso vicino all’Arco di Sisto V c’è la celebre Via dei Cessati Spiriti.
Per chi non lo sapesse, nei tempi antichi nei pressi della Porta Furba c’era l’Osteria dei Cessati Spiriti. I viandanti che si fermavano per rifocillarsi una volta usciti dalla taverna spesso non trovavano né il cavallo né il carro. Secondo la credenza popolare, in quella zona c’erano spiriti inquieti di persone uccise in circostanze terribili e quindi animati da un forte senso di vendetta. Secondo altri invece, non si trattava di fantasmi bensì di presenze reali ovvero di ladri ben organizzati nel furto ai viandanti.
Secondo altri storici, invece, c’è la possibilità che il nome ”furba” derivi da una storpiatura del termine latino formae avvenuta in epoca medievale. Con questo nome infatti nell’Alto Medioevo erano chiamati gli antichi acquedotti romani.
Come raggiungere l’Arco di Sisto V
Visitare l’Arco di Sisto V è gratuito e non si paga alcun ticket d’ingresso. Per raggiungere la zona esatta basta prendere la metropolitana Linea A e scendere alla fermata chiamata Porta Furba Quadraro. Proprio affianco alla Porta Furba potete visitare anche la Fontana di Clemente XII costruita quasi contemporaneamente all’arco, ma restaurata nel corso dell’Ottocento.